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Theaterheute


n. 5, 2011, pp. 72 € 11,20
ISSN 0040 5507

A “Berliner Theatertreffen”, annuale vetrina riservata ai dieci spettacoli considerati i più riusciti nell’ambito della recente stagione realizzata nei paesi di lingua tedesca, sono dedicati i servizi di apertura di «Theaterheute». Si inizia con il profilo artistico di Herbert Fritsch, presente alla rassegna berlinese con due allestimenti – Nora di Henrik Ibsen (produzione Theater Oberhausen, con Marja Kohl, Nora Buzalka, Torsten Bauer e Henry Meyer) e Biberpelz di Gerhart Hauptmann (Staatstheater Schwerin, con Klaus Bieligk, Sonja Isemer, Jakob Kraze, Andreas Lembcke, Brigitte Peters, Lucie Teisingerova –. Regista cresciuto nel Bayerischen Staatschauspiel di Monaco e affermatosi nella Volksbühne della capitale, annovera un repertorio ricco di importanti e applauditi titoli, quali Pension Schöller, Der Idiot e Der Selbsmörder. Christine Wahl e Vasco Boenisch, in qualità di nuovi membri della giuria, raccontano la loro esperienza, espongono i criteri adottati in fase selettiva ed illustrano le caratteristiche essenziali degli spettacoli premiati, che sono: Die Beteiligten di Kathrin Röggla (regia di Stefan Bachmann, Burgtheater di Vienna), Der Biberpelz di Gerhart Hauptmann (regia di Herbert Fritsch, Mecklenburgisches Staatstheater di Schwerin), Don Carlos di Friedrich Schiller (regia di Roger Vontobel, Staatsschauspiel di Dresda), Der Kirschgarten di Anton Tschechow (regia di Karin Henkel, Schauspiel di Colonia), Nora oder Ein Puppenhaus di Henrik Ibsen (regia di Herbert Fritsch, Theater Oberhausen), Testament di She She Pop (Hebbel am Ufer, Berlino), Tod eines Handlungsreisenden di Arthur Miller (regia di Stefan Pucher, Schauspielhaus di Zurigo), Verrücktes Blut di Nurkan Erpulat e Jens Hillje (regia di Nurkan Erpulat, Ballhaus Naunynstraße, Berlino), Via Intolleranza II di Christoph Schlingensief (Festspielhaus Africa). Sul tema dei criteri adottati dalla giuria ritorna Franz Wille con un contributo dettagliato ed attento a cogliere i meccanismi, che attivano i parametri delle promozioni e delle esclusioni. Secondo le valutazioni redazionali di «Theaterheute», come è prevedibile quando la scelta è ricca, sono stati trascurati spettacoli di qualità, riconosciuti in Zwischenfälle di Andrea Breth (produzione Burgtheater di Vienna), lo scandaloso Rechnitz (Der Würgeengel) di Elfriede Jelinek (produzione Schauspielhaus di Düsseldorf regia di Hermann Schmidt-Rahmer) e Kinder ohne Sonne di Maxim Gorki (produzione Deutsches Theater di Berlino, regia di Stephan Kimmig). Bilanci e prospettive di “Berliner Theatertreffen” emergono infine dall’intervista a Iris Laufenberg, curatrice della manifestazione, che tra i tanti interpreti teatrali applauditi ha riservato particolare attenzione a Christian Friedel, al quale «Theaterheute» dedica il ritratto del mese (“Porträt”). Il giovane attore ha ottenuto unanimi consensi con la parte di Don Carlos nell’omonima tragedia schilleriana allestita da Roger Vontobel. Dotato di abilità canore, Friedel inizia la carriera nel 1909 inizia la sua brillante carriera ad Hannover dove partecipa a Lulu, spettacolo canoro ricavato da Frank Wedekind e Alban Berg, e avvia importanti esperienze cinematografiche a partire da Das weiße Band di Haneke Oscar. Diventa protagonista del sofocleo Edipo Re per la regia di Tilman Köhler e il clamoroso successo ottenuto determina il suo trasferimento nel 2004 nel prestigioso Staatsschauspiel di Monaco. Nei Kammerspiele della città bavarese lavora con registi del calibro di Johan Simons e Luc Perceval. Nel 2006 si registra il ritorno ad Hannover, dove attualmente opera.

Oltre a “Theatertreffen” si svolge “Mülheimer Theatertage”, importante rassegna annuale dedicata alla nuova drammaturgia tedesca. I riconoscimenti della critica sono toccati a Felicia Zeller con Gespräche mit Astronauten (produzione Nationaltheater di Mannheim), a Fritz Kater con We are Blood (produzione Schauspiel di Lipsia), Elfriede Jelinek con Winterrose (produzione Kammerspiele di Monaco), a Kevin Rittberger con Cassandra oder die Welt als Ende der Vorstellung (produzione Schauspielhaus di Vienna; il testo di legge in versione integrale in “Das Stück” della rivista berlinese), a Lutz Hübner con Die Firma dankt (Staatsschauspielhaus di Dresda), a Nurkan Erpulat/Jens Hilije con Verrücktes Blut (Ballhaus Naunynstraße di Berlino) ed a con Warteraum Zukunft (Nationaltheater di Weimar). Come a Berlino, anche a Oliver Kluck Mülheim non sono mancati gli esclusi che  «Theaterheute» individua in supernova (wie gold entsteht) di Philipp Löhl, Nachrichten an das All di Wolfram Lotz.

La sezione “Aufführungen”, lo spazio della rivista berlinese dedicato alle novità prodotte dalla scena tedesca, ci porta nel Burgtheater di Vienna. Das blinde Geschehen, novità di Botho Strauß, testo dedicato alla comunicazione virtuale con citazioni tratte dal Vecchio Testamento, La tempesta di Shakespeare e I giganti della montagna di Pirandello, è affidato alla regia di Matthias Hartmann e all’interpretazione di Dörte Lyssewski, Falk Rockstroh, Peter Matic, Johann Adam Oest, Maria Happel e Cristiane von Poelnitz. Un’altra novità, Der Boxer oder Die zweite Luft des Haus Orsolics di Franzobel è ispirato alla vita di Hans Orsolic, prima leggendario pugile austriaco oggi un sessantenne alcolizzato, è trasferito sulla scena con taglio tragicomico da Niklas Holbling che affida i ruoli principali a Johannes Krisch, Dietmar König e Sarah Viktoria Frick. Infine la platea viennese ha applaudito Burgporträts di Michael Laub, pioniere del teatro postdrammatico, che colleziona una serie di ritratti di uomini comuni – dall’oste alla guida turistica, dal motociclista al cinese in vacanza –, affiancati da attori del Burgtheater stesso, quali Maria Happel, Cristiane von Poelnitz, Marie Hörbiger e Petra Morzé. Nei Kamemrspiele di Monaco Ivo van Hore propone Ludwig II. Ispirato all’omonimo film di Luchino Visconti del 1972, ricostruisce con fedeltà storica la vita privata dell’infelice principe.

Nelle pagine dedicate ai “Musicals” si leggono le valutazioni critiche di recenti produzioni, Hinter im Horizont di Udo Lindenberg, Fela! a cura di Bill T. Jones  e Peaches Does Herself.





di Massimo Bertoldi


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