Da tempo
attendevamo un catalogo critico delle caricature del cosiddetto Album Zanetti conservato alla
Fondazione Giorgio Cini: necessario perché aggiornasse quello precedente, ricco
di meriti ma anche di difetti. A ripagare lattesa ci ha pensato Enrico Lucchese. In sette anni di
ricerca e appassionato lavoro lo studioso è riuscito nella non facile impresa
di rendere giustizia a quellinestimabile patrimonio documentario del primo
Settecento: trecentocinquanta disegni satirici attribuiti al connoisseur, incisore, collezionista,
bibliofilo, pittore dilettante e perfino librettista Anton Maria Zanetti il vecchio.
Le caricature zanettiane
sono note fin dal 1969. Allora il segretario dellIstituto di Storia dellArte alla
Cini Alessandro Bettagno le fece conoscere con una memorabile mostra in cui gli originali,
sciaguratamente slegati dallalbum, furono esposti per ununica volta
integralmente. Dellesposizione fu confezionato un catalogo per i tipi di Neri
Pozza, penalizzato da un apparato iconografico incompleto, con poco più di un
centinaio di caricature riprodotte. Un numero esiguo a fronte della triplicata
galleria dei ritratti di Zanetti, in gran parte di cantanti dopera e gens de théâtre. Forse anche per la
parzialità del campionario riprodotto lalbum non ha finora incontrato la
fortuna che merita; e a parte pochi studi specifici (e.g. Le “convenienze teatrali”) i figurini zanettiani sono per lo più
finiti a corredo “decorativo” di saggi di storia, teatrale
e non, della Serenissima.
Il presente
catalogo consegna finalmente lalbum completo agli studiosi e ai curiosi. Il
volume, di raffinata confezione, riproduce a colori, su carta ocra, tutti i
settantasei fogli della raccolta. Una gioia per gli occhi, che offre
lopportunità di esaminare le caricature nel complesso della pagina,
apprezzando la drammaturgia delle pose e degli sguardi dei personaggi incollati
ad arte da Zanetti nella fase di rilegatura
dellalbum.
Tante, sul
fronte critico, le novità rispetto al lavoro di Bettagno. Nel saggio
introduttivo Lucchese ricostruisce dettagliatamente la vicenda collezionistica
dellopera, dando finalmente unidentità a colui che, sul finire del
Settecento, ne fu il proprietario: Francesco
Albergati Capacelli. Proprio il letterato e drammaturgo bolognese è
lestensore della lunga nota descrittiva della raccolta acclusa al foglio di
guardia, nonché il postillatore delle caricature, talvolta mancanti di
didascalia. Tale scoperta consente di identificare il filtro imposto sullalbum
dal testimone indiretto Albergati Capacelli, sconfessandone alcune fuorvianti
interpretazioni e insieme smascherando i pregiudizi tardo-settecenteschi
dellautore del Ciarlatore maldicente
nei confronti dei vezzi del “teatro alla moda” e dei virtuosi del bel canto
contemporanei a Zanetti.
Altro merito di
Lucchese è quello di aver risolto la paternità delle singole caricature del
volume, affibbiata in blocco da Bettagno allo stesso Zanetti. Confrontando i
presenti disegni con quelli analoghi dellalbum Smith a Windsor Castle e con
gli esemplari della collezione Algarotti-Gellman dellIsrael Museum di
Gerusalemme e del lascito Roi alla Pinacoteca Civica di Vicenza, lo storico
dellarte triestino ha distinto la mano di Zanetti, caratterizzata dal tratto
rigido e dalla predilezione per leffetto comico, dai ritrattini più
proporzionati e sapienti dellamico pittore Marco Ricci, cui sono qui attribuite ben cinquantuno caricature. Un
numero considerevole, cui vanno a sommarsi un disegno assegnato alla modesta
matita di Giuseppe Zanetti, nipote
di Anton Maria (cat. 12.I), e uno schizzo addirittura di Watteau (cat. 33.II).
Ogni disegno è
catalogato con una scheda critica rigorosa, che comprende la puntuale
descrizione della tecnica, della modalità di incollatura sullalbum e dello
stato di conservazione (fino alla segnalazione delle singole piegature e delle
minime lacerazioni della carta). Quanto alle identificazioni dei personaggi
ritratti, spesso contrassegnati con soprannomi oggi dimenticati, si registrano
significativi passi in avanti. Se già Bettagno aveva ipotizzato che il Caffariello raffigurato nel foglio
sessantunesimo fosse in realtà Farinelli (pp. 320-321), l«Eumenide in
SantAngelo» è avvicinata a Eugenia
Cozzi (cat. 24.I), mentre per «La Galletta» si fa il nome della cantante Giustina Gallo o Galli (cat. 71.II). Si
correggono alcuni errori del precedente catalogo, come la «Beccheretta» Lucia Facchinelli (cat. 3.III), già
identificata con Anna Maria Torri, e
l«N.H. Zen» (cat. 32.VII), che non è Apostolo
Zeno, bensì un esponente di spicco di un ramo aristocratico dellantica
casata veneziana. Si registrano, infine, i soggetti riconosciuti in studi
recenti come il copista Francesco
Trogiani (cat. 15.VII), le figlie della Pietà (cat. 59.IV), le virtuose Maria Caterina Negri (6.I) e Lucrezia Baldini detta la Tiziana
(catt. 22.IV, 28.V e 29.V), a dimostrazione della puntuale conoscenza della
bibliografia più aggiornata.
Meritevole il
tentativo di collegare i numerosi cantanti in abito di scena che costellano
lalbum alle opere musicali in cui sono raffigurati. Giusta la correlazione tra
i duettanti Faustina Bordoni e Senesino (cat. 10.I) con il Gianguir (teatro di San Cassiano,
carnevale 1729), mentre altre ipotesi sono consapevolmente più avventurose: del
resto occorre ribadire che, allo stato attuale degli studi, non è possibile
ricostruire con esattezza le carriere della gran parte dei cantanti dei primi
anni del secolo. Apprezzabile, infine, linterpretazione dei potenziali rapporti
dialettici tra i personaggi allinterno della stessa pagina, sul filo di
divertenti trame narrative destinate a moltiplicare leffetto comico.
Questo
irresistibile e sguaiato microcosmo fatto di uomini e donne di teatro, ma anche
di pittori, prelati, patrizi, sensali, servitori e gastaldi, è restituito con
pertinenza e sguardo multilineare da Lucchese: abilmente destreggiandosi nel complicato
intarsio di rimandi interdisciplinari lautore del volume confeziona uno strumento di consultazione indispensabile per
chiunque intenda avvicinarsi allo studio della civiltà veneziana del primo
Settecento.
di Gianluca Stefani
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