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Theaterheute, n.12, 2011


pp. 64 € 11, 20
ISSN 0040 5507

“Starts/Aufführungen”, sezione con cui si apre questo numero di «Theaterheute», si occupa degli spettacoli che hanno inaugurato la nuova stagione teatrale a Monaco. Nel Residenztheater Martin Kusej firma la regia di Das weite Land di Arthur Schnitzler, che adatta su un palcoscenico ricco di elementi arborei e floreali proposti dallo scenografo Martin Zehegruber, in cui si consuma l’interpretazione molto moderna di abili attori, particolarmente Juliane Köhler e Tobia Moretti nella parte dei protagonisti. Lo stesso teatro ha ospitato Kasimir und Karoline di Ödön von Horváth, che Frank Castorf affronta seguendo il linguaggio dell’avanguardia e della provocazione, assecondato dalla prova lusinghiera degli interpreti, Nicolas Ofczanek, Birgit Minichmayr, Jürgen Stössinger, Götz Argus. Die Götter weinen, novità di Tennis Kelly che fantastica un declino apocalittico del capitalismo, non ha trovato adeguato spessore artistico nella regia di Susan Dand Parizek, controbilanciata dall’esito artisticamente pregevole degli attori, tra i quali Paul Wolff-Plotteg, Dasca Poisel, Carolin Conrad, Sophie von Kessel e Johannes Zirner. Il pubblico della Marstall della città bavarese ha partecipato alla rappresentazione di Ejafjallajökull-Tam-Tam di Helmut Krausser, testo macchinoso con 55 personaggi, mentre il Cuvilliéstheater ha alzato il sipario per Halali di Albert Ostermeier (regia di Stefan Rottkamp), sorta di psicodramma caratterizzato da frequenti richiami alla realtà bavarese, con le parti principali affidate a Wolfram Rupperti, Oliver Nägele, Sibille Canonica. Si prosegue con la programmazione dello Schauspielhaus di Düsseldorf. Primeggia lo shakesperiano Hamlet nella versione di Staffan Valdemar Holm, che si ispira ad Ingmar Bergman per sviluppare un’ambientazione contemporanea, che approfondisce le psicologie e i turbamenti dei personaggi relegati alla solitudine e imprigionati nella manifestazione di inquietanti patologie. Si sono distinti Aleksandar Radenkovic (Amleto), Lea Draeger (Ofelia), Imogen Kogge. Segue la messinscena di Eisamen Menschen di Nora Schlocker, un testo imbevuto di metafore bibliche che racconta la storia di una famiglia moderna. Tra gli interpreti figurano Friederike Bellstadt, Anna Kubin, Xenia Noetzelmann e Tina Engel. Terza produzione del principale teatro di Düsseldorf è stata Karte und Gebiet, che Falk Richter (anche regista) ricava dall’omonimo romanzo di Michel Houellecq, accattivante biografia di un artista, sulla scena Cristoph Luser, proiettata nel 2048. Chiude il ciclo Illusion da Pierre Corneille, commedia affidata alla regia di Marie-Luoise Bischofberger. Ha ottenuto consensi di pubblico e di critica Stefanie Reinsperger nella parte di Medea di Franz Grillparzer allestita da Sarantos Zervoulakos nello Junges Schauspielhaus.

In“Aufführungen” si leggono altre recensioni dedicate alle novità prodotte dalla scena tedesca, che condividono la rielaborazione drammaturgia di celebri romanzi. Der steinerne Brautbell di Harry Mulisch, riduzione di Felicitas Zürcher e regia di Stefan Bachmann, mantiene l’ambientazione calata nella notte del 14 febbraio 1945, per parlare di un’umanità confusa e lacerata, con Wolfgang Michalek e Karina Plachetkas applauditi protagonisti della messinscena dello Schauspielhaus di Dresda. Sul palcoscenico del Deutsches Theater di Berlino si sono esibiti gli attori diretti da Norkan Erpulat, che hanno animato le pagine di Das Schloss di Franz Kafka. Tra questi spiccano Max Pelluy, Thorsten Hierse, Tamer Arslan, Katharina Matz e Montz Grove. Infine Jette Steckel ha realizzato la messinscena di Der Fremde di Albert Camus nel Thalia in der Gaußstrasse di Amburgo, seguendo la pista dell’ambientazione contemporanea e ponendo gli attori in una scena vuota (Daniel Lommatzsch, Julian Greis, Franziska Hartmann e Mirko Kreibisch). Ultimo spettacolo affrontato in “Aufführungen” è Illusionen di Iwan Wyrypajew (il testo si legge in versione integrale in “Das Stück” di questo numero della rivista berlinese). La regia di Dieter Boyer approfondisce gli aspetti dolorosi della commedia, sviluppa tensioni tra i personaggi in conflitto tra la sfera pubblica e la dimensione privata dei loro sogni e desideri, destinati al naufragio, come hanno correttamente interpretato Laina Schwarz, Susanne Stein, Michael Pempelforth.

La sezione “Die Mühlen der Ebene” (I mulini della pianura) raccoglie due preziose interviste, rispettivamente a Sebastiana Hartmann e Armin Petras. Nella prima l’intendente del Centraltheater di Lipsia parla di progetti artistici e della loro ricaduta nel pubblico, dei miti degli adolescenti d’oggi in rapporto ai linguaggi teatrali. Lo scrittore e regista Petras, protagonista della scena berlinese, e Klaus Dörr del Maxim Gorki Theater, si soffermano sui paradossi e le contraddizioni della politica culturale in corso nella capitale, a vantaggio di artisti consacrati e a scapito dei circuiti indipendenti.

"Akteure" è dedicato al profilo artistico di Heinz Bennett, attore recentemente scomparso che avviò la carriera nei Kammerspiele di Monaco sul cadere degli anni Ottanta, per poi confrontarsi anche con il cinema e la televisione.

 

di Massimo Bertoldi


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