«Segnocinema» n.
174 si apre con la rubrica “Question & Answer”, spazio dedicato al
confronto aperto con i lettori, che in questo numero pone lattenzione sulla
didattica del cinema, anticipando così quello che sarà il tema del prossimo fascicolo
della rivista. Segue la sezione “Saggi e
interventi”, aperta da Mauro Caron, che in The
End sottolinea come la filmografia degli ultimi anni abbia ripetutamente e
sintomaticamente messo a fuoco il tema dellapocalisse, invitata a riflettervi
ossessivamente in un momento storico in cui «Ai conflitti aperti e potenziali,
agli sconvolgimenti climatici sempre più minacciosi e incombenti, se non ormai
quotidianamente presenti, si somma la profondissima e forse terminale crisi del
sistema neocapitalistico di matrice occidentale, sfortunatamente eletto a
pensiero unico e quindi privo di alternative possibili e salvifiche». Marcello
Walter Bruno in Leredità di Eastwood,
traccia un ideale percorso attraverso la filmografia attorica e registica di Clint Eastwood, per rilevare come un
film sullanticomunista Hoover rappresenti, «a fine carriera dellicona
Eastwood, un regolamento dei conti con il “fascista” Callahan stigmatizzato
allepoca dalla famosa critica Pauline Kael» e sottolineare «linversione della
fortuna critica di Clint Eastwood, passato dalle accuse di “fascismo” […] agli
osanna per la raggiunta maturità “artistica e morale” […]». Segue Intervista a Theo Angelopoulos – In viaggio verso laltro mare, in cui Marco
Luceri riporta il colloquio avuto con il maestro in occasione del ritiro del
Premio alla Carriera a EuropaCinema (Viareggio), lo scorso 12 ottobre, poco
prima della scomparsa del regista, avvenuta il 24 gennaio di questanno. Laltro mare, il film che il regista era
in procinto di realizzare, diviene il punto di partenza per parlare della
profonda crisi economico-sociale che la Grecia sta attraversando, ma anche il
punto di partenza per ripercorrere la carriera artistica dellautore. Chiude la
sezione “Saggi e interventi” A prova di
orrore, di Roberto Lasagna, il cui sottotitolo Viaggio nel cinema “atomico”, chiarisce immediatamente il focus
dellarticolo, incentrato sulla paura del pericolo nucleare, che a partire dal
secondo dopoguerra ha dato forte impulso allimmaginario collettivo. Da Linvasione degli ultracorpi (Don Siegel, 1956) fino al recente V subbotu – Innocent Saturday (Alexander Mindadze, 2010), passando
attraverso una serie di tappe intermedie, Lasagna delinea la filmografia
esemplificativa del suo discorso. La sezione “Segnospeciale”, intitolata Trailer contro trailer 2.0, come suggerisce
il titolo, prende in esame da diversi punti di vista, appunto, il trailer. Si
comincia con larticolo introduttivo Larte
della promozione cinematografica oggi, a cura di Mauro Antonini, in cui
lautore prende le mosse dallo Speciale apparso sul n.31 della rivista (1988),
curato da Gian Carlo Zappoli e intitolato Trailer
contro trailer. «Riprendere il discorso a 24 anni di distanza […] sembrava
doveroso considerando, soprattutto, quanto la forma-trailer abbia assunto nella
società della mass-medializzazione e del digitale proprietà polisemiche e
polilinguistiche impossibili da raggiungere un ventennio addietro». Vediamo
quindi come viene affrontato il soggetto negli interventi a seguire. Si
comincia con Narrazione e sensazione,
di Martina Federico, in cui lautrice tenta la definizione di due tipologie
fondamentali di trailer, attraverso due esempi esplicativi. Vi sarebbero dunque
da un lato il “trailer come sintesi narrativa” del film (come nel caso de Il disprezzo di Jean-Luc Godard, 1963) e dallaltro il “trailer come sintesi espressiva”,
per lo più antinarrativo (per il quale lesempio preso in esame è quello di Arancia meccanica, di Stanley Kubrick, 1971). In Due o tre cose intorno al teaser, Carlo
Valeri tenta una definizione e una mappatura dei possibili modi di darsi del
teaser, facendo anche alcuni esempi chiarificatori, da Il codice da Vinci (Ron
Howard 2006), a Cloverfield (Matt Reeves, 2007) e Benvenuti al Nord (Luca Miniero, 2012). Mauro Antonini riflette invece su Il fenomeno fake trailer, dal web al cinema: «Ricercando un
trailer online, su di qualsiasi sito
di video sharing come YouTube è
facile constatare come di questo possano esisterne numerose versioni, molte
“non ufficiali”, realizzate tanto da utenti appassionati quanto da videomaker professionisti, che plasmano
allinverosimile i materiali audio/video dando vita a contenuti, a volte, ben
più interessanti e creativi delle versioni autentiche». Antonini parte dalla
matrice amatoriale del fake trailer,
per approdare alla sua «connotazione cinematografica» – con
leloquente esempio di Grindhouse (Q. Tarantino – R. Rodriguez, 2007), in
cui il fenomeno si lega alla rinascita del cinema exploitation – e alle altre nuove e dissimulate forme di fake trailer, cui il cinema
contemporaneo ha dato luogo. In Il
trailer come manipolazione delloggetto filmico, lo stesso Giancarlo
Zappoli torna a riflettere sul tema del già citato n. 31 di Segnocinema. A
partire da alcuni esempi mette in evidenza come troppo spesso il trailer
divenga la zona franca di una volontaria falsificazione a scopo pubblicitario,
ingannando così le aspettative del pubblico. Presentare il cinema in rete è il titolo dellanalisi che Pierpaolo
De Sanctis conduce sul fenomeno del trailer sul web: «Nellepoca di Skype,
YouTube, Google, Facebook & iPhone, il trailer mantiene ancora il primato
della promozione cinematografica, confermandosi come il paratesto più diffuso,
il primo, più importante ed economicamente redditizio, per presentare i film
licenziati sul mercato […]. A essere radicalmente mutati, semmai, sono i
meccanismi di ricezione dello spettacolo cinematografico: il più delle volte,
si viene a conoscenza dellesistenza di un nuovo film proprio attraverso le
pagine del web […]». A partire da questo dato, lautore individua le nuove
funzioni del trailer, spingendosi anche oltre il cinema. Chiude la sezione
“SegnoSpeciale”, Qual è il vostro trailer
del cuore? Quindici posizioni compromettenti dallinterno di “Segnocinema” (di
Aa. Vv.), gustosa serie di brevi interviste ad alcune firme della rivista,
interrogate sul trailer preferito, quando cè. Seguono quindi le “Rubriche”. Si
comincia a pagina 36 con “FilmSegni”, che riporta frasi deffetto tratte dalle
sceneggiature di alcuni film recenti. Segue linserto degli “Indici di
Segnocinema 2011”; poi la sezione delle rubriche riprende con “WideScreen” ,
che recensisce i film di rilievo non distribuiti nelle sale italiane (in questo
numero: Lola di Brillante Mendoza, 2009 e De
la guerre – Della guerra, Bertrand
Bonello, 2008) e “Segnofilm”, che comprende le recensioni di Millennium – Uomini che odiano le donne
(David Fincher, 2011) Larte di vincere (Bennett Miller, 2011); Polisse
(Maïwenn [Le Besco], 2011); Shame (Steve McQueen, 2011); Almanya
(Yasemin Samdereli, 2011); Emotivi anonimi (Jean-Pierre Améris, 2010); Piazza
Garibaldi (Davide Ferrario,
2011); Il sentiero (Jasmila Zbanic, 2010); Lindustriale (Giuliano Montaldo, 2012); E
ora dove andiamo? (Nadine Labaki,
2011); The Help (Tate Taylor, 2011); Monsters
(Gareth Edwards, 2010); The Iron Lady (Phyllida Lloyd, 2011); Sette
opere di misericordia (Gianluca De
Serio, Massimiliano De Serio,
2011); Le idi di marzo (George Clooney, 2011); La talpa (Tomas Alfredson, 2011) e Acab
– All Cops Are Bastards (Stefano
Sollima, 2012). A pagina 40, “interrompe” la sequela di schede “Streaming
Film”, lappuntamento con «[…] i film più significativi distribuiti in Italia
per la prima volta in streaming, notevoli per qualità proprie o per le stesse
modalità di diffusione […]»: ne sono protagonisti Bobby Fischer Against the World (Liz Garbus, 2011) e Kaboom
(Gregg Araki, 2010). Per finire
Flavio De Bernardinis in The End pone
allattenzione dei lettori il finale del già menzionato Shame, come singolare forma di happy
end. “Festival e Rassegne” si sofferma sul dapprima sul Festival di Berlino
2012: per Paolo Bertolin «Oggi le iniziative collaterali integrate definiscono
una manifestazione ancora più dei film che mostra» e spiega dunque quale sia Il modello Berlinale. Quindi è la volta del
XXIII Trieste Film Festival, manifestazione tradizionalmente legata alla
cultura locale, ma attenta anche alle cinematografie dellEst Europa: Adelina
Preziosi registra puntualmente film ed eventi degni dattenzione allinterno
della manifestazione. Pierpaolo De Sanctis e Domenico Monetti in “Segno (altro)
cinema” segnalano quelle forme cinematografiche che hanno trovato spazio in
aree alternative alla sala: in questo numero recuperano uneco Remote Control, concept video art di Matteo Uggeri e Manuele Cecconello; Italiano
medio, fake trailer di Marcello
Macchia (alias Maccio Capatonda, giovane comico televisivo),
“cliccatissimo” su YouTube. Sempre su YouTube si segnala la visibiltà di Vittorio De Seta – Lo sguardo in ascolto,
documentario del 1995 di Daniele Ciprì
e Franco Maresco e Articolo 23 (Pentedattilo), ultima opera
(2008) di De Seta, scomparso il 28
novembre 2011; infine Il Colloquio – la
serie di Ludovico Bessegato,
webserie sui colloqui di lavoro. Arriviamo così alla consueta rubrica “ActorSegno”:
in questo numero Mariapaola Pierini analizza la recitazione di Ryan Gosling in Drive, di Nicolas Winding
Refn (USA, 2011); mentre Paola Valentini in questo “SegnoSound” prende in
esame “limpasto sonoro” di Super 8,
di J.J. Abrams (2011). Marco Benoît
Carbone in “SegnoGame” affronta il fenomeno Indie Game: «Attraverso il trailer,
il documentario [Indie Game: The Movie]
diretto da Lisanne Pajot e James Swirsky promette di parlare dei
giochi e dei loro programmatori in termini creativi e umani, soffermandosi
concettualmente e visivamente sulle persone e sulle loro proiezioni
psicologiche negli avatar, i quali
diventano quasi degli alter ego degli autori». Anna Di Martino in “SegnoCorti”,
attraverso opportuni esempi di esordienti italiani, rimarca come siano «sempre
di più i giovani autori che si trasferiscono allestero, spesso per
approfondire gli studi cinematografici, ma anche per trovare unaltra patria
dove realizzare i propri progetti». Roberto Pugliese in “SegnoDischi” segnala
le colonne sonore che meritano un ascolto, tra le ultime uscite
cinematografiche, mentre Edoardo Becattini in “SegnoBookTrailer” mette in
risalto lultima frontiera della pubblicità in fatto di editoria: «Il booktrailer
è uno dei riflessi più significativi del momento vissuto dalleditoria, in cui
il libro di carta smette di combattere la propria nemesi elettronica e decide
di unirsi a essa». Ne esistono «[…] differenti tipologie, capaci di spaziare
dallo spot al cortometraggio creativo, dai video ufficiali delle case editrici
ai contenuti generati dai bibliofili più ispirati […]». “SegnoLibri” di questo
mese (a cura di Mario Calderale) segnala tre monografie su altrettanti grandi attori
cinematografici: Gary Cooper, Toshiro Mifune e Alida Valli. Seguono “SMS Books” e “Booksframes”, i sottoparagrafi
della rubrica, con le relative pubblicazioni in evidenza. Simone Arcagni in
“Segno PostCinema” si occupa invece del cinema attraverso i media e con Una questione di software si sofferma
sul Software Cinema (o Software Art), recente pratica che «rilegge […]
limmagine cinematografica, ma anche limmaginario cinematografico, attraverso
linformatizzazione del film e la su destrutturazione operata da un software che attiva sistemi in maniera
casuale e nomadica». Se ne occupano artisti come Matt Roberts e Barbara
Lattanzi, ma anche figure come Lev
Manovich e Brendan Dawes,
programmatori informatici e autori di opere di Software Cinema al tempo stesso.
Chiude il numero
“StarWars”, sintetica tabella di votazione delle ultime uscite
cinematografiche.
di Elisa Uffreduzzi
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