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Thetareheute, n.12, 2010


Theaterheute, 2010, n12, pp. 62 € 11,20
ISSN 0040 5507

“In der Zeitmaschine” è il titolo del dossier posto in apertura di «Theaterheute». Stefan Wackwitz si occupa del Goethe-Institut di New York per ripercorrere con un’efficace sintesi i rapporti culturali tra Germania e Stati Uniti come si sono sviluppati a partire dal dopoguerra. Spicca, tra le tante, la figura di Hans Egon Holthusen, autorevole critico letterario e saggista e coordinatore delle attività teatrali dal 1961 al 1964. Altrettanto incisivi sono stati i contributi di Hannah Arendy, Ingeborg Bachmann, Uwe Johnson e Rainer Werner Fassbinder, che hanno tracciato le linee di un percorso segnato da continui e proficui contatti e scambi culturali. Come si pone oggi il teatro nell’età del dominio della meccanizzazione e della tecnologia avanzata è il tema affrontato da Franz Wille. L’autore avanza interessanti riflessioni in merito alla possibilità scenica e al significato culturale che contengono in sé le rappresentazioni di testi antichi. Tra i tanti spettacoli analizzati incontriamo gli shakesperiani Sommernachtsraum per la regia di Andreas Kriegenburg e Othello per la cura scenica di Thomas Ostermeier, Persen allestito da Dimiter Gotscheff.

In “Aufführungen”, la sezione della rivista berlinese dedicata alle recensioni degli spettacoli recentemente prodotti in area tedesca, si parla di Rechnitz, novità di Elfriede Jelinek (il testo è pubblicato in versione integrale in questo numero di «Theaterheute»). Realizzato dallo Schauspielhaus di Düsseldorf lo spettacolo di Herman Schmidt-Rahmer ha prodotto, come di prassi avviene con le commedie della scrittrice austriaca, scandalo e trionfo. Affidato all’interpretazione di Janina Sachau, Wolfram Rupperti, Susanne Tremper, Miguel Anbrantes Ostrowski, il testo è una tagliente rappresentazione del tedesco contemporaneo, contaminata da cupi richiami al nazismo. Un altro lavoro della Jelinek, la trilogia Das Werk/Im Bus/Ein Stück, è stato trasferito sul palcoscenico dello Schauspiel di Colonia da Susanne Barth, mentre Karin Beier si è occupata con successo di Ein Sturz, satira della burocrazia intesa come negatrice del libero pensiero, anche grazie al pregevole contributo degli attori, Thomas Loubl, Kathrin Wehlisch e Laura Sundermann. Di rilievo sono stati gli spettacoli visti a Berlino. Nel Deutschen Theater il pubblico ha applaudito Kinder der Sonne di Maximilian Gorki nella versione di Stephan Kimmig, che affronta il testo scritto nel 1905 rivisitando in chiave moderna, con allusioni alla Germania contemporanea, il nesso tra idealismo e materialismo. Tra gli attori si sono distinti Markus Graf, Alexander Khuon, Ulrich Matthes, Katrin Wichmann. Protect me ideato da Falk Richter con la coreografa Anouk van Oijk e stato allestito nella Schaubühne. Si tratta di una denuncia della mancanza di completa emancipazione dell’uomo nella società attuale. Proposte piuttosto interessanti emergono anche dai principali teatri di Vienna. Nell’Akademietheater Stefan Bachmann ha curato la regia di Die Beteiligten di Kathrin Röggla. Il testo analizza la debolezza die linguaggi e le difficoltà comunicative tra i personaggi, interpretati da Barbara Petrisch, Alexandra Henkel, Peter Knaack, Katharina Schmalenberg e Jörg Ratjen. Michael Thalheimer per il Burgtheater firma la messinscena di Die heilige Johanna der Schlachthöfe di Bertolt Brecht, con Sarah Viktoria Frick nel ruolo del titolo che agisce in una cornice scenografica da incubo contemporaneo. Ha ottenuto consensi di pubblico e di critica Nature Theater of Oklahoma, gruppo Off-Off di New York, che ha presentato il movimentato e divertente Life al Times – Episode 2.

Le pagine di “Ausland” sono dedicate ai teatri di Bombay, dove si contano 1500 produzioni al mese corrispondenti a cinquanta al giorno e realizzate senza sovvenzioni statali. Notevole è l’influsso della cultura teatrale inglese, vissuta come spinta verso la modernità, come dimostra il recente allestimento della ibseniana Hedda Gabler da parte del gruppo Just Theatre con Sheeba Chadha protagonista. Altri analoghi esperimenti sono sostenuti da Guiarati Commercial Theatre, Theatre Clubs. A questa apertura all’Europa corrispondono talvolta episodi di censura, incontrati per esempio da Sunil Shanbag, autore di testi legati al teatro-documento in cui si smascherano le contraddizioni del capitalismo indiano. Il gruppo principale di Bombay è Marathi Commercial Theatre con un repertorio caratterizzato dalla presenza di autori locali.

“Akteure” è dedicato a due personaggi femminili: Ylena Kuljac, attrice serba dal 2003 attiva nella scena musicale e teatrale berlinese con spettacolo di successo, ultimo dei quali Krönung der Poppea; Chiaki Soma, curatrice dal 2009 del festival/Tokyo, che rilascia un’intervista in cui racconta le caratteristiche della manifestazione e i rapporti culturali con Christoph Marthaler e Rimini Protokoll.

di Massimo Bertoldi


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