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Arte Veneta, n. 71, 2014
Rivista di storia dell'arte fondata nel 1947

A cura di Istituto di Storia dell'Arte - Fondazione Giorgio Cini

240 pp., euro 95,00

Il nuovo volume monografico della rivista diretta da Luca Massimo Barbero, a cura di Cristina Guarnieri e Andrea De Marchi, ha per tema Rabeschi d’oro. Pittura e oreficeria a Venezia in età gotica. Un approfondimento sulla lavorazione dei metalli preziosi nella pittura lagunare delle origini seconda tappa ideale di una mostra di qualche anno fa su Lorenzo Veneziano (Tours, Musée des Beaux-Arts, 2005) che faceva il punto sulle carpenterie e sulle strutture lignee dei polittici veneziani del XIV secolo.

Nel primo contributo De Marchi ripercorre la storia della pittura veneziana, dal Duecento alla metà del Quattrocento, dal punto di vista del trattamento della lamina d’oro. Grazie al sapiente connubio tra superficie dipinta e intagli dorati frastagliati, le tavole lagunari di età gotica e tardogotica sono le uniche in grado di rivaleggiare con gli equivalenti toscani. Dai ricami dorati di Lorenzo Veneziano alle innovazioni del polittico di Valleromita di Gentile da Fabriano, dalle preziosità di Jacopo Bellini ai fantasiosi lavori di Paolo e Giovannino Veneziano, De Marchi illustra i più significativi risultati del sodalizio tra pittura e arte orafa, in bilico tra sperimentazione e standardizzazione imprenditoriale.

Cristina Guarnieri propone uno studio propedeutico alle indagini sulle tecniche di lavorazione della lamina d’oro su tavola condotte nei saggi successivi frutto di tesi specialistiche, di specializzazione e di dottorato avviate o discusse presso le Università degli studi di Udine e di Padova. La studiosa fa il punto sullo stato dell’arte e ripercorre, a larghe campiture, lo sviluppo di tali tecniche, attraverso gli esempi di Lorenzo e Paolo Veneziano, di Jacobello del Fiore, di Nicolò e Zanino di Pietro e di Jacopo Bellini.

La lavorazione della foglia d’oro nei fondi dipinti, nelle specchiature dei nimbi, negli attributi e nelle suppellettili dei santi, nei tessuti e nei gioielli è studiata da Valeria Poletto, Roberta Maria Salvador, Irene Samassa e Pamela Buttus. La stagione indagata da Poletto è quella tra 1270 e 1330 caratterizzata dalla improvvisa esplosione di ricche decorazioni del fondo, con disegni puntiformi, graniti e l’uso parco dei punzoni. Salvador si concentra invece sul periodo 1310-1360 quando si affermano Paolo di Martino e la sua bottega famigliare cui è legata la codificazione di un sistema di ornati contraddistinto da girali con racimoli a tre bolli. Samassa si occupa del quarantennio 1340-1380 innervato dalle novità di Lorenzo Veneziano il quale, sfruttando in maniera inedita le potenzialità della granitura, prende congedo dal motivo a girali e racimoli codificato da di Martino. Infine Buttus approfondisce l’ibrido spettro di prassi decorative (graniture, rilievi in gesso e punzoni) elaborato tra il 1380 e la metà del Quattrocento analizzando i lavori di Nicolò di Pietro, del Maestro della Madonna Giovanelli, di Jacobello del Fiore fino a quelli di Zanino di Pietro e dei suoi epigoni, quali il Maestro del dossale Correr e quello di Roncajette.

Matteo Mazzalupi esamina l’iconografia del beato Iacopo Salomoni nel restaurato trittico pieghevole di Paolo Veneziano già nella collezione Kleiweg de Zwaan. Seguono un approfondimento di Manlio Leo Mezzacasa sull’ornato e le microtecniche usate nell’oreficeria sacra delle chiese veneziane tra l’inizio del Trecento e la metà del Quattrocento, e l’analisi condotta da Silvia Spiandore sulla decorazione dell’altare portatile rettangolare conservato nel Museo della cattedrale di Medina a Malta, risalente al 1320 circa.

Molto curato, come di consueto, l’apparato iconografico, composto quasi interamente da immagini ad altissima risoluzione. La Bibliografia dell’arte veneta, disponibile in ebook scaricabile gratuitamente, è firmata anche per questo numero da Paolo Delorenzi e da Meri Sclosa.


di Gianluca Stefani


La copertina

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