Il sessantatreesimo numero del «Castello di Elsinore» si apre con la lucida analisi del Macbeth ad opera di Roberto Alonge. «Macbeth», il sogno delleternità (e comunque il peggiore è Macduff) esplora, tramite unanalisi minuta degli idiomi shakespeariani, la sottile concatenazione psicologica che corre tra la profezia delle Streghe e le sorti dei coniugi Macbeth: dalla trama dellomicidio del re alla scomparsa della ferrea Lady. La seconda parte del saggio si sofferma sullantagonista di Macbeth, Macduff, l'unico uomo che avrebbe potuto sconfiggere Macbeth secondo l'oracolo delle Streghe. Ciò che unisce protagonista e antagonista è il loro essere estranei alle leggi della natura: il primo è il «demone dell'Anti Natura» che vive nell'illusione dell'eternità; il secondo fugge in Inghilterra abbandonando inaspettatamente moglie e figli. Entrambi i personaggi sono contraddistinti da indoli anti-naturali, ma Macduff vince il primato in quanto uomo, no woman born, «non nato da una donna». Il male, conclude Alonge, può essere piegato solo da un altro male, è questo il messaggio ultimo della tragedia che si interroga sulla malvagità del mondo.
Paolo Bertinetti analizza la fortuna scenica della comedy of manners, un genere drammatico che riscosse immediato successo, ma la cui fortuna scenica fu influenzata profondamente dai fermenti politici, sociali e religiosi dell'Inghilterra. Nata allepoca della Restaurazione di Carlo II (1660), la comedy of manners, di ambientazione mondana londinese, rispecchiava il linguaggio, i costumi e i valori dellascendente borghesia inglese. I plot delle commedie consistevano mediamente nella schermaglia amorosa tra la bella ereditiera e il corteggiatore libertino intenzionato a migliorare la propria situazione economica. Il pamphlet di Jeremy Collier del 1698 contro «limmoralità del teatro» coevo ridimensionò radicalmente la produzione drammaturgica, stabilendo il modello della storia esemplare che punisce il vizio e premia la virtù. Si dovette aspettare il ventesimo secolo per la rivalutazione critica e pratica della comedy of manners in quanto genere drammatico specifico, basato sullidillio del matrimonio damore alla ricerca utopica di un mondo migliore.
Zapolya (1816) è il dramma simbolo della riforma teatrale auspicata da Samuel Taylor Coleridge, un crogiuolo di «istanze politiche, morali, metafisiche ed estetiche» che intendeva trasmettere valori di ordine morale e estetico ad un ampio pubblico, stimolandone anche limmaginazione. Paola Degli Esposti attua unanalisi intertestuale del dramma romantico di Coleridge e delle opere di due modelli assoluti: Shakespeare da un lato, il più alto esempio di opera immaginativa, e quindi educativa, e Schiller dallaltro, nella fattispecie con la trilogia di Wallenstein. La temperie shakespeariana di Zapolya è immediatamente riscontrabile nel trattamento anticonvenzionale dellunità di tempo: tra il Preludio e il Seguito del dramma trascorrono di fatto venti anni. Questi intertesti drammatici sono depurati dal filtro dellintento educativo e dellazione morale, parte integrante della riforma teatrale auspicata da Coleridge.
Il Risorgimento italiano visto dalla Scandinavia è lomaggio di Franco Perrelli allunità dItalia nel suo centocinquantesimo anniversario. Il punto di vista del saggio è quello dei grandi intellettuali scandinavi dellOttocento che consideravano il processo dellunità italiana un evento di portata straordinaria a livello europeo. Mazzini, Cavour, Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II divenivano eroi e modelli da seguire, trascendendo, con la loro rivoluzione, la sfera della politica e dellazione storica: venivano recepiti come protagonisti di un dramma storico poderoso e appassionante capace di educare e destare le coscienze e lorgoglio nazionale dei popoli scandinavi. Linflusso del Risorgimento italiano è palese nellopera di sensibilizzazione di alcuni grandi poeti e scrittori quale Bjornson, Ibsen e Bætzmann che invitavano il popolo norvegese a risollevare le sorti della nazione, ma anche nei saggi del critico danese Georg Brandes sullepopea garibaldina. Gli scrittori scandinavi coglievano le vicende che portarono allunità dItalia come un processo storico complesso e problematico, permeato di chiaroscuri ed eventi insieme gloriosi e ingloriosi.
Le scene dellIngegnere di Paolo Puppa, rilevano alcune tipologie visive ricorrenti nella scrittura di Carlo Emilio Gadda. Per quel che concerne il teatro, latteggiamento dello scrittore milanese oscilla tra apprezzamento e disprezzo, un contrasto alimentato dalla distanza tra il linguaggio manierista del poeta e le necessità del linguaggio scenico, indirizzandolo versa una sorta di «autocensura linguistica». Le sue visioni teatrali rientrano, in linea di massima nellorbita della parodia del sistema spettacolare e dellopera lirica in particolare. Il teatro di Gadda va cercato, secondo lautore, in certi racconti contraddistinti dall'accentuato uso del dialetto e del vernacolo (vedi lAdalgisa e La resurrezione di Lazzaro per esempio), ma anche nelle sue osservazioni da spettatore, annotazioni significative sulla prassi scenica, il linguaggio e la regia.
Stefano Locatelli si avvicina al tanto discusso e preoccupante fenomeno della riduzione del FUS (Fondo unico per lo spettacolo), riflettendo sulle origini e cause che hanno portato allattuale sistema del finanziamento pubblico al teatro in Italia, auspicandone una riforma strutturale. La dichiarate critiche di Alessandro Baricco alle sovvenzioni statali in materia di teatro, apparse su «la Repubblica» del 24 febbraio 2009, – articolo che suscitò lindignazione di tanti teatranti e intellettuali – ricordano a Locatelli il pensiero di Paolo Grassi negli anni della fondazione del Piccolo di Milano. Il direttore del Piccolo riteneva che i finanziamenti pubblici dovessero premiare le più rilevanti esperienze nazionali, come, appunto, quella dell'istituzione che presiedeva. Grassi, grazie a unabile politica culturale basata sullidea di un teatro darte accessibile da tutti, se da un lato fece guadagnare al Piccolo lo status del primo Teatro Stabile in Italia, dallaltra parte aprì la strada alledificazione di altri Stabili, più o meno validi, e al conseguente sistema di sovvenzioni a pioggia, che è frutto delleredità fascista, precisa Locatelli, protrattasi senza cambiamenti rilevanti fino ai giorni nostri. Questo diffuso atteggiamento ha portato in ultima analisi alla sconfitta stessa del teatro, alla sua «marginalizzazione» presso lopinione pubblica.
La sezione “Materiali” del periodico tratta dellesperienza del comico darte Antonio Sacco alla corte di San Pietroburgo negli anni 1733-34, tratto dalla tesi di dottorato Antonio Sacco comico italiano dalla corte di San Pietroburgo alle commedie di Goldoni e Chiari di Lorenzo Colavecchia (Tutor Prof. Siro Ferrone, coordinatrice Prof.ssa Sara Mamone, XXII ciclo, 2007-2009). Lintervento di Colavecchia fornisce precise informazioni sul contesto culturale della corte russa, le modalità organizzative della compagnia darte, i luoghi delle rappresentazioni, i costumi, gli stipendi, i componenti della compagnia e le scelte di repertorio. La tipologia dei canovacci e le caratteristiche delle performances di Sacco nel ruolo del secondo zanni vengono esaminate tramite lanalisi dettagliata de I quattro Arlecchini, una delle pièces che riscossero maggior successo in Russia.
di Adela Gjata
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