Il
nuovo volume monografico della rivista diretta da Luca Massimo Barbero, a cura di Cristina Guarnieri e Andrea
De Marchi, ha per tema Rabeschi
doro. Pittura e oreficeria a Venezia in età gotica. Un approfondimento
sulla lavorazione dei metalli preziosi nella pittura lagunare delle origini
seconda tappa ideale di una mostra di qualche anno fa su Lorenzo Veneziano
(Tours, Musée des Beaux-Arts, 2005) che faceva il punto sulle carpenterie e
sulle strutture lignee dei polittici veneziani del XIV secolo. Nel
primo contributo De Marchi ripercorre la storia della pittura veneziana, dal
Duecento alla metà del Quattrocento, dal punto di vista del trattamento della
lamina doro. Grazie al sapiente connubio tra superficie dipinta e intagli
dorati frastagliati, le tavole lagunari di età gotica e tardogotica sono le
uniche in grado di rivaleggiare con gli equivalenti toscani. Dai ricami dorati
di Lorenzo Veneziano alle innovazioni del polittico di Valleromita di Gentile
da Fabriano, dalle preziosità di Jacopo Bellini ai fantasiosi lavori di Paolo e
Giovannino Veneziano, De Marchi illustra i più significativi risultati del
sodalizio tra pittura e arte orafa, in bilico tra sperimentazione e
standardizzazione imprenditoriale. Cristina
Guarnieri propone uno studio propedeutico alle indagini sulle tecniche di
lavorazione della lamina doro su tavola condotte nei saggi successivi frutto
di tesi specialistiche, di specializzazione e di dottorato avviate o discusse
presso le Università degli studi di Udine e di Padova. La studiosa fa il punto
sullo stato dellarte e ripercorre, a larghe campiture, lo sviluppo di tali
tecniche, attraverso gli esempi di Lorenzo e Paolo Veneziano, di Jacobello del
Fiore, di Nicolò e Zanino di Pietro e di Jacopo Bellini. La
lavorazione della foglia doro nei fondi dipinti, nelle specchiature dei nimbi,
negli attributi e nelle suppellettili dei santi, nei tessuti e nei gioielli è studiata
da Valeria Poletto, Roberta Maria Salvador, Irene Samassa e Pamela Buttus. La stagione indagata da Poletto è quella tra 1270 e
1330 caratterizzata dalla improvvisa esplosione di
ricche decorazioni del fondo, con disegni puntiformi, graniti e luso parco dei
punzoni. Salvador si concentra invece sul periodo 1310-1360 quando si
affermano Paolo di Martino e la sua bottega famigliare cui è legata la
codificazione di un sistema di ornati contraddistinto da girali con racimoli a
tre bolli. Samassa si occupa del quarantennio 1340-1380 innervato dalle novità di Lorenzo Veneziano il quale, sfruttando in
maniera inedita le potenzialità della granitura, prende congedo dal motivo a
girali e racimoli codificato da di Martino. Infine Buttus approfondisce librido
spettro di prassi decorative (graniture, rilievi in gesso e punzoni) elaborato
tra il 1380 e la metà del Quattrocento analizzando i
lavori di Nicolò di Pietro, del Maestro della Madonna Giovanelli, di Jacobello
del Fiore fino a quelli di Zanino di Pietro e dei suoi epigoni, quali il
Maestro del dossale Correr e quello di Roncajette. Matteo Mazzalupi esamina
liconografia del beato Iacopo Salomoni nel restaurato trittico pieghevole di
Paolo Veneziano già nella collezione Kleiweg de Zwaan. Seguono un
approfondimento di Manlio Leo Mezzacasa
sullornato e le microtecniche usate
nelloreficeria sacra delle chiese veneziane tra linizio del Trecento e la
metà del Quattrocento, e lanalisi condotta da Silvia Spiandore sulla decorazione dellaltare portatile
rettangolare conservato nel Museo della cattedrale di Medina a Malta, risalente
al 1320 circa. Molto
curato, come di consueto, lapparato iconografico, composto quasi interamente
da immagini ad altissima risoluzione. La Bibliografia
dellarte veneta, disponibile in ebook
scaricabile gratuitamente, è firmata anche per questo numero da Paolo
Delorenzi e da Meri Sclosa.
di Gianluca Stefani
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