Punto
di riferimento imprescindibile per gli specialisti di area veneziana, veneta e
internazionale, «Arte Veneta» si presenta nel suo sessantanovesimo numero in
una rinnovata veste grafica (edizioni Electa). Un rinnovamento formale nella continuità:
immutato limpianto scientifico, contraddistinto dalla varietà dei temi e degli
approcci metodologici, dalla multidisciplinarietà, dallamore per la ricerca e
per il patrimonio artistico veneto. E nel segno del legame inscindibile con la
Fondazione Cini: dal 1976 la redazione della prestigiosa rivista ha sede nellisola
di San Giorgio Maggiore, presso lIstituto di Storia dellArte diretto dal 2013 da Luca Massimo Barbero, autore del bellEditoriale che apre questo volume.
Il
primo saggio, a firma di Szilárd Papp,
presenta la scoperta di una scultura marmorea con Cristo in trono, attribuita al veneziano Andriolo de Santi (1320
ca.-1375), originariamente collocata nella chiesa di SantAgostino a Cremona e
attualmente conservata presso lo Szépművészeti
Múzeum di Budapest. Parimenti di matrice trecentesca è il ciclo dei
ritratti degli imperatori romani affrescati da Altichiero da Zevio nei sottarchi
e nei pennacchi della loggia dellex Palazzo degli Scaligeri a Verona, catalogati
da Ettore Napione con schede illustrate.
Matthias Wivel e Troels Filtenborg si occupano di un
dipinto poco studiato, un giovanile Ritratto
maschile di Tiziano conservato alla Ny
Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, affrontando le dibattute questioni sulla sua
attribuzione e datazione, nonché sullidentità del soggetto (si tratta forse del
maestro del pittore, Giovanni Bellini). Simona
Carotenuto indaga i rapporti del collezionismo e della committenza
pittorica tra Venezia e Napoli nel Sei e Settecento, studiando il caso di
Francesco Solimena (1657-1747), e in particolare delle tele del pittore campano
registrate in data 23 febbraio
1787 nellinventario dei veneziani Baglioni.
Il contributo più corposo è quello di Massimo Favilla e Ruggero
Rugolo, che attraverso indagini darchivio ricostruiscono la decorazione
originaria del gabinetto “degli specchi” di palazzo Corner, eseguita da
Giambattista Tiepolo per conto dei Cornaro di San Polo negli anni Quaranta del
Settecento. Andrea Tomezzoli ripercorre
le vicende collezionistiche della Leda
di Giambettino Cignaroli (1756), restaurata di recente, attestata fin dalle Memorie sulla vita del pittore veronese compilate
da Ippolito Bevilacqua (1771).
Nelle Segnalazioni Mattio Vinco dà notizia di alcune
inedite sculture nel monastero femminile di San Michele di Campagna a Verona,
mentre Samo Štefanac presenta tre
vere da pozzo di origine veneziana ritrovate a Cuba. Se Sara Menato rende noto un Cristo
benedicente di Giovanni Bellini, già della parrocchia di Santo Stefano a
Venezia, Sören Fischer propone nuove
letture della tela con Pecunia di
Gualtiero Padovano, conservata a Dresda. Completano la sezione i contributi di David McTavish su due dipinti
mitologici di Giuseppe Salviati finora ignorati; di Lina Siracusano su una Madonna
con il Bambino di Francesco Cavrioli al Victoria and Albert Museum; di Damir Tulić sul monumento del doge
Giovanni Pesaro in Santa Maria Gloriosa dei Frari; di Luca Fabbri su un inedito dipinto di Giambattista Langetti rintracciato
nel veronese; di Maria Chiara Sassu
sulla fortuna critica del pittore padovano Giovanni Antonio Zonca; e, infine,
di Nina Kudiś e Damir Tulić su una
pala daltare di Giuseppe Nogari conservata nella chiesa parrocchiale di Favaro
Veneto.
Ricca, come di consueto, la sezione Carte darchivio. Bruno
Chiappa mette a punto alcune precisazioni documentarie sullattività della
famiglia Da Castello, lapicidi originari di Porlezza tra Quattro e Cinquecento,
e in particolare sullopera di Francesco nel cantiere di San Giorgio in Braida
a Verona. Silvia Merigo presenta carte
inedite sul pittore Pietro Bellotti (1627-1700), raccolte in una cospicua
appendice e corredate da un ampio apparato di note. Davide Dossi ricostruisce alcune vicende di dispersione e di
recupero di dipinti presso la Galleria Curtoni di Verona, mentre Lino Moretti integra la biografia di
Federico Bencovich con preziose spigolature archivistiche. Fabien Benuzzi fornisce nuovi documenti sul misconosciuto scultore
settecentesco Giovanni Gai; Massimo Favilla e Ruggero Rugolo aggiungono un
inedito tassello documentario allattività tiepolesca nei mezzanini di Ca
Corner a San Cassiano; Raquel Gallego
rilegge il Taccuino italiano di Goya
(1771-1788), ponendo in luce elementi di novità sui rapporti del pittore
spagnolo con Venezia e con i patrizi Farsetti.
In Restauri Eleonora Lanza dà conto delle indagini
diagnostiche cui è stato sottoposto a Helsinki Il ratto delle Sabine
del giovane Tiepolo. Due articoli di Giovanna
Valenzano e di Tiziana Franco (In memoriam) sono dedicati agli scomparsi Italo Furlan e Giovanni Lorenzoni, corredati
dallelenco delle rispettive Pubblicazioni.
Tutti i contributi sono illustrati da puntuale iconografia,
in buona parte a colori e in ottima risoluzione grafica. Unultima novità da
segnalare: la Bibliografia dellarte
veneta, da sempre utile strumento di consultazione per addetti ai lavori e
appassionati, è a partire da questo numero in versione digitale (a cura di Daniele DAnza), accessibile
direttamente on line tramite e-book
scaricabile gratuitamente (qui il link).