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Dolci trionfi e finissime piegature
Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici
Catalogo della mostra a cura di Giovanna Giusti e Riccardo Spinelli (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, 10 marzo-7 giugno 2015)

Livorno, Sillabe, 2015, 151 pp., euro 18.00
ISBN 978-88-8347-777-5

Da tempo la storiografia ha messo in valore l’importanza delle feste per il matrimonio di Maria dei Medici con Enrico IV (celebrato per procura a Firenze il 5 ottobre 1600). Si pensi al volume di Sara Mamone, Firenze e Parigi due capitali dello spettacolo per una regina: Maria dei Medici (1988), che ricostruisce e interpreta in un’ottica sovranazionale d’ampio respiro il progetto politico-culturale e performativo di quel ciclo di festeggiamenti. Più di recente non sarà inutile ricordare il contributo di Anna Maria TestaverdeNuovi documenti sulle scenografie di Ludovico Cigoli per l’“Euridice” di Ottavio Rinuccini (1600) (2003), nonché il catalogo della mostra, a cura di Caterina Caneva e Francesco Solinas, Maria de’ Medici (1573-1642). Una principessa fiorentina sul trono di Francia (2005). Spicca, in entrambi i lavori, il ritrovamento presso l’Archivio di stato di Firenze di nuovi documenti amministrativi che permettono di approfondire il ferreo sistema organizzativo mediceo del tempo della festa.

Sul confronto tra tale materiale d’archivio, già noto, e la topica Descrizione di Michelangelo Buonarroti il Giovane si basa in larga misura anche il recente volume Dolci trionfi e finissime piegature. Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici edito, a cura di Giovanna Giusti e Riccardo Spinelli, in occasione dell’omonima esposizione (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, 10 marzo-7 giugno 2015). Al centro delle indagini troviamo il banchetto allestito nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio (5 ottobre) e la rappresentazione dell’Euridice di Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini in Palazzo Pitti (6 ottobre). 

Spinelli rintraccia nelle filze della contabilità granducale i nomi dei tanti “manifattori” che, sotto l’attenta “regia” di Bernardo Buontalenti, realizzarono gli apparati per il ricordato banchetto nuziale (pp. 15-23). Un eccellente esempio della capacità inventiva degli artigiani fiorentini anche nella lavorazione dello zucchero e della stoffa. Una pratica, quella di “figurar zuccheri” che, se raggiunse esiti straordinari in occasione delle nozze di Maria dei Medici, non fu invenzione del momento o solo fiorentina. Come dimostra la Giusti nel ripercorrere il crescente apprezzamento per confetture e statue in zucchero documentato, a partire dal XIII secolo, presso le corti europee (pp. 25-35). Ma come venivano realizzate quelle sculture? La risposta è affidata a Sarah e Giacomo Del Giudice che, seguendo le tecniche dell’epoca, hanno realizzato copie di alcuni dei bozzetti di Giambologna che già furono modello per le decorazioni conviviali del 1600 (pp. 49-53). Joan Sallas si concentra invece sull’arte della piegatura dei tovaglioli che, inizialmente affidata ai sarti più esperti, divenne una vera e propria specializzazione con Mattia Giegher, autore di tre noti trattati sull’arte dell’apparecchiare e del servire a tavola: Il trinciante (1621), Lo scalco (1623) e il Trattato delle piegature (1629) (pp. 39-47). Infine, Giovanna Fezzi Borella e Claudio Rocca tentano di ricostruire, tramite le nuove tecnologie, la credenza a forma di giglio di Francia progettata da Jacopo Ligozzi per ostentare oltre duemila pezzi provenienti dai tesori granducali (pp. 67-69).

Da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti. Laura Baldini indaga l’ubicazione di quella “sala alta” alias “Salone delle commedie” in cui andò in scena l’Euridice (pp. 55-57). A quel celebre spettacolo sono dedicate le pagine di Testaverde che, dopo avere proposto una interpretazione in chiave politica, conferma la paternità delle scene a Ludovico Cardi detto il Cigoli (pp. 59-65).

Chiude la sezione saggistica la trascrizione delle notizie della Descrizione di Michelangelo Buonarroti il Giovane dedicate al banchetto e alla rappresentazione dell’Euridice (pp. 73-77). Seguono il Catalogo delle opere e dei documenti esposti corredato da schede puntuali (pp. 79-145) e la Bibliografia (pp. 146-151). Un evento espositivo di grande suggestione, penalizzato forse da un catalogo non sempre originale.

 


di Lorena Vallieri


La copertina

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