Apre questo numero della
rivista berlinese un
interessante Report, in cui si
discute la presenza di valori democratici nel teatro tedesco in relazione
allintegrazione culturale di attori extracomunitari. A titolo dimostrativo si chiamano in causa spettacoli come Das zweischneidige Schwert di Bernhard
Stengele e Petra Paschìnger in scena al Theater Altenburg-Gera con la presenza
di attori del Burkina Fasu, oppure lallestimento di Die Räuber
di Schiller allo Stadttheater di Rudolstadt e di Taxi Driver, dallomonimo film di Martin Scorsese rappresentato al
Theaterhaus di Jena. La consueta sezione Aufführungen, lo spazio occupato dalle recensioni delle produzioni
più importanti dellarea tedesca, presenta pregevoli novità artistiche. Si
inizia dai Kammerspiele di Monaco,
dove Nicolas Stemann firma la regia di Wut
di Elfriede Jelinek, il quale ha concesso lesclusiva della pubblicazione di
questo testo nelle pagine di Das Stück.
In questo lavoro si parla di massacri e violenze degli europei in Africa. La
messinscena, sostenuta da musica e video, ha impegnato Claudia Lehmann, Julia
Riedler, Annette Paulmann e Daniel Lommatzsch. Il Residenztheater ha ospitato lallestimento di Die Abenteuer des guten Soldaten Švejk im
Weltkrieg, riduzione teatrale dellomonimo romanzo di Jaroslav Hašek da
parte di Frank Castorf, che adotta un linguaggio
registico cupo e pungente, e distribuisce i ruoli principali a Bibiana Beglau, Arthur
Klemt, Aurel Manthei. Emergono le due produzioni dello Schauspiel di
Francoforte. Nella prima Andreas Kriegenburg attinge dal repertorio shakespeariano
Sturm e inserisce nel tessuto
figurativo suggestive contaminazioni giapponesi. Tra gli attori si sono
distinti Sinna Weiss, Sam Michelson, Felix von Manteuffel,
Franziska Junge, Michael Benthìn e Carlos Praetorius. Il secondo spettacolo francofortese è Der alte Affe
Angst, testo ricavato dallomonima sceneggiatura di Oskar Roehler e allestito
da Ersan Mondtag che ben approfondisce le tematiche legate alla prostituzione e
allaids affidandosi alle competenze attorali di Linda Pöppel, Kate Strong e Max Mayer. Assume uno spiccato carattere sperimentale Die Borderline
Prozession, installazione di Kay Voges in un ambiente molto arioso di un
megastore di Dortmund. Si tratta di una serie di cubi-stanze in cui si
consumano con ironia e sarcasmo scene di vita domestica. In uno studio dello
Schauspielhaus, Tuğsal Moğul ha allestito Der goldene Schnitt, un dialogo tra genitori e figli
sulle problematiche contemporanee, interpretato con successo da Murat Seven e Jasmina
Musić nel ruolo dei protagonisti. Lo sguardo sulla scena berlinese mette in evidenza Unterwerfung di Michel
Houellebecqs (produzione
Deutsches Theater) per la lucida regia di Stephan
Kimmig che cala la vicenda in un ambiente ospedaliero e affida a Steven Scharf
e Wolfgang Pregler i ruoli principali. Al Maxim Gorki Theater Yael Ronen propone la riduzione
di Feinde – die Geschichte einer Liebe, romanzo di Isaac Singer, in cui si
racconta una relazione sentimentale condizionata dal nazismo, affidata alle
competenze di qualificati attori quali Aleksandar Radenković, Orit Nahmias e Çiğdem Teke. La messinscena di Meteoriten di Marianna Salzmann,
pregevole intreccio di storie multietniche, è diretta da Hakan Savaş Mican e interpretata da Thomas Wodianka, Mehmet Ateşçi, Thelma Buabeng e Mareike Beykirch. Germans are different dellattore e drammaturgo Matthias
Matschke è una divertente e pungente commedia di forte attualità prodotta dallo
Schauspiel di Lipsia e consegnata alle competenze di Marie Goyette, Tilo Krügel,
Runa Pernoda Schaefer, Brian Völkner, Hubert Wild. Nel medesimo teatro Mirja Biel ha curato la regia di die
hockenden di Miroslava Svolikova, e lo stesso testo è stato allestito al
Burgtheater di Vienna per la regia di Alia Luque. In Ausland si legge la recensione dellallestimento di
Phèdre(s), testo ricavato da un assemblaggio di brani tratti da Mouawad, Kane e
Coetzee da parte di Krzysztof Warlikowski, con Isabelle Huppert magistrale
interprete del ruolo del titolo, affiancata da Andrzej Chyra e Agata Buzek sul
palcoscenico del parigino Théâtre de l'Odéon. Non meno
coinvolgente è risultata la messinscena di Je suis Fassbinder di Falk Richter
e Stanislav Nordey al Théâtre
National de Strasbourg con Judith Henry
e lo stesso Nordey applauditi protagonisti. Il ritratto del mese (Porträt)
è dedicato a Gala Othero Winter, giovane attrice dello Schauspielhaus di
Amburgo (classe 1991), dove si è recentemente affermata in Peer Gynt curato da Simon
Stone che vede lo sdoppiamento del ruolo del titolo in due parti femminili
(laltra compete a Angela Winkler). Tra gli altri spettacoli in cui si è
distinta la Winter spiccano Die Kassette di Carl Sternheim (regia di Herbert
Fritsch) e Ab Jetzt di Alan Ayckbourn. Il FIND-Festival alla Schaubühne di Berlino apre la
sezione indirizzata ai Festivals tedeschi. Filo conduttore di questo Festival
Internationale Neue Dramatik è il volo nelle sue molteplici sfaccettature, da
quello anelante la libertà in Siria raccontata in Trip di Anis Hamdoun e in The
Last Supper dellegiziano Ahmed El Attar a Hearing allestito dalliraniano Amir
Reza Koohestani. Il Volkstheater di Monaco ha aperto i battenti al
festival Radikal Jung con un cartellone ricco di testi dissacranti e
provocatori come Flimmerskotom del trio Gregor Glogowski-Alisa Hecke-Benjamin
Hoesch e Tyrannis di Ersan Mondtag. La rassegna termina con la trentatreesima
edizione della manifestazione di Heidelberg, che si caratterizzata per
lapertura alle novità internazionali quali Beben
di Maria Milisavljevic, Entwurf für ein Totaltheater, collage di citazioni da Kafka
e Hitchcock, e Iggy Pop ben amalgamato da Anne Lepper. In Theatergeschichte è pubblicato un interessante
estratto dal libro di Hans-Thies Lehmann, Brecht lesen (Berlin, Theater der
Zeit, 2016), in cui si ricostruiscono i rapporti di Brecht con la censura
stalinista a proposito della messinscena di Leben des Galilei, culminati nel
processo durato due anni, dal 1936 al 38.
di Massimo Bertoldi
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