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Theaterheute


«Theaterheute», Nr. 10, Oktober 2014 pp. 80 € 12, 50
ISSN 0040 5507

Il numero di ottobre di «Theaterheute» in apertura affronta le principali rassegne teatrali estive (Festivals/ Aufführungen). Si inizia con l’ultima edizione di Ruhrtriennale, che si è caratterizzata per l’attenzione verso il teatro in musica, affrontato con i linguaggi sperimentali della contemporaneità. Romeo Castellucci ha presentato Sacre du Printemps in un ambiente industriale, Matthew Herbert ha realizzato 20 Pianos. Alla comunicazione sonora si è rivolto anche Boris Nikitin con Sänger ohne Schatte, mentre sull’impatto visivo ha puntato Die Materie di Heiner Goebbels.

Il ricco programma del Festival di Salisburgo si è generalmente legato al bicentenario della Prima guerra mondiale ma in modo particolare con l’allestimento di Die letzten Tage der Menschheit, ricavato dal dramaturg Florian Hirsch dall’omonimo romanzo di Karl Kraus e affidato alle competenze del regista Georg Schmiedleitner, abile e attento a sottolineare gli aspetti crudeli e meschini del conflitto bellico. Si rimane nella stessa area tematica con The Forbidden Zone di Katie Mitchell, commedia ambientata in una villa berlinese nel 1915 e a Chicago. Si è fatta applaudire la rappresentazione di Golem, novità di Suzanne Andrade tratta dal romanzo fantastico di Gustav Meyrink e interpretata con originalità espressiva da Emse Appeltone. Andreas Kriegenburg firma la regia, cruda e coinvolgente, di Don Juan kommt aus dem Krieg di  Ödön von Horváth e affida il ruolo del titolo a Max Simonischek, affiancato da attori di qualità quali Olivia Grigolli, Sabine Haupt, Traute Hoess e Natali Seelig. Chiude il ciclo bellico Orpheus del gruppo inglese Little Bulb Theatre che ambienta l’omonimo mito in un Jazz club parigino degli anni Venti. Orfeo è il chitarrista Jiango Reinhardt, Euridice diventa Edith Piaf.

Il fervore creativo emerso al Festival di Malta Foreign Affairs merita attenzione. Tra le tante proposte spiccano Suddenly everywhere is black with people del coreografo brasiliano Marcelo Evelin e la sua Compagnue Demolition Inc, perché affronta senza retorica le ansie e le paure dell’uomo occidentale di fronte alle culture extraeuropee. Si sposta verso argomenti religiosi Sudarias, installazione della colombiana Erika Diette, mentre La Revolutiòn della peruviana  Amapola Prada è una riflessione piuttosto amara sulle frustrazioni del corpo e la connessa necessità di riscatto. Lo shakesperiano King Lear nella rivisitazione di Rodrigo Garcia trasmette palesi richiami alla nostra contemporaneità secondo le linee drammaturgiche tipiche del dissacrante scrittore sudamericano. 

Il cartellone del Festival du Théatre di Avignone diretto da Oliver Py ha collezionato una serie di spettacoli piuttosto rilevanti sul piano artistico, quali Orlando ou l’impatience con Matthien Dessertine protagonista, affiancato da Francois Michonneau e Le prince de Hombourg allestito da Giorgio Barberio Corsetti. In Aufführungen, sezione riservata agli spettacoli più importanti di recente produzione in area tedesca, si legge la recensione di Die lacherliche Finsternis, novità di Wolfram Lotz che «Theaterheute» pubblica in versione integrale in Das Stück di questo numero. La commedia, tratta dall’omonimo romanzo di Josef Conrad e legata al tema del colonialismo ora trattato come metafora dei rapporti contemporanei tra nord e sud del mondo, è stata allestita da Dusan David Parizek sul palcoscenico dell’Akademietheater di Vienna con la partecipazione di Stefanie Reinsperger, Catrin Striebeck, Frida-Lovisa Hamann e Dorothe Hartinger.

Le pagine di “Nachruf” sono un doveroso omaggio a Gert Voss, attore di punta della scena tedesca recentemente scomparso. Si ricostruisce il suo luminoso percorso artistico, che prende avvio da un memorabile Faust con Claus Peymann e Achim Freyer. Segue una lunga e luminosa carriera valorizzata dalla collaborazione con i principali registi tedeschi, a partire dal cechoviano Der Kirschgarten nel 1982 con la regia di Manfred Karge e Matthias Langhoff. Anche il sodalizio con Peter Zadek risulta segnato da spettacoli di grande successo, dallo shakesperiano Der Kaufmann von Venedig in scena al Burgtheater nel 1988 al cechoviano Iwanow nel 1990.

Con le pagine di Ausland si alza il sipario sulla scena londinese. Nel corso dell’estate il National Theatre ha prodotto Great Britain, satira pungente di Richard Bean consegnata alla regia di Ed Hall, che ha provocato un certo scandalo giornalistico per le velenose allusioni alla politica contemporanea e in modo particolare al premier David Cameron. Di rilievo è risultata la prova degli attori principali, Dermot Crowley, Robert Glenister, Billie Piper. Il pubblico dell’ Hampstead Theatre ha applaudito l’allestimento di Wonderland di Berth Steel. La commedia è ambientata negli anni Ottanta e si occupa di politica finanziaria con chiari riferimenti polemici alle manovre di Margaret Thatcher. L’attivismo politico emerge anche in Hotel di Polly Stenham. La trama dell’opera si cala in un’isola del Kenia dove dominano l’esibizione del lusso e la pratica di frivolezze occidentali che animano tra i personaggi brucianti e devastanti dialoghi memori di Blasted di Sarah Kane, come ha sviluppato con coerenza e aderenza testuale la regia di Maria Aberg. Simon Stephen ha presentato al Royal Court Birdland, testo ispirato all’omonima e celebre canzone di Patti Smith che propone un’analisi del capitalismo contemporaneo in chiave rock-and-roll. La regia di Carrie Cracknell ha orchestrato con abilità creativa una compagnia formata da bravi attori, tra i quali Andrew Scott, Yolanda Kettle, Daniel Cerqueira, Charlotte Randle. L’altro contributo di Ausland è incentrato sull’approfondimento delle performances di Gianina Carbunariu, emergente ballerina rumena che ha realizzato spettacoli originali e innovativi applauditi da molte platee europee, come Solitaritate e Tipografic Majuscul.

«Theaterheute» dedica spazio a due libri molto importanti di recente pubblicazione e firmati da studiosi assai qualificati, quali Hans-Thies Lehmann, autore di Tragödie und dramatischer Theater (Berlin, Alexander Verlag, 2014, 736 pp.) in cui si analizza la poetica del tragico nello spettacolo contemporaneo, e Günther Rühle, che completa la sua monumentale storia del teatro tedesco con il secondo volume Theater in Deutschland 1945-1966. Seine Ereignisse – Seine Menschen (Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag, 2014, 1440 pp.).


di Massimo Bertoldi


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