Un ampio e denso dossier di 300
pagine è dedicato interamente alla figura di Ramón del Valle-Inclán (1866-1936), poeta, scrittore e drammaturgo
spagnolo, in occasione del settantacinquesimo anniversario della sua morte. Rispetto
a venticinque anni fa, quando «ADE teatro» aveva festeggiato con una serie
nutrita di attività la cinquantesima commemorazione annuale, molte cose sono cambiate:
e in peggio. Di questo si lamenta Juan Antonio Hormigón, che nota come
la cultura sia sempre più sottoposta alle leggi di mercato e ai gestori dei
grandi poteri economici. Questi ultimi lavorano affinché quei «cittadini con
uno spirito critico e con capacità di comprensione si tramutino in sudditi
spaventati».
In questo ultimo quarto di secolo le cose sono cambiate anche nei
riguardi della figura di Valle-Inclán, per fortuna in positivo, grazie al
lavoro congiunto di tre riviste – «Anuario Valle-Inclán», «Cuadrante» e «El
pasajero» (questultima online) – e di due musei – uno a Vilanova i la Geltrú
in Catalogna e laltro a La Puebla del Caramiñal in Galizia – a lui specificamente
dedicati. Eppure, sostiene ancora Hormigón, le
interpretazioni erronee intorno alle vicende biografico-artistiche di questo
controverso intellettuale non sono ancora del tutto estirpate. E così si
continua a distorcere e corrompere la sua figura con letture critiche false e
pretestuose.
Proprio per questo in un periodo
politicamente e culturalmente corrotto come il nostro è necessario e
costruttivo riscoprire la figura di Valle-Inclán
e rileggerla secondo griglie interpretative documentate in modo obiettivo. In
questo modo si possono eliminare tutti gli aspetti aneddotici che continuavano ad avvolgerne e
corromperne la biografia in modo da costruire una più obiettiva modalità di lettura della
sua vita e della sua opera. Si vuole delineare così la figura di uno scrittore
«di dimensione europea e ispano-americana, provenuto dalla Galizia per
proiettarsi verso una fama universale; inserito da sempre, ma molto più in
questi ultimi venti anni della sua vita, nelle inquietudini politiche e
intellettuali del mondo contemporaneo».
Dato che «ADE teatro» è stata forgiata per lanalisi e lesposizione
delle relazioni esistenti tra larte e la scienza della scena teatrale, è in
questa direzione che si muove il dossier qui presentato, che si modella secondo
una strutturazione bipartita. Inizialmente si delinea un elenco dettagliato e
analitico delle venti messinscene che furono prodotte durante la vita di
Valle-Inclán lungo larco di tempo compreso tra il 1899 e il 1936. Per ciascuna
si propone una breve introduzione critica a cui si intrecciano lindicazione
del cast e brevi stralci di ricordi di chi ha partecipato o assistito alla
messinscena, nonché una interessante e affascinante documentazione
iconografica. Concludono questa sezione alcune Consideraciones di Juan Antonio Hormigón e tre saggi critici
intorno a Las estéticas de Valle-Inclán.
La seconda sezione, molto più ampia della prima, riporta un resoconto
delle messinscene posteriori alla morte dello scrittore, raggruppate secondo
una tripartizione cronologica. Il primo periodo (1936-1975) corrisponde a
quello definito come la fase dei pionieri del recupero scenico di Valle-Inclán;
il secondo (1976-1990) è caratterizzato dalla cosiddetta transizione
democratica, che ha visto in Spagna il recupero dei diritti civili e politici
del popolo dopo lera franchista; il terzo (1991-2011) vede la diffusione più
ampia delle opere dello scrittore galiziano. In tutta questa sezione gli autori
hanno preferito dare la parola ai registi che hanno curato le rappresentazioni
per conferire al tutto una maggiore evidenza documentaria, amplificata anche in
questo caso dallenorme quantità di materiale iconografico, principalmente
fotografico, a corredo del testo. Con questo numero monografico di «ADE teatro»
si è inteso fornire un importante contributo documentario per la divulgazione
delle relazioni produttive tra le opere di Valle-Inclán e il teatro e per
evidenziare il grado di influenza delle prime nel panorama performativo
internazionale. La Asociación de Directores de Escena de España ha voluto dare
altresì il suo contributo con un volume documentato in modo obiettivo e
veritiero per restituire a questo artista anche la sua dimensione più personale
e creativa. di Diego Passera
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