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Theaterheute, n. 8-9, 2011


n. 8-9, 2011, pp. 88 € 14, 80
ISSN 0040 5507

Theater und bildete Kunst è il titolo del dossier che apre questo numero doppio di «Theaterheute». Il saggio di Till Briegleb affronta il rapporto tra teatro e arti figurative nel XX e XXI secolo, soffermandosi sulle performances di Hermann Nitschs e indagando i video di Matthew Barney, Nathalie Djurberg, le installazioni di Ilya Kabakov, Janet Cardiff e Georg Bures Miller. Il contributo di Eva Bernhardt presenta i lavori di Christoph Schilingensief esposti nel padiglione tedesco della Biennale di Venezia, mentre Thomas Irmen analizza le opere legate alla scenografia teatrale in visione negli ambienti della Quadriennale di Praga.

 

La ricca sezione della rivista berlinese dedicata ai “Festival” estivi prende in esame il cartellone del Wiener Festwochen. Christoph Marthaler ha ottenuto consensi di pubblico e di critica presentando la messinscena di Wüstenbuch di Beat Furiere un suo nuovo progetto, +-0. Ein subpolares Basislager interpretato da Rosemarie Hardy, Uelli Jäggi, Jürg Kienberger e Bettina Stucky. Les Chaises (Die Stühle) di Eugene Ionesco nella versione curata da Luc Bondy ha evidenziato le abilità degli attori principali quali Micha Lescot e Dominique Reymond. Malinconie, silenzi, situazioni di frustrazioni sessuali caratterizzano la messinscena di Réve d’automne (Traum im Herbst) di Jon Fosse per la cura di Patrice Chéreau e l’interpretazione di Valeria Bruni-Tedeschi e Pascal Greggory. Tra le tante altre ospitalità figurano Wastwater di Simon Stephen, per la regia di Katie Michell, con Linda Bassett, Tom Sturridge, Paul Ready e Jo McInnes. Nel programma viennese trovano spazio anche artisti ungheresi, come il regista Kornél Mandriuczò con la rappresentazione sperimentale di Es ist nicht leicht, ein Gott zu sein, mentre David Marton con Rheingold rilegge l’omonima opera wagneriana in chiave moderna. Si sono viste proposte giapponesi firmate dall’attore e regista Toshiki Okada con The Sonic Life of a Giant Tortoise, da Akira Takayama con il video installazione Compartment City – Vienna. Anja Dirks, direttrice del festival Theaterformen di Hannover, ha impresso una dimensione internazionale alla manifestazione, invitando, per esempio, il duo canadese Janet Cardiff e George Bures Miller con Ship o’ Fools, Philippe Queste che monta una casetta di legno in un parco per ambientare la Pièce pour la Technique du Schauspiel de Manovre. Altri esempi di teatro di ricerca sono le ideazioni di Toshiki Okada nella metropolitana, del Theatre Group diretto da Amir Reza Koohestani con Wo warst du am 8. Januar. Si è distinta anche Béla Pinter nella performance intitolata Biedermann und die Brandstifter. Malgrado le poche risorse economiche il festival Impulse, incontro annuale della scena libera tedesca (“Freie Szene”), non sono mancati artisti emergenti di un certo spessore creativo, come Anna Mendelsshon con Cry Mr a Kirer, gli amburghesi Hgich.t con il concerto endzeit2. Conclude questo itinerario lungo la rotta dei festival estivi la tappa al Live-Art-festival. Giunto alla terza edizione, privilegia spettacoli basati sulla ricerca del corpo in scena con marcate aperture alla danza.

 

“Aufführungen”, la sezione della rivista berlinese dedicato alle recensioni delle novità prodotte dalla scena tedesca, propone la messinscena di due classici. La tragedia Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller è allestita da Roger Vontobel negli spazi del Theaterfeier di Bochum in chiave moderna. Il regista trasforma le figure romantiche del testo in loschi personaggi affidati all’interpretazione di Lena Schwarz nel ruolo del titolo, Dimitrij Schaad, Klaus Weiss, Matthias Eberle, Jonas Gruber. Anche Macbeth di William Shakespeare, nella trasposizione scenica concepita da Karin Henkel nei Kammerspiele di Monaco, respira atmosfere contemporanee permeate di tensioni e violenze. Tra gli attori si sono distinti Jana Schulz, Benny Claessens, Stefan Merki, Kate Strong. La Schauspielhaus di Dresda ha presentato una novità, Vater Mutter Geisterbahn di Martin Heckmann (il testo si legge in “Das Stück” di questo mese) per la regia di Christoph Frick e l’interpretazione di Nele Rosetz, Christian Erdmann e Robert Niemann.

 

In “Akteure” si legge un lungo estratto dal libro di Hans Neuenfels, Das Bastardbuch. Autobigraphische Stationen pubblicato da Heidenreich (pp. 512, € 24, 99), in cui il regista racconta cinquant’anni di attività teatrale e di vita, attraversando le fasi cruciali della recente storia della Germania, dal dopoguerra al crollo del Muro di Berlino fino alla situazione attuale, per illustrare i paralleli cambiamenti del ruolo e dei linguaggi maturati nella scena teatrale. Segue un intervento di Elfriede Jelinek, che sottoforma di ironico ringraziamento, risponde alle polemiche sollevate dai critici teatrali di Mühlheim a proposito dello stile e del linguaggio della sua recente commedia Winterrreise. Un’intervista ad Akira Takayama, protagonista delle Wiener Festwochen, ripercorre la carriera dell’artista, che parla anche del teatro giapponese e dei suoi rapporti con la cultura occidentale.

 

La sezione “Bilanzen” si occupa del resoconto della recente stagione dello Schauspielhaus di Düsseldorf e dello Schauspiel di Heidelberg.



 

di Massimo Bertoldi


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