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Theaterheute, Nr. 10, October 2015


pp. 80, € 13
ISSN 0040 5507

Questo numero della rivista rende omaggio a Bert Neumann, prestigioso scenografo della Volksbühne di Berlino prematuramente scomparso, con una serie di qualificati contributi impreziositi da elegante apparato fotografico. Il regista Johan Simons ricorda l’amico conosciuto nel 2003 e ripercorre i loro spettacoli di maggior successo: da Anatomie Titus Fall of Rome ai Kammerspiele di Monaco a Soylent Green ist Menschenfleisch, sagt es allen weiter alla Volksbühne nel 2003 sino a Simon Boccanegra rappresentato all’Opéra National de Paris nel 2006. Un altro regista di spicco, René Pollesch, offre una testimonianza sulla collaborazione di Neumann con il teatro berlinese, esaminando i quadri scenici ideati nel 2012 per Kill your darlings! Streets of Berladelphia, che costituiscono il punto di arrivo di una ricerca avviata con l’impianto scenico modellato per Der Idiot e Der Meister und Margarita nel 2002. Infine Franz Wille, storica firma di «Theaterheute», apre le porte dell’officina creativa di Neumann svelando il trattamento dei materiali figurativi in rapporto allo spazio scenico.

La ricca e aggiornata sezione di Aufführungen, lo spazio dedicato alla recensione degli spettacoli più importanti prodotti nei paesi di lingua tedesca, si apre con il festival Ruhrtriennale, inaugurato da Simons con Accattone. Ricavato dall’omonimo film di Pasolini, il regista tedesco aggiorna il sottoproletariato romano del dopoguerra alla condizione di miseria globalizzata di oggi, realizzando uno spettacolo di denuncia sociale avvolto dalle musiche di Bach e interpretato da Sandra Hüller, Lucas von der Lühe, Jeff Wilbusch, Elsie de Brauw. Il Burgtheater di Vienna ha ospitato la messinscena di Der Revisor di Gogol’ per la regia di Alvis Hermanis, che adatta il testo del 1836 alle problematiche del presente attraverso uno scavo psicologico dei personaggi, affidati alle competenze di Fabian Krüger, Dietmar König e Michael Maertens, impegnati nei ruoli principali.

Attinge dal repertorio della drammaturgia contemporanea la programmazione del berlinese Maxim Gorki Theater con la messinscena di The Situation di Yael Ronen, un testo di incontro-scontro tra palestinesi e israeliani con connesse implicazioni di matrice terroristica interpretato da attori appartenenti alle corrispettive nazioni, quali Orit Nahmias, Maryam Abu Khaled, Yousef Sweid, Ayham Majid Agha, Dmitrij Schassd. Si è presentata ricca e ben articolata la programmazione dell’annuale Festival di Salisburgo diretto da Markus Hinterhäuser, che ha invitato Stefan Kimmig a dirigere il goethiano Clavigo con Susanne Wolff, Marcel Kohler, Moritz Grove e Franziska Machens. L’inglese Henry Mason firma la regia di Die Komödie der Irrungen di Shakespeare letta in chiave moderna e ben interpretata, tra gli altri, da Florian Teichmeister, Thomas Wodianka, Rafael Schuchter e Alexander Jagsch.

Molti sono stati gli spettacoli di rilievo iscritti nel cartellone del Festival Théâtre di Avignone, a partire dallo shakespeariano Antonius und Cleopatra, nella suggestiva e minimale riduzione del regista portoghese Tiago Rodrigue, e Lear nella versione elaborata da Oliver Py, anche direttore della rassegna, che inserisce nella messinscena macabre citazioni grand-guignol. Di pregevole qualità è risultato l’allestimento di Le Vivier des noms di Valère Novarina.

Si prosegue con il Festival Theaterformen di Hannover, ora diretto da Martine Dennewald. Marco Layera, regista del cileno Teatro La Re-Sentida, cura Fantasie für Morgen, storia di Salvador Allende. Ed è questa la punta di diamante di una manifestazione piuttosto mediocre sotto il profilo artistico.

«≈ [ungefähr gleich]» è il titolo molto particolare della novità di Jonas Hassen Khemiri pubblicata nella sezione Das Stück e recentemente allestita al Thalia Theater di Amburgo da Anne Lenk che muove sul palcoscenico un gruppo di bravi attori (André Szymanski, Steffen Siegmund, Christina Geisse, Chathérine Seifert) impegnati a raccontare storie di carriere e dinamiche famigliari del mondo d’oggi.

La rubrica Ausland si occupa del festival estivo di Atene e Epidauro. Fra i tanti spettacoli registrati in locandina emerge Der Fall Farmakonis oder Die Justiz des Meers dello scrittore e regista Anestis Azas che, usando la formula del teatro documento, ricostruisce il naufragio del 20 gennaio 2014 avvenuto al largo dell’isola greca evocata nel titolo, per poi denunciare la posizione di chiusura dell’Europa di fronte al problema migratorio. L’installazione Resos ideata da Katerina Evangelatos legge in chiave moderna personaggi dedotti dalla mitologia greca, mentre in Ich wünsche nur ein Land Marianna Kalbari dirige trenta allievi della Scuola dell’Attore di Atene impegnati in una performance di danza, in cui sogni e desideri di migranti e turisti creano un condiviso spazio di pace e di guerra.

Si rivolge al repertorio classico il giovane regista Konstantinos Dellas per la messinscena dell’Elektra sofoclea interpretata in chiave psicoanalitica: tutti i personaggi sono dei ‘pazienti’ e il palazzo del re diventa un grande letto ospedaliero. Al teatro di Epidauro Simons Kakleas ha firmato la regia di Orestes, trasformando gli attori in moderni e dissacranti manichini-pupazzi. Ricca di spunti l’intervista rilasciata da Yorgos Loukos, direttore artistico della rassegna di Epidauro, che parla della crisi economica e anche creativa del teatro greco contemporaneo.

Infiene, le pagine di Zeitgeschichte sono occupate da estratti del volume di Michael Eberth, Einheit. Berliner Tagebucher 1990-96 (Berlin, Alexander, 2015). L’autore è stato dramaturg del Deutsches Theater della capitale tedesca e in questi diari di lavoro racconta la vita artistica della principale istituzione teatrale della Germania.


di Massimo Bertoldi


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