Il
settantesimo numero della rivista diretta da Luca Massimo Barbero propone, nellelegante veste grafica
inaugurata con il precedente fascicolo, sette saggi dedicati alla storia
dellarte veneziana tra i secoli del Basso Medioevo e il primo scorcio dellOttocento.
Nel
primo contributo Luca Fabbri fa il
punto sulle vicende costruttive della residenza vescovile di Verona tra XII e
XIV secolo alla luce di nuovi dati emersi con i recenti restauri delle facciate
del complesso episcopale. La ricognizione delle strutture interne ed esterne del
palazzo si avvale di un dettagliato apparato iconografico che comprende i
rilievi architettonici effettuati dai restauratori tra il 2004 e il 2006.
Roberta
Battaglia si
occupa della scultura lignea quattrocentesca del Cristo passo recentemente acquisita dalle Gallerie dellAccademia
di Venezia, in origine collocata su un altare della chiesa lagunare di Santa Caterina.
Lopera, policroma e realizzata con una peculiare tecnica di intaglio, si
inserisce in una tradizione di scultura locale: si pensi al Crocifisso di San Lorenzo ora in
SantAponal e a quello attualmente conservato nel convento di San Francesco
della Vigna.
Al
cinquecentesco Monumento a Bartolomeo
Sanvito nella chiesa di San Francesco a Padova è dedicato il contributo di Andrea Bacchi, il quale ascrive quel
singolare altare/monumento funebre allo scultore di origine lombarda Giovanni
Battista da Carona. Compete invece a Fernando
Loffredo lattribuzione a Bartolomeo Bergamasco e a Pietro Paolo Stella di
unaltra fastosa tomba coeva, quella del condottiero Ludovico Euffreducci nella
chiesa dei frati minori di San Francesco a Fermo, tradizionalmente ritenuta di
Andrea Sansovino.
Stefania Masson indaga il legame
personale e professionale tra Jacopo Palma il Giovane e Giacomo Franco, attraverso una ricognizione dellopera grafica dei due artisti.
Monumenti
funebri veneziani e memoria sono al centro del corposo contributo di Massimo Favilla e Ruggero Rugolo. Se nel Seicento quasi ogni doge ebbe il proprio
mausoleo autocelebrativo, nel secolo successivo i signori di Venezia
preferirono (con leccezione di Giovanni II Corner) tombe ed esequie più
dimesse: un mutamento di sensibilità dettato dalla perdita di fiducia in una
Repubblica al tramonto.
Elena Catra e Antonella Mampieri approfondiscono il rapporto tra Canova e il tema
della Pietà e in particolare evidenziano come alcuni progetti scultorei
dellartista possagnese siano stati sviluppati dopo la sua morte da Cincinnato
Baruzzi su incarico del fratello dello scultore scomparso, monsignor
Giovanni Battista Sartori.
Ricche
di contenuti anche le consuete rubriche. In Segnalazioni
si registrano la meticolosa analisi di alcuni codici liturgici miniati
custoditi nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia a Venezia, a firma di Annalisa Pandolfo; due contributi in
lingua francese e inglese di Philippe
Malgouyres e di Terence Le Deschault
de Monredon sulle lampade bronzee rinascimentali del Louvre e sulle inedite
incisioni di una cinquecentesca mariegola veneziana alla Fondation Hardt; le
ricognizioni di Amalia Pacia, Massimo De Grassi, Simone Guerriero, Olivier
Meslay, Luca Sperandio, Mary Newcome Schleier rispettivamente
su una ritrovata tavola con i Santi
Pietro martire e Bartolomeo in adorazione della croce di Pase Pace; sulle
attribuzioni a Giacomo Piazzetta e a Francesco Bernardoni di preziosi esemplari
ebanistici; sulle sculture di Giovanni Bonazza al Museum für Kunst und Gewerbe
di Amburgo e al Dallas Museum of Art; sulla Via
Crucis a più mani di Santa Maria del Giglio; sullattività del pittore
Giovanni David a Venezia nel 1780.
In
Carte dArchivio Anna Pizzati dà conto di inedite carte a integrazione di un codice
diplomatico di Tullio Lombardo reso noto nel 2008. Marie-Louise Lillywhite esamina il tabernacolo della veneziana
chiesa di Santa Maria dellUmiltà alla luce di un ritrovato documento. Nicolò Marini aggiunge spigolature
archivistiche alla lacunosa biografia di Benedetto Caliari. Davide Dossi ascrive il dipinto con lAllegoria della Pittura di Alessandro
Turchi alla collezione dellavvocato veronese Giovan Pietro Curtoni. Paola Rossi ricostruisce i rapporti
degli scultori Antonio Corradini e Giovanni Maria Morlaiter con il celebre
committente darte Johann Matthias von der Schulenburg. I già citati Favilla e
Rugolo pubblicano due lettere inedite relative alla commissione del Ritratto di Antonio Riccobono di
Giambattista Tiepolo. Louis Cellauro
rende note alcune missive conservate alla biblioteca Marciana di Venezia che
gettano nuova luce sul perduto trattato di architettura di Carlo Lodoli.
Chiudono
il volume le Cronache, in cui Luciana Crosato Larcher fa il punto sulla mostra su Paolo Veronese curata
da Paola Marini e Bernard Aikema (Palazzo della Gran Guardia di Verona, 2014); le
Letture, con la recensione di Franco
Barbieri al volume di Massimo Negri sugli scultori Vincenzo e Gian Gerolamo
Grandi (Trento 2014); e i Restauri, che
registrano il resoconto di Pietro Moioli
e Claudio Seccaroni sui recenti lavori
eseguiti su una anonima Sacra
conversazione della collezione Doria Pamphilj (già attribuita a Tiziano).
Si
segnala per ogni contributo il ricco e puntuale apparato iconografico. Si
ricorda, infine, che a partire dal precedente numero
la Bibliografia dellarte veneta è in
e-book gratuito (qui il link),
curata per questo fascicolo da Paolo
Delorenzi (monografie) e Meri Sclosa
(periodici).