Theaterheute
«Theaterheute», Nr. 12, Dezember 2014, pp. 72, € 12, 50
ISSN 0040 5507
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Questo numero di «Theaterheute» si apre con la sezione Aufführungen, lo spazio riservato alle recensioni degli spettacoli di recente produzione in area tedesca. Si inizia dalla Volksbühne di Berlino, dove Frank Castorf adatta il romanzo Kaputt di Curzio Malaparte, seguendo un linguaggio scenico aspro e spigoloso, per meglio coniugare la violenza tra i personaggi affidati a Patrick Güldenberg, Jeanne Balibar e Brigitta Hammelstein. Tessa Blomstedt gibt nicht auf è il titolo di un progetto di danza e canto caratterizzato dalladozione di molte soluzioni cinematografiche e interpretato con dovuta maestria da Olivia Grigolli, Lilith Stangenberg, Irm Hermann e Altea Garrido.
Al Deutsches Theater della capitale il pubblico ha applaudito Woyzeck di Georg Büchner in unedizione fortemente innovativa, firmata da Sebastian Hartmann. Il regista focalizza lattenzione sul tema dellamore, violento e dissacrante, tra i due protagonisti, Katrin Wichmann e Benjamin Lillie, disegnati con i cupi colori della contemporaneità. Dalla ricca e dinamica scena berlinese emerge anche Der Untergang der Nibelungen, allestito da Sebastian Nübling al Maxim Gorki Theater. Lo spettacolo segue una lettura marcatamente contemporanea, dominato da atmosfere cupe e cariche di tensione, a partire dalla musica rock scelta come accompagnamento ai gesti e ai movimenti corali degli attori, tra i quali Tim Porath, Aram Tafreshian e Dimitrj Schaad.
Sebastian Hartmann trasforma Purpurstaub di Sean OCasey in Staub, muovendo sul palcoscenico dello Staatsschauspiel di Stoccarda gli interpreti verso movimentate animazioni e improvvisazioni, con virate nella danza che sacrificano, però, la forza storica e politica del testo. Tra gli altri, si sono distinte le abilità di Anja Gerling, Peter René Lüdicke, Manja Kuhl e Manolo Bertling. È stata apprezzata la regia di Antù Nuns per Der Ring: Rheingold/Walküre, incentrata sulla figura di Crimilde, filtrata nei segni della contemporaneità e affidata a una coinvolgente Cathérine Seifert, affiancata da Alexander Simon, Thomas Niedhaus e Marina Galic.
Nella programmazione dello Schauspiel di Colonia figurano due spettacoli di rilievo: Viel gut essen, la novità di Sibylle Berg allestita da Rafael Sanchez, e Das Käthchen von Heilbronn di Heinrich von Kleist, per la regia di Sebastian Hertmann, che si presenta ricca di suggestioni cinematografiche e si sviluppa lungo un percorso articolato sul tema dellamore. Vicino alla protagonista Julia Riedler si sono esibiti Benjamin Höppner, Claudia Amm e Birgit Walter. Aufführungen si conclude allo Stadtspiel di Dresda, che ha ospitato il dramma cechoviano Dei Schwestern, che la regia di Tilmann Köhler trasforma in luminosa metafora delle ansie e delle paure della società contemporanea. Gli applausi hanno premiato la prova di Yohanna Schwertfeger, Lea Ruckpaul, Kilian Land, Ina Piotek e Jonas Friedrich Leonardi. Altrettanto apprezzata è risultata la messinscena di Schöne neue Welt che Roger Vontobel ricava dallomonimo romanzo di Aldous Huxley, arricchendo il testo di citazioni shakespeariane.
Nella sezione Start Mainz si legge un dettagliato servizio dedicato a Markus Müller, nuovo intendente dello Staatstheater di Magonza, dal quale emergono i progetti culturali studiati per aumentare la presenza degli spettatori e per dare maggiore visibilità nazionale e internazionale alle produzioni del principale teatro della città. Si parla, nel merito, di linguaggi interdisciplinari e di allestimenti di autori contemporanei.
Nella sezione Bücher, dedicata alle più interessanti e qualificate novità editoriali legate alla cultura dello spettacolo, vengono segnalati: Kaurismäki über Kaurismäki (Berlin, Alexander Verlag), libro–intervista del recentemente scomparso Peter von Bagh dedicato al regista finlandese; Truth Is Concrete: A Handbook for Artistic Strategies in Real Politics, a cura di Steirischer Herbst e Florian Malzacher (Berlin, Sternberg Press), raccolta di saggi che analizzano il rapporto tra cultura e mondo della finanza; Gerhard Jörder, Backstage: Ostermeier (Berlin, Verlag Theater der Zeit), contenente alcune riflessioni del regista teatrale Thomas Ostermeier sul suo percorso artistico; Nebeneingang oder Haupteingang? Gespräche über 50 Jahre Schreiben für Theater (Berlin, Suhrkamp), dialogo di Peter Handke e Thomas Oberender sul teatro tra XX e XXI secolo; il saggio di Thomas Assheuer Tragik der Freiheit. Von Remscheid nach Ithaka. Radikalisierte Sprachkritik bei Botho Strauß (Bielefeld, Transcript Verlag), analisi del linguaggio teatrale e della critica sociale di Botho Strauß.
Chiudono la rubrica Eine Geschichte des Theaters vom Schlingensief bis Aischylos di Rüdiger Schaper (München, Siedler Verlag) e due volumi di argomento shakespeariano: Hamlet Handbuch. Stoffe, Aneignungen, Deutungen, a cura di Peter W. Marx (Stuttgart – Meinz, Metxler Verlag) e la traduzione in lingua tedesca del volume di Isaac Asimov, Shakespeares Welt (Berlin, Alexander Verlag).
In Ausland, sezione dedicata ai palcoscenici esteri, si parla del Globe Theatre di Londra. Lo storico teatro, diretto da Dominic Dromgoode, ospita anche allestimenti di autori contemporanei, come il recente Holy Warriors di David Eldridge, commedia ironica sulla vita militare vicina al repertorio di tradizione, rappresentato da Tis Pity Shes a whore di John Ford, per la regia di Michael Longhurst.
Al profilo artistico di Damian Rebgetz è dedicato larticolo di apertura di Akteure. Il giovane attore di origini australiane racconta il suo percorso creativo, culminato nel recente Something for the Fans, una performance strutturata sullincontro drammaturgico tra la musica e la parola. Segue unintervista a Marianna Salzmann, che, oltre alle sue origini russe (è nata a Volgograd nel 1985) e al suo trasferimento in Germania, approfondisce i contenuti di Wir Zöpfe, testo pubblicato in versione integrale nella sezione Das Stück.
di Massimo Bertoldi
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