Prezioso e accurato questo lavoro di Federica Mazzocchi che ricostruisce, facendo buon uso di un ricco
apparato di immagini e di documenti, uno degli spettacoli più significativi del
secondo dopoguerra italiano. Dopo una prima parte dedicata alla fase
preteatrale del lavoro dello scrittore Testori e del regista Visconti – due tra i protagonisti della drammaturgia e regia
italiane di quel tempo – il cuore del libro è occupato dallanalisi dello
spettacolo stesso, con osservazioni attente alla struttura del copione
originale, ai successivi tagli operati in corso dopera dal regista ma prima
ancora dalla ottusa censura del tempo applicata al testo prima ancora della sua
rappresentazione.
Il capitolo intitolato Dentro lo spettacolo contiene
osservazioni sul copione quale è documentato prima e dopo ladattamento
registico. Le pagine dattiloscritte contengono numerose correzioni manoscritte
o notazioni registiche, tagli di frasi che ci mettono così al corrente del
lavoro di Visconti nel momento del suo farsi, tanto in relazione alluso dello
spazio, dei costumi e degli oggetti di scena, quanto – soprattutto – in
riferimento alla direzione della recitazione e delle cosiddette azioni
sceniche. Ma le osservazioni più originali sono
quelle relative al lavoro degli attori. In particolare lautrice si sofferma
con intelligenza sulla recitazione di Rina Morelli e Paolo
Stoppa, dal cui lavoro scenico dipese gran parte della forza dello
spettacolo. Coppia collaudata in precedenti e memorabili regie viscontiane per
oltre venti anni, i due attori vengono utilizzati dal regista come portatori
dellarte recitativa “allantica italiana” – quella vincolata dal rispetto dei
“ruoli” – ma nello stesso tempo come interpreti dotati di una marcata
personalità (che Visconti sapeva calibrare e governare senza soffocarla). I riferimenti alle parti che furono
allepoca del debutto censurate per gli espliciti riferimenti omosessuali
vengono accompagnate da citazioni tratte da recensioni giornalistiche
contemporanee (pp. 79 e ss.) e da una sobria e intelligente contestualizzazione.
Ma sono ancora più interessanti le testimonianze degli interpreti di cui
Mazzocchi si serve per ricostruire latteggiamento degli attori e delle attrici
davanti allimperativo registico di Visconti. Lultimo capitolo (Diario di una
censura, pp. 85-100) traccia la cronaca dellottusa condanna inflitta allo
spettacolo: dal 3 novembre 1960, data del primo divieto alla rappresentazione
da parte della commissione di censura, al 23 aprile 1964 quando il Tribunale di
Roma assolse Testori e l'editore Feltrinelli dall'accusa di pubblicazione e spettacolo osceni. Il volume registra un ricchissimo
apparato iconografico e un dvd che contiene le intense musiche originali di Nino
Rota e la registrazione audio dello spettacolo. Insomma, si tratta di
un libro prezioso da conservare.
di Siro Ferrone
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