Il Festival Internazionale del Teatro,
la sezione della Biennale di Venezia dedicata allo spettacolo dal vivo, giunge
alla sua quarantunesima edizione (10-16
ottobre 2011). In seno al progetto sono nati LArsenale della Danza, centro di perfezionamento della danza
contemporanea diretto da Ismael Ivo,
e il Laboratorio Internazionale di Arti
sceniche patrocinato dal catalano Alex
Rigola.
Il
neo direttore Rigola ha pensato a un festival come “agorà del teatro”, luogo
dincontro, apprendimento, formazione e riflessione sulle arti teatrali. Il
programma degli spettacoli viene integrato da laboratori, molti dei quali
aperti al pubblico, incontri e tavole rotonde per un totale di oltre 40
appuntamenti. I laboratori svolti tra lautunno e la primavera scorsa da alcune
personalità di spicco della scena contemporanea (Ricardo Bartìs, Calixto
Bieito, Romeo Castellucci, Jan Fabre, Rodrigo Garcìa, Jan Lauwers
e Thomas Ostermeier) sfociano in un
unico progetto dal titolo I sette peccati,
dove ogni regista propone una versione personale dei vizi capitali. Il percorso
si snoderà in diversi luoghi deputati della città: dal Teatro La fenice
allAteneo Veneto, fino al Conservatorio Benedetto Marcello e allIstituto
Veneto di Scienze Lettere ed Arti.
I
sette registi saranno protagonisti delle prime serate della manifestazione.
Inaugura il festival, il 10 giugno al Teatro Goldoni, la prima italiana di Hamlet, il provocante allestimento del
tedesco Thomas Ostermeier. Seguono le opere dei fiamminghi Jan Fabre, Prometheus
Landscape II, e Jan Lauwers che,
insieme alla sua Needcompany,
presentano Isabellas room,
spettacolo cult della compagnia. Anteprima nazionale anche per El Box, spettacolo firmato dallargentino
Ricardo Bartìs dove lantico sport
diventa metafora di un paese e di unintera società. Protagonisti della
giornata del 13 ottobre sono due personalità distinte del teatro di ricerca: Romeo Castellucci e Rodrigo Garcìa. Il regista romagnolo, insieme alla Societas Raffaello Sanzio, riflette
sulla complessità dello sguardo nel suo secondo studio Sul concetto del volto nel Figlio di Dio, mentre Garcìa prende a pretesto una storia western per attaccare i riti quotidiani del nostro vivere. Calixto Bieito porta per la prima volta sulle scene nostrane Desaparecer, un “poema-concerto per due
voci perse nella nebbia”, ispirato alla poesia di Edgar Allan Poe e Robert
Walser.
Altri
appuntamenti da segnalare sono quelli animati da Stefan Kaegi che insieme al suo ensemble Rimini Protokoll condurrà un laboratorio dal titolo Video Walking Venice svolto tra campi e
calli veneziani. I tre giorni conclusivi del laboratorio (14-16 ottobre)
prevedono lampia partecipazione dei cittadini della laguna, in un percorso che
partirà da CaGiustinian. Bodenprobe
Kaschtan è la seconda proposta del gruppo tedesco, spettacolo che riflette
sul tema del petrolio e dellimmigrazione dei popoli sovietici verso la
Germania. Josef Nadj e Virgilio Sieni, due figure atipiche del
crogiuolo teatro-danza-arti figurative, terranno ognuno un laboratorio sul
movimento dedicato ad attori. Di loro si vedranno, inoltre, Woyzeck ou lébauche du vertige di Nadj e Osso, un toccante e intimo dialogo tra Sieni e suo padre, basato su
una sapiente architettura dei gesti quotidiani.
Dei
15 laboratori in programma uno è dedicato al lavoro pratico legato alla
scenotecnica, coinvolgendo giovani allievi e professionisti del campo come
Carlos Marquerie e Àlex Serrano. Un workshop è rivolto allo studio del verso e
della scuola di recitazione del massimo poeta drammatico, Shakespeare. Andrea
Porcheddu invece condurrà un laboratorio sullesercizio della critica, dove
alcuni giovani critici percorreranno lintera settimana del Festival con le
loro informazioni e approfondimenti.
Scenografi
affermati come Jan Pappelbaum (11
ottobre) Jim Clayburgh (12 ottobre),
Margherita Palli (13 ottobre), Nick
Ormerod e Declan Donnellan
(14 ottobre), Anna Viebrock (15
ottobre) saranno presenti a Venezia per una serie di conferenze sulla
scenografia nella sala delle Colonne di Ca Giustinian Questa ultima sarà inoltre sede di
incontri e confronti tra il pubblico e gli artisti partecipanti al festival.
di Adela Gjata
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