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Hystrio, a. XXV, n. 4, ottobre-dicembre 2012
trimestrale di teatro e spettacolo

pp. 135, euro 10,00
ISSN 1121-2691

 

Attento osservatorio della vita dello spettacolo, la rivista «Hystrio» apre il numero autunnale con una “Vetrina” ricca di preziosi oggetti contemporanei. Intervistato da Roberto Canziani, Dario Fo, prossimo al debutto con uno spettacolo dedicato a Pablo Picasso, parla di Mistero Buffo, dei suoi rapporti con la cultura popolare e del suo valore odierno. Si passa a Daniel Pennac, che nell’intervista rilasciata a Giorgio Gallione, si sofferma sulla novità teatrale Il 6° continente e su Jourmal d’un corps, romanzo di recente pubblicazione. Presente da diversi anni nei piani alti della ribalta internazionale, Angélica Liddell, performer spagnola ospite di Omissis Festival, illustra le caratteristiche del suo lavoro artistico («Per me scrivere significa dare scena a un dolore»). Mimmo Sorrentino offre ai lettori di «Hystrio» interessanti estratti dal suo diario di lavoro scritto in occasione di un laboratorio teatrale, tenuto nella Casa Circondariale di Vigevano. Roberto Canziani si occupa della veneziana Biennale Teatro, che il presidente Paolo Baratta e il direttore artistico Àlex Rigola hanno impostato affidando a registi internazionali, tra cui Luca Ronconi, la cura di giovani attori. Chiude la “Vetrina” il contributo di Piero Tierno che, osservando i cartelloni della stagione 2012/2013, mette in evidenza la scarsa presenza della drammaturgia italiana contemporanea, dovuta soprattutto alla eccessiva prudenza promozionale palesata perlopiù dai teatri a gestione pubblica.

 

Punto di partenza di “Teatromondo” è la cronaca del festival di Avignone affidata alla penna di Margherita Laera, che, oltre a sottolineare il successo della manifestazione, ricorda i tanti contributi di artisti inglesi (Katie Mitchell, Forced Enterainment), del sudafricano Steven Cohen, di Romeo Castellucci con The four seasons restaurant. Le due rassegne estive di Edimburgo, Edinburgh International Festival e Edinburgh Festival Fringe, secondo la valutazione di Ira Rubini, hanno rispettato le attese, presentando repertori di registi illustri, fra cui Ariane Mnouchkine e Cristoph Marthaler, e tanti altri artisti internazionali, compresa la rappresentanza italiana formata da Alessandro Sciarroni, Silvia Gribaudi e Silvia Gallerano. La tappa successiva prevede la sosta a Berlino, dove Elena Basteri racconta Infinite Jest, che Matthias Lilienthal ha ricavato dall’omonimo romanzo di David Forest Fallace, per proporre uno spettacolo calato nella cornice urbana di spazi simbolici della città “ovest”. Il tutto per la durata di 24 ore. Pur realizzato con pochi finanziamenti, il festival lusitano di Almada, scrive Roberto Canziani, ha ospitato artisti del calibro di Christoph Marthaler con uno spettacolo, +/-0 (Campo base subartico), che denuncia gli effetti dell’agire umano nei mutamenti climatici. L’ombra lunga del passato di guerra nei Balcani e la volontà di un suo superamento caratterizzano la programmazione dei festivals estivi di Dubrovnic e Tirat, della rassegna teatro ragazzi di Kotor. In merito Laura Bevione e Vesna Scepanovic parlano di pericolo della «jugonostalgia». “Teatromondo” conclude il suo viaggio planetario nel teatro La Mascara di Cali in Colombia: fondato nel 1972, oggi diretto da Lucy Bolaños, si segnala soprattutto per il suo impegno sociale e civile.

 

Il tema del “Dossier” della rivista milanese è Teatro russo 2.0, affidato alla cura di Roberta Arcelloni e Fausto Malcovati, il quale nel servizio d’apertura sottolinea la continuità storica del teatro russo di ieri e di oggi per quanto riguarda la funzione pedagogica e sociale. La radiografia della scena russa contemporanea, spiega Elena Koval’skaja, comporta un’attenta considerazione delle iniziative mosse da giovani artisti in aperto contrasto con lo Stato retto da Putin. Questa sorta di teatro politico non è praticato solo nei tanti teatri indipendenti sparsi per Mosca ma anche, seppur raramente, nei teatri statali. Con l’avvento dell’economia di mercato dopo la fine del regime nel 1991 e il crollo di finanziamenti pubblici, si è verificato, come argomenta Fausto Malcovati, un rincaro eccessivo del costo dei biglietti che favorisce solo la classe dei nuovi ricchi ed esclude la tradizionale platea popolare. Lo sviluppo della drammaturgia è il tema di Pavel Rudnev che segue le tappe storiche e con particolare attenzione il rinnovamento degli ultimi quindici anni, dal quale emergono testi segnati dalla ricerca di una nuova spiritualità, come Ossigeno di Ivan Vyrypaer, Verità oltre il circolo polare di Juri Kalvdiev. Dopo l’intervento di Ilaria Grecizzi, che propone una guida ragionata dei quasi trecento festival annualmente in programma nel territorio russo, seguono i profili di sei registi legati alla lezione metodologica e artistica di StanislavskijDmitrij Krymov, Sergej Zenovac, Mindaugas Karbauksis, Konstantin Bogomolov, Jurij Butusov e Kirill Serebrennikov – che Roberta Arcelloni dipinge con particolare maestria, pari a quella espressa quando chiamata ad affrontare la complessa figura del regista Petr Fomenko. Segno distintivo dei mutamenti in corso nel teatro russo è il festival La Maschera D’Oro di Pietroburgo, in cui si sono distinti registi emergenti come Andrei Magucij, sostenitore di una poetica postmoderna, e Jurij Butusov, che contamina il linguaggio tragico con elementi circensi. Altrettanto ricco di idee e fermenti creativi si presenta la messinscena del melodramma, che dopo le lezioni di Sergej Djagilev e Andrei Tarkovskij, oggi incontra nel talento del giovane regista Smitrij Cernjakov prestigiosi riconoscimenti internazionali. Quanto la Russia sia fucina di laboratori teatrali, lo dimostra il contributo di Marina Dmitrevskaja, che si sofferma sulla realtà di Ekaterinburg. Spetta a Domenico Rigotti il compito di chiudere questo esauriente dossier seguendo la situazione della danza, all’interno della quale stanno emergendo artisti di spessore e affermati anche a livello europeo.

 

“I protagonisti della giovane scena / 41” sono individuati nel gruppo di ricerca Opera, fondato nel 2006 dal regista barese Vincenzo Schino. Laura Bevione ripercorre l’itinerario creativo, da Mo_nò (Woyzeck?) a Opera, Operetta fino Sonno.

 

La corposa sezione delle “Critiche” dedicate alle recenti produzioni italiane segue con attenzione i cartelloni delle tante rassegne estive, tra cui Teatro a Corte, Drodesera, Astiteatro 34, Mittelfest, Santarcangelo, Festival dei Due Mondi. Seguono recensioni legate alla lirica e alla danza.

 

Nella “Biblioteca” Albarosa Camaldo raccoglie le schede relative alle novità editoriali italiane legate alla cultura dello spettacolo.

 

Il testo pubblicato dalla rivista milanese è Lucido di Rafael Spregelburd nella traduzione firmata da Valentina Grignoli-Cattaneo e Roberto Rustioni.

 

Competono a Roberto Rizzente le tante e preziose informazioni raccolte ne “La società teatrale”.


di Massimo Bertoldi


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