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Theaterheute


n. 4, April 2013, pp. 72 € 12,00
ISSN 0040 5507

 

Dalle recensioni pubblicate da «Theaterheute» nella sezione “Aufführungen” emerge una situazione di benessere nei meccanismi produttivi e creativi della scena di area tedesca. Allo Schauspiel di Zurigo Stefan Pucher firma la regia di Die Katze auf dem heißen  Blechdach di Tennessee Williams, puntando l’attenzione sulla feroce critica al capitalismo avanzata dal drammaturgo americano, come correttamente interpretano sul palcoscenico Tabea Bettin, Markus Scheumann, Julia Jentsch, Friederike Wagner e Jan Bluthard. Di rilievo è risultata anche la messinscena di Kaspar Hauser, favola drammatizzata da Alvis Hermanis con toni aspri e di denuncia sociale, affidata alle competenze di Charlotte Zimmermann, Jirka Zett, David Fischer. Il percorso tematico legato alla riflessione sulla civiltà è condiviso anche dagli spettacoli proposti dal Thalia Theater, dove Dimiter Gotscheff firma la regia di Leeres Theater. Heiner Müller: Träume, Witze, Atemzüge, assemblaggio di citazioni ricavate dall’opera del drammaturgo citato nel titolo affidate alla maestria di Oda Thormeyer; mentre Marco Storman propone Wir sind noch einmal davongekommen di Thornton Wilder e dimostra l’attualità del testo interpretato da Christina Geisse, Victoria Trauttmansdorff, Matthias Leja, Sven Schelker. La depressione e, di riflesso, l’esplorazione dell’inconscio costituiscono il perno su cui si muove la trama di Die gelbe Tapete, testo che Katie Mitchell ricava dall’omonimo racconto dell’americana Charlotte Perkins Gilman e consegna a un gruppo di qualificati attori della Schaubühne di Berlino tra i quali spiccano nei panni dei protagonisti Judith Engel e Tilman Strauss. In Zeiten des abnehmenden Lichts di Eugen Ruge è un coinvolgente ed emblematico racconto della storia di una famiglia tedesca attiva dal 1952 al 2001 allestito da Stephan Kimmig e interpretato da Markus Graf, Alexander Khuon, Christian Grashof e Judith Hofmann. Infine ai Kammerspiele di Monaco ha ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica la messinscena concepita da Susanne Kennedy per attualizzare Fegefeuer in Ingolstadt di Marieluise Fleisser scegliendo un registro con tocchi marionettistici in un insieme epico, come hanno espresso sul palcoscenico Walter Hess, Anna Maria Sturm, Marc Beniamin, Edmund Telgenkämper e Christian Löber.

 

Ricca di contributi piuttosto interessanti si presenta la sezione “Neue Stücke”, le pagine della rivista berlinese riservate ai testi teatrali inediti di recente produzione. Si parla di Wir lieben und wissen nichts di Moritz Rinke, commedia di utopie giovanili condite di viaggi, incontri, sesso, poi naufragate, che è stata allestita in tre maniere diverse: prima allo Schauspiel di Francoforte da Oliver Kraushaar, Claude De Demo, Constanze Becker e Marc Oliver Schulze; successivamente presso il Theater am Alten Markt di Bielefeld con Carmen Priego, Thomas Wolff, Christian Huckle e Thomas Wehling; infine nella sala del Konzert Theater di Berna grazie ad un cast di attori formato da Sakia von Winterfeld, Jonathan Loosli, Sophie Hottinger, Christian Kerepszi. Anche a Vienna si registra la promozione di novità, a partire da Luft auf Stein, tragedia famigliare provocata dalla morte di un figlio durante la Seconda guerra mondiale scritta da Anne Habermehl, anche apprezzata regista della messinscena allo Schauspielhaus. Lo stesso teatro ha prodotto il contributo di Lucas Linder, Ich war nie da, per la cura scenica di Lilja Rupprecht e l’interpretazione di Gabriel von Berlepsch, Veronica Glatzner. Al Theater Nestroyhof Hamakom si è vista la rappresentazione di una divertente e movimentata commedia di un altro giovane emergente, Habe die Ehre di Ibrahim Amir.

 

In occasione della ricorrenza del trentennale di Berlinale, Christian Rakow pubblica un intervento in cui prima affronta le caratteristiche della rassegna sotto il profilo artistico poi solleva problematiche spinose in merito a questioni economiche e infine prende in considerazione la rassegna cinematografica.

 

La situazione creativa ed economica dei gruppi indipendenti attivi nella scena tedesca è tracciata da una minuziosa intervista rilasciata, e contenuta nelle pagine di “Freie Szene”, da Martine Dennewald e Marcus Droß, nuovi direttori artistici dello Künstlerhaus Mousonturm di Francoforte. In “Akteure” si leggono i profili artistici di Jérôme Savary, attore, regista e commediografo argentino, e di Carolin Conrad, attrice di punta dello Schauspielhaus di Zurigo che si è recentemente distinta in Elektra per la regia di Karin Henkel e in Maria Stuarda di Friedrich Schüller. Il testo del mese (“Das Stück”) è Morning di Simon Stephens.

 

 

di Massimo Bertoldi


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