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Hystrio, a. XXVIII, n. 4, ottobre 2015
Trimestrale di teatro e spettacolo

pp. 112, euro 10,00
ISSN 1121-2691

Sono prelibati gli oggetti esposti nella Vetrina di questo numero autunnale di Hystrio. Roberto Canziani si occupa di Stefania Rocca, attrice di successo cinematografico recentemente salita alla ribalta teatrale con l’interpretazione di Scandalo di Arthur Schnitzler (produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia). Con Francesca Serrazanetti ci si trasferisce in Spagna per apprezzare il sorprendente numero di nuovi teatri realizzati negli ultimi vent’anni, anche se lo sviluppo architettonico di spazi per lo spettacolo si è interrotto intorno al 2008 (ad eccezione di Barcellona). Matteo Antonaci sposta l’attenzione in Giappone dove un gruppo di artisti – Ryoji Ikeda, Hiroaki Umeda, Daito Manabe e la performer Hatsune Miku – assimila l’essenza espressiva delle marionette del Bunraku e la contamina di elementi robotiani, tanto da assumere una dimensione corporea in grado di alterare il rapporto con lo spazio e la percezione dello spettatore.

Canziani rende omaggio a Giuliano Scabia, in occasione del suo ottantesimo compleanno, con un articolo in cui ripercorre la biografia essenziale dell’uomo e dell’artista che, tra l’altro, ha recentemente offerto la supervisione alla messinscena del suo Viaggio nel teatro vagante in programma al Mittelfest di Cividale del Friuli. Un altro compleanno eccellente è il traguardo dei cent’anni raggiunti da Artur Miller. Fabrizio Sebastian Caleffi affronta il rapporto non sempre lineare del drammaturgo con il teatro italiano. Un’altra ricorrenza importante, i trent’anni di attività del Teatro Argot, è materia per Andrea Porcheddu, il quale, oltre a proporre un bilancio culturale, si occupa del futuro dello spazio romano ora diretto da Tiziano Panici e Francesco Frangipane.

La prima tappa di Teatromondo è fissata a Edimburgo. Maggie Rose racconta lo svolgimento del Festival ufficiale (Eif) con la presenza, tra i big, di Robert Lepage con l’autobiografico 887 e di Simon Borney, autore e interprete di The Encounter dedicato all’Amazzonia. Nel ricco cartellone del Fringe Festival spiccano gli scozzesi Vanishing Point con l’innovativo Tomorrow, lo scrittore-performer Jo Clifford con The Gospel According to Jesus, Queen of Heaven e gli adattamenti shakespeariani: Titus Andronicus (The Piemaker’s Tale) e Juliet, the Party Planner del Globe Theatre. Non sono mancati i contributi italiani offerti da Davide Verazzani (A Life with the Beatles) e Anna Carfora (Circular/La strada circolare).

Tra gli oltre mille spettacoli in e off proposti al Festival di Avignone, Francesca Vitale sceglie: À mon âge je me cache encore pour fumer di Rayhana per la messa in scena di Fabian Chappuis, con sette donne protagoniste; Les vibrants della promettente Aida Asgharzadeh; Manger della compagnia Zygomatic. Tra gli italiani si sono distinti Fabio Marra in Ensemble, Luca Franceschi con Dom Juan 2.0 e Les irrévérencieux, un incontro tra Commedia dell’Arte e danza hip hop.

Alla rassegna berlinese Foreign Affairs guarda con attenzione Davide Carnevali che si concentra, tra i tanti spettacoli, su Mount Olympus – To glorify the cult of tragedy, monumentale performance di ventiquattro ore di Jan Fabre che rivisita miti e figure della tragedia greca e su Table Top Shakespeare di Forced Enterteinment, che presenta l’opera completa del classico inglese in quaranta sessioni. Di pregio sono risultati i contributi della danza, dalla novità Barbarians del britannico Hofesh Shechter alle prove di Angélica Liddell.

Teatromondo si trasferisce in Kosovo per incontrare, grazie al contributo di Franco Ungaro, Jeton Neziraj, autore di testi militanti spesso sottoposti a censura. Stretti rapporti culturali con la propria terra e adozioni di linguaggi legati alle tecnologie caratterizzano il percorso creativo dei libanesi Lina Majdalanie e Rabih Mroué, come raccontato nell’intervista rilasciata a Laura Bevione, che inoltre recensisce il loro Biokhraphia, spettacolo recentemente presentato al Festival delle Colline Torinesi.

In Teatro Ragazzi Mario Bianchi inquadra le rassegne di spettacoli rivolti alle giovani platee. Si parla dei festival di Vimercate e di Pescara. Il comico: istruzioni per l’uso è il titolo del dossier curato da Maddalena Giovannelli e Martina Treu. In apertura Sara Chiappori intervista Stefano Bartezzaghi che illustra la prima edizione del festival livornese Il senso del ridicolo da lui diretto soffermandosi poi sul significato del comico e della satira contemporanea. Si prosegue con Martina Treu, cui compete l’esame di Aristofane calato nella Grecia classica e affrontato nel Novecento da grandi registi, tra i quali Luigi Squarzina (Donne al Parlamento, teatro romano di Benevento, 1957), Karolous Koun, Luca Ronconi (Rane, Teatro greco di Siracusa, 2002), per arrivare ai recenti contributi, tra i tanti, del Teatro delle Albe e di Mario Perrotta.

La strage della redazione di «Charlie Hebdo» permette a Luciano Canfora di avviare una riflessione sul rapporto tra libertà di stampa, satira e politica. A partire dalla constatazione che il linguaggio comico diventa più efficace e dissacrante di fronte alla rappresentazione di figure legate al rigore istituzionale, Eva Marinai propone un breve excursus da Aristofane a Totò fino agli interpreti più recenti. In merito al declino della commedia italiana, complice anche il linguaggio estemporaneo del web, è necessario, secondo Andrea Pocosgnich, che il teatro recuperi la sua tradizione comica adeguandola alla contemporaneità, sulla base di quanto sperimentato da scrittori come Daniele Timpano e Andrea Cosentino.

La sostanza comica con aperture all’ironia caratterizza certi percorsi creativi interni alla danza che il contributo di Maddalena Giovannelli individua nel Tanztheater di Pina Bausch, in Ambra Senatore e negli Zerogrammi. Le competenze culturali di Giuseppe Montemagno mettono il lettore a contatto con l’opera buffa e il suo declino nel corso dell’Ottocento. Il dossier prosegue con l’analisi di Mario Bianchi relativa al meccanismo che muove la risata nel bambino passando in rassegna gli spettacoli più riusciti nella resa artistica dei paradossi e del surreale. Dopo l’articolo di Roberto Rizzente dedicato al rapporto tra danza e arti visive a effetto comico, il contributo di Flavio Oreglio si sofferma sulle caratteristiche del cabaret, oggi confuso con l’intrattenimento televisivo, e ne ripercorre i successi dagli anni ’50 a oggi.

In che misura la comicità televisiva degli anni Ottanta abbia condizionato le giovani compagnie del teatro off italiano è oggetto dell’intervento di Renzo Francabandera, che chiama in causa i linguaggi di fredda ironia e non-sense proposti da Teatro Sotterraneo, Paolo Nani, Carrozzeria Orfeo, CollettivO CinematicO. Claudia Cannella, Maddalena Giovannelli e Martina Treu raccolgono le voci per la compilazione di un glossario comico interpellando interpreti creativi e qualificati, quali Natalino Balasso, Andrea Cosentino, Lella Costa, Emma Dante, Gioele Dix, Marco Martinelli, Flavia Mastrella/Antonio Rezza, Moni Ovadia, Paolo Rossi, Serena Sinigallia, Teatro Sotterraneo, Teatro Segreto di Satira.

Nella sezione Nati ieri / I protagonisti della giovane scena / 47, Claudia Cannella traccia un dettagliato bilancio dell’ultima edizione del Premio Scenario vinto dal monologo Mad in Europe dell’omonima compagnia di Varese, scritto e interpretato da Angela Demattè, cui seguono Gianni, un altro monologo di pregevole fattura di Caroline Baglioni, e Pisci ‘e paranza di Mario De Masi.

La consueta e corposa sezione delle Critiche ordina le tante recensioni degli spettacoli secondo criteri regionali. Il testo scelto dalla redazione della rivista milanese è Malacrescita di Mimmo Borrelli, vincitore del Premio Hystrio alla Drammaturgia 2015. In Biblioteca Albarosa Camaldo raccoglie le schede relative alle novità editoriali italiane legate allo spettacolo. Competono a Roberto Rizzente le tante e preziose informazioni raccolte in La società teatrale.


di Massimo Bertoldi


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