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Theaterheute


«Theaterheute», Nr. 1, Januar 2015, pp. 72, € 13
ISSN 0040 5507

Le pagine di apertura di questo numero di «Theaterheute» sono dedicate al ricordo di Heiner Müller, in occasione della ricorrenza dei vent’anni dalla sua scomparsa. Il contributo di Hans-Thies Lehmann approfondisce gli aspetti storici e politici della sua ricca e sperimentale produzione teatrale. L’attrice Bibiana Beglau e la dramaturg Angela Obst analizzano le difficoltà ricettive dei testi sia per l’interprete che per il pubblico. Il regista Sebastian Hartmann si sofferma sul concetto e sulla rappresentazione della morte, tematica trasversale in tutta l’opera mülleriana, mentre Sebastian Baumgarten affronta il tema della catastrofe.

 

La sezione Aufführungen, lo spazio della rivista berlinese in cui si raccolgono le recensioni dei principali spettacoli di recente produzione nei paesi di lingua tedesca, si apre con la messinscena di Warum läuft Herr R. Amok? di Rainer Werner Fassbinder ai Kammerspiele di Monaco. La regia di Susanne Kennedy è di impronta cinematografica e muove gli attori con gesti minimali, come hanno esibito Ingmar Thilo, Erika Waltemath, Anna Maria Sturm.

 

Al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo si è esibito il collettivo Rimini Protokoll con Welt-Klima Konferenz, uno spettacolo–conferenza che pone al centro dell’attenzione il caso dell’Arabia Saudita. Simon Siegfried attinge Deutschstunde dal repertorio di Siegfried Lenz e affida questa applaudita produzione del Thalia Theater di Amburgo a un gruppo di attori qualificati, quali Franziska Hertmann, Jens Harzer, Jorg Pohl, Gabriela Maria Schmeide e Sebastian Rudolph.

 

Allo Schauspielhaus di Stoccarda è stato rappresentato il dramma Furcht und Ekel. Das Privatleben glucklicher Leute, venti scene dedicate all’avvento del nazismo impaginate da Dirk Lauche secondo la versione concepita dalla regia di Jan Gehler, che si basa sugli effetti visivi per rendere plastiche le pose degli attori. Armin Petras ha adattato al palcoscenico il racconto Pfisters Mühle di Wilhelm Raabe, privilegiando gli aspetti apocalittici della storia controversa di questa famiglia ottocentesca. Tra gli attori è doveroso segnalare Manuel Hader, Svenja Liesau, Michael Klammer, Manolo Bertling.

 

E’ una donna spigolosa e fortemente turbata l’omonima protagonista della ibseniana Hedda Gabler interpretata da Yvon Jansen e mossa dalla abile regia di Karin Neuhäuser, che evidenzia l’attualità del dramma allestito allo Schauspiel di Colonia con Niklas Kohrt (Brack) e Guido Lambrecht (Tesman).

 

In Neue Stücke si parla diffusamente degli allestimenti di nuovi testi teatrali, come Land der ersten Dinge / Bludicky di Nino Haratischwili in scena al Deutsches Theater di Berlino con la regia di Brit Bartkowiak, Herrinnen dell’affermata Theresia Walser prodotto al Nationaltheater di Mannheim e Homo Emphaticus di Rebekka Kricheldorf per la regia di Erich Sidler, nuovo intendente del Deutsches Theater di Göttingen. Il testo è pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück di questo numero di «Theaterheute».

 

Le pagine di Akteure sono dedicate a Mirco Kreibisch, Daniel Lommatzsch e Jorg Pohl, giovani attori della compagnia del Thalia Theater di Amburgo recentemente saliti alla ribalta. Il primo, dopo il fortunato esordio nel 2000 con Trip zwischen Welten di Stefan Pucher e altre interpretazioni di successo, si è definitivamente affermato in Romeo und Julia per la regia di Jette Steckel. Attore di marcato umorismo, appreso soprattutto dalle regie di Christoph Marthaler, Lommatzsch si è distinto in modo particolare prima nello schilleriano Don Carlos, poi in Ring der Nibelungen curato da Antù Romeno e da ultimo in Hedda Gabler allestita da Jan Bosse. Infine il talento di Pohl è emerso soprattutto in Die Ratten di Gerhart Hauptmann, affiancato da Lisa Hagmeister nella messinscena firmata da Jette Streckel.

 

La riflessione sul rapporto tra politica e teatro è il filo conduttore del festival Politik im Freien Theater di Friburgo. Nella sezione Freie Szene della rivista si legge una minuziosa cronaca dei tanti spettacoli in programma, tra i quali emergono il Tanztheater proposto da Doris Uhlich in More Than Naked, e poi Not my piece di Martin Schick con Kiriakos Hadjiioannou protagonista e The Civil Wars di Milo Rau, che si avvale di qualificati performers con Karim Bel Kacem, Sara de Bosschere, Johan Leysen.

 

Il viaggio in Ausland inizia dalla rassegna estiva Athen – und Epidauros – Festival diretta da Yorgos Loukos con abilità organizzativa e una visione culturale di stampo internazionale e soprattutto attenta alla valorizzazione di giovani artisti emergenti dal mondo dello spettacolo greco. Tra questi sono stati applauditi Dimitris Karantsas, regista di Helena euripidea letta in chiave contemporanea, l’interpretazione di Dimitra Kousa e Elena Mavridou in Erofili Synopsis di Georgios Chortatsis per la cura scenica di Simon Kakalas, Ich sterbe als Land di Dimitris Dimitriadis con Andrian Frieling nella parte del protagonista e Bluthochzeit di Garcia Lorca allestito da Lena Kitsopoulou. Lo steso direttore rilascia un’intervista in cui spiega le risposte del teatro, con le sue contraddizioni e aspirazioni, alla situazione di crisi in cui riversa la Grecia. Un articolo approfondisce le linee di regia seguite dall’ungherese Arpad Schilling, autore di importanti e qualificati allestimenti dai quali trapelano acute critiche al regime, in modo particolare in The Loser recentemente prodotto al Thaeter Trafo di Budapest.

 

 

di Massimo Bertoldi


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