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Theatre Research International, vol. 41, n. 1, marzo 2016
in association with the International Federation for Theatre Research

100 pp.
ISSN 0307-8833

Il primo numero per il 2016 si apre con un editoriale del neoeletto senior editor Paul Rae (Begin, Again, pp. 1-4), che propone una riflessione sul termine “International” e sulle modalità con cui i movimenti geopolitici dell’economia globale influenzano le politiche editoriali. In tal senso la rivista britannica si prefigge di garantire ai propri lettori un quadro chiaro dei continui sviluppi socio-economici e culturali su scala internazionale e di come essi siano messi in scena dal teatro e dalla performance.

Nel primo articolo (Agitating for Change: Theatre and Feminist “Network of Resistance”, pp. 5-20), Elaine Aston si chiede se il teatro possa giocare oggi un ruolo importante nella resistenza femminista al neoliberismo attraverso l’analisi di tre differenti performances: NSFW di Lucy Kirkwood (2012), una pièce contro la cultura sessista contemporanea; One Billion Rising di Eve Ensler (2013), un flash mob contro la violenza sulle donne organizzato da un movimento attivista globale; e Made in Dagenham (2014), un musical in favore dell’uguaglianza femminile.

Anche Rivka Syd Eisner (Remember September: Re-performing the Burmese “Saffron Revolution” at the Singapore Biennale, pp. 21-39) ricerca modelli di resistenza politica attraverso l’analisi di un complesso evento performativo. Nel 2008, un gruppo di artisti birmani e vietnamiti realizzò, per la seconda Biennale di Singapore, un tempio fatto di cinque tonnellate e mezzo di zucchero, un’opera dal titolo September Sweetness. Eisner ricostruisce scrupolosamente il processo di creazione di questa fragile opera, divenuta nel tempo il simbolo dell’erosione della speranza per un futuro migliore, e richiama alla riflessione sul suo ruolo nel processo di riacquisizione della memoria della “Rivoluzione Zafferano” (2007). La natura intenzionalmente effimera dell’oggetto artistico moltiplica nel corso del tempo i significati e i processi attraverso i quali la memoria di tragici eventi continua a risuonare nel presente.

In continuità tematica Jennifer Goodlander (“Sbeik Thom” at the Season of Combodia Festival: Performing Memory after the Killing Fields in a Post -9/11 New York City, pp. 40-52) affronta la problematica della ricostruzione dell’identità artistico-culturale del popolo cambogiano repressa durante il triste periodo dei Khmer Rossi (1975-1979). Goodlander analizza la performance Sbeik Thom messa in scena a New York durante il festival Season of Combodia, proprio nel luogo in cui, prima dell’11 settembre, sorgeva il World Financial Center. Questo rito-performance, in bilico tra tradizione, eredità e memoria, unisce due nazioni culturalmente distanti ma accumunate da tragici eventi come gli Stati Uniti e la Cambogia.

Miguel Escobar Varela (Heirlooms of the Everyday: The Material Performances of Slamet Gundono, pp. 53-69) descrive l’innovativa performance dello scomparso Slamet Gundono, straordinario interprete di divertenti e provocatorie rappresentazioni dell’indonesiano wayang kulit (il tradizionale teatro delle ombre). Varela analizza il lavoro di Gundono fornendo un’accurata descrizione della sua pratica performativa ispirata alla concezione spirituale della vita quotidiana tipica della tradizione indonesiano-javanese.

Infine, Adele Senio (Beginners On Stage: Arendt, Natality and Appearance of Children in Contemporary Performance, pp.70-84) affronta la questione della presenza dei bambini nelle performances contemporanee, partendo da due esempi: That Night Follow Day (2007), una collaborazione tra Tim Etchells e The Flamish Theatre Company Victoria, e Under the Covers (2009), della compagnia Nottingham-based Zoo Indigo. Riproponendo il concetto arendtiano di “natalità”, Senio evidenzia come questo genere di perfomances spingano a riconsiderare le capacità dei bambini di generare azioni politiche.

Chiudono il fascicolo due utili strumenti di lavoro: Book Reviews (pp. 85-96), con le recensioni dei principali studi in lingua inglese di argomento teatrale, e Book Received (pp. 97-100), con le segnalazioni delle ultime pubblicazioni di area anglosassone.


di Andrea Simone


La copertina

cast indice del volume


 



 
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