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Enrico Lucchese

L’album di caricature di Anton Maria Zanetti alla Fondazione Giorgio Cini


Venezia, lineadacqua, 2015, 366 pp., euro 75,00
ISBN 978-88-95598-41-3

Da tempo attendevamo un catalogo critico delle caricature del cosiddetto Album Zanetti conservato alla Fondazione Giorgio Cini: necessario perché aggiornasse quello precedente, ricco di meriti ma anche di difetti. A ripagare l’attesa ci ha pensato Enrico Lucchese. In sette anni di ricerca e appassionato lavoro lo studioso è riuscito nella non facile impresa di rendere giustizia a quell’inestimabile patrimonio documentario del primo Settecento: trecentocinquanta disegni satirici attribuiti al connoisseur, incisore, collezionista, bibliofilo, pittore dilettante e perfino librettista Anton Maria Zanetti il vecchio.

Le caricature zanettiane sono note fin dal 1969. Allora il segretario dell’Istituto di Storia dell’Arte alla Cini Alessandro Bettagno le fece conoscere con una memorabile mostra in cui gli originali, sciaguratamente slegati dall’album, furono esposti per un’unica volta integralmente. Dell’esposizione fu confezionato un catalogo per i tipi di Neri Pozza, penalizzato da un apparato iconografico incompleto, con poco più di un centinaio di caricature riprodotte. Un numero esiguo a fronte della triplicata galleria dei ritratti di Zanetti, in gran parte di cantanti d’opera e gens de théâtre. Forse anche per la parzialità del campionario riprodotto l’album non ha finora incontrato la fortuna che merita; e a parte pochi studi specifici (e.g. Le “convenienze teatrali”) i figurini zanettiani sono per lo più finiti a corredo “decorativo” di saggi di storia, teatrale e non, della Serenissima.

Il presente catalogo consegna finalmente l’album completo agli studiosi e ai curiosi. Il volume, di raffinata confezione, riproduce a colori, su carta ocra, tutti i settantasei fogli della raccolta. Una gioia per gli occhi, che offre l’opportunità di esaminare le caricature nel complesso della pagina, apprezzando la drammaturgia delle pose e degli sguardi dei personaggi incollati ad arte da Zanetti nella fase di rilegatura dell’album.

Tante, sul fronte critico, le novità rispetto al lavoro di Bettagno. Nel saggio introduttivo Lucchese ricostruisce dettagliatamente la vicenda collezionistica dell’opera, dando finalmente un’identità a colui che, sul finire del Settecento, ne fu il proprietario: Francesco Albergati Capacelli. Proprio il letterato e drammaturgo bolognese è l’estensore della lunga nota descrittiva della raccolta acclusa al foglio di guardia, nonché il postillatore delle caricature, talvolta mancanti di didascalia. Tale scoperta consente di identificare il filtro imposto sull’album dal testimone indiretto Albergati Capacelli, sconfessandone alcune fuorvianti interpretazioni e insieme smascherando i pregiudizi tardo-settecenteschi dell’autore del Ciarlatore maldicente nei confronti dei vezzi del “teatro alla moda” e dei virtuosi del bel canto contemporanei a Zanetti.

Altro merito di Lucchese è quello di aver risolto la paternità delle singole caricature del volume, affibbiata in blocco da Bettagno allo stesso Zanetti. Confrontando i presenti disegni con quelli analoghi dell’album Smith a Windsor Castle e con gli esemplari della collezione Algarotti-Gellman dell’Israel Museum di Gerusalemme e del lascito Roi alla Pinacoteca Civica di Vicenza, lo storico dell’arte triestino ha distinto la mano di Zanetti, caratterizzata dal tratto rigido e dalla predilezione per l’effetto comico, dai ritrattini più proporzionati e sapienti dell’amico pittore Marco Ricci, cui sono qui attribuite ben cinquantuno caricature. Un numero considerevole, cui vanno a sommarsi un disegno assegnato alla modesta matita di Giuseppe Zanetti, nipote di Anton Maria (cat. 12.I), e uno schizzo addirittura di Watteau (cat. 33.II).

Ogni disegno è catalogato con una scheda critica rigorosa, che comprende la puntuale descrizione della tecnica, della modalità di incollatura sull’album e dello stato di conservazione (fino alla segnalazione delle singole piegature e delle minime lacerazioni della carta). Quanto alle identificazioni dei personaggi ritratti, spesso contrassegnati con soprannomi oggi dimenticati, si registrano significativi passi in avanti. Se già Bettagno aveva ipotizzato che il Caffariello raffigurato nel foglio sessantunesimo fosse in realtà Farinelli (pp. 320-321), l’«Eumenide in Sant’Angelo» è avvicinata a Eugenia Cozzi (cat. 24.I), mentre per «La Galletta» si fa il nome della cantante Giustina Gallo o Galli (cat. 71.II). Si correggono alcuni errori del precedente catalogo, come la «Beccheretta» Lucia Facchinelli (cat. 3.III), già identificata con Anna Maria Torri, e l’«N.H. Zen» (cat. 32.VII), che non è Apostolo Zeno, bensì un esponente di spicco di un ramo aristocratico dell’antica casata veneziana. Si registrano, infine, i soggetti riconosciuti in studi recenti come il copista Francesco Trogiani (cat. 15.VII), le figlie della Pietà (cat. 59.IV), le virtuose Maria Caterina Negri (6.I) e Lucrezia Baldini detta la Tiziana (catt. 22.IV, 28.V e 29.V), a dimostrazione della puntuale conoscenza della bibliografia più aggiornata.

Meritevole il tentativo di collegare i numerosi cantanti in abito di scena che costellano l’album alle opere musicali in cui sono raffigurati. Giusta la correlazione tra i duettanti Faustina Bordoni e Senesino (cat. 10.I) con il Gianguir (teatro di San Cassiano, carnevale 1729), mentre altre ipotesi sono consapevolmente più avventurose: del resto occorre ribadire che, allo stato attuale degli studi, non è possibile ricostruire con esattezza le carriere della gran parte dei cantanti dei primi anni del secolo. Apprezzabile, infine, l’interpretazione dei potenziali rapporti dialettici tra i personaggi all’interno della stessa pagina, sul filo di divertenti trame narrative destinate a moltiplicare l’effetto comico.

Questo irresistibile e sguaiato microcosmo fatto di uomini e donne di teatro, ma anche di pittori, prelati, patrizi, sensali, servitori e gastaldi, è restituito con pertinenza e sguardo multilineare da Lucchese: abilmente destreggiandosi nel complicato intarsio di rimandi interdisciplinari l’autore del volume confeziona uno strumento di consultazione indispensabile per chiunque intenda avvicinarsi allo studio della civiltà veneziana del primo Settecento.



di Gianluca Stefani


La copertina

cast indice del volume


 






A.M. Zanetti, Il trillo di Anton Maria Bernacchi (cat. 1.I)












A.M. Zanetti e M. Ricci, Caricature varie (cat. 31)












A.M. Zanetti, Carlo Broschi detto Farinelli (cat. 61)

 
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