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The Dissemination of News and the Emergence of Contemporaneity in Early Modern Europe

A cura di Brendan Dooley

Farnham, Ashgate, 2010, pp. 289, £70
ISBN 978-0-7546-6466-6

La storiografia tradizionale ha ampiamente affrontato gli aspetti connessi con la diffusione del giornalismo e con i suoi sistemi organizzativi nella prima età moderna. Eppure tali esegesi hanno limitato la loro attenzione ai singoli stati europei, ognuno preso nella sua individualità. The Dissemination of News and the Emergence of Contemporaneity in Early Modern Europe parte dagli stimoli offerti da quegli studi e muove verso l’analisi della circolazione delle notizie sia a livello locale che internazionale. Ovviamente si pone l’attenzione sull’importanza della variabile “tempo” per i secoli presi in esame («the lag times […] are still workable averages for the period between the sixteenth and seventeenth centuries») e sui principali problemi correlati, come ad esempio i diversi calendari in uso.

 

La prospettiva è quella di indagare una Contemporaneity intesa quale possibilità per un nutrito numero di esseri umani di fare esperienza del medesimo evento pressappoco allo stesso tempo. Il nunc però non presuppone l’hic: «the observers in question may be out of sight or earshot of one another». Si parla piuttosto di una costruzione mentale degli individui che sentono di appartenere a quelle che Brendan Dooley definisce per l’appunto Imagined Comunities. Altra variabile fondamentale è il rumor, la chiacchiera, veicolo privilegiato di diffusione delle notizie all’interno e all’esterno di una comunità. Quest’ultima “modalità divulgativa” implementa in modo esponenziale la possibilità per ciascun individuo di percepirsi all’interno di un contesto sociale in cui in molti parlano dello stesso avvenimento.

 

I nodi problematici da tenere in considerazione sono evidentemente molteplici. Oltre a quelli già evidenziati se ne segnala uno ulteriore, imprescindibile per un corretto approccio alla materia trattata. Le notizie divulgate erano quasi sempre “costruite” facendo ricorso alle versioni che di esse si davano in fonti orali, manoscritte e a stampa che differivano sensibilmente l’una dall’altra. Il problema è che questo sistema di interrelazioni, schematizzato da Dooley nella tabella ­The creation of news texts, nella maggior parte dei casi non è più ricostruibile per la perdita delle fonti primarie.

 

Il merito principale di The Dissemination of News and the Emergence of Contemporaneity in Early Modern Europe è sicuramente l’approccio interdisciplinare. Questo è finalizzato a fornire un’interpretazione a tutto tondo, non per giungere a una conclusione definitiva; ma per sviluppare una serie di domande e suggerire nuove metodologie di indagine. Utile in questo senso la struttura interna quadripartita: Joining Time and Space indaga le variegate modalità comunicative del tempo, dalle lettere ai giornali; Time, Motion and Structure mette in luce gli elementi basilari di quel sistema di comunicazione, sviluppato e perfezionato in parallelo all’evoluzione degli stati territoriali e del capitalismo; Inter-European Spaces and Moments esamina una serie di case studies; New Methods, infine, presenta nuove tecniche e tecnologie che possono soccorrere la ricerca.

 

Cristina Borreguero Beltrán analizza lo sviluppo dell’efficientissimo servizio postale a controllo centralizzato implementato da Filippo II: la conditio sine qua non per la gestione del vasto territorio da lui ereditato. Mario Infelise evidenzia come nell’Europa del XV e XVI secolo le notizie politiche circolassero anche attraverso le newsletter manoscritte dei mercanti; ripercorre diacronicamente lo sviluppo di questa modalità informativa fino al momento in cui il compito di veicolare tali notizie viene affidato al “gazzettiere”. Johannes Weber prende in considerazione uno dei momenti fondamentali nello sviluppo del sistema informativo europeo: nel 1605 a Strasburgo Johann Carolus chiede la concessione del monopolio per la produzione e la stampa del giornale cittadino. Il privilegio gli fu negato; ma la sua idea apparve vincente. I print papers presero il sopravvento sulle handwritten newsletters e di li a poco il sistema alsaziano fu adottato in tutte le maggiori città europee.

 

La maggiore o minore velocità della circolazione delle notizie era dettata dal loro grado di importanza: senza paragoni fu quella della nascita di Maria de’ Medici (26 aprile 1575). Alessio Assonitis relaziona sulla diffusione delle notizie e dei pettegolezzi inerenti a questo avvenimento e denuncia la grande quantità di falsi che ancora oggi continuano a corrompere la storiografia. Brendan Dooley, attraverso l’esempio delle lettere inviate dalle Fiandre a Firenze da Don Giovanni de’ Medici, mostra l’efficienza e le debolezze del sistema informativo sviluppato dalla corte medicea e gli sforzi del mittente per raccontare gli eventi nel modo più realistico possibile. Sonja Schultheiß-Heinz analizza la costruzione della notizia relativa alla cattura e alla deportazione di Guglielmo di Fürstenberg (1674) così come fu raccontata da tre giornali: la Gazette parigina, il London Gazette e il Teutsche Kriegs-Kurier di Norimberga. Si mostra come la presentazione delle notizie, opportunamente “manipolate”, fosse uno strumento (forse il più incisivo) per la legittimazione delle politiche dei singoli governi. Ingrid Meyer e Daniel Waugh evidenziano che non solo la vita dinastica e le guerre erano argomento degli scambi informativi né solo in Europa si era prodotta la possibilità di una contemporaneity. I due studiosi relazionano sulla diffusione di un’enorme quantità di news manoscritte e a stampa riguardanti il falso messia Sabbati Levi (1626-76) e transitati in Europa attraverso la Russia. NellIntroduction al saggio si pongono alcune questioni metodologiche basilari in relazione allo studio del rapporto tra le opere a stampa e le loro fonti manoscritte.

 

Zsuzsa Barbarics-Hermanik concentra la sua attenzione sulle newsletter manoscritti prodotti nell’area dell’impero Turco-Ottomano dove la stampa fu proibita fino alla prima metà del Settecento. Si mostra così che queste regioni erano molto più connesse agli affari e ai commerci occidentali di quanto fino ad oggi ritenuto. Charles-Henry Depezay analizza il complesso sistema del “mercato” delle informazioni attivo in Francia nella seconda metà del XVII secolo. La diffusione di due testate, una interna (la gazette parigina) e una esterna (la gazette stampata in Olanda), permise ai lettori un approccio “critico” alle notizie, e fece scaturire la possibilità di dibattere pubblicamente le idee nate alla lettura. Depezay indaga il grado di influenza di questa nascente “opinione pubblica” sull’operato del governo di Luigi XIV. Paul Arblaster sottolinea l’importanza delle città quali snodi intermedi fondamentali del nascente sistema di diffusione delle notizie, in quanto sedi di continui arrivi, partenze e scambi (anche e soprattutto commerciali). Anversa e Bruxelles furono, in questo senso, veri e propri «inter-European spaces». Astrid Blome mette in luce il ruolo svolto dagli Offices of Intelligence nella gestione delle informazioni (in termini di accumulazione, registrazione, sistematizzazione e diffusione); il loro operato come luoghi di mediazione nelle trattative tra privati e la loro utopica aspirazione a divenire garanti di un sapere comune condiviso. Il modello è quello dell’Office or Register of Intelligence fondato in Inghilterra nel 1611 – ispirato dalle teorie di Montaigne padre – che di lì a poco sarà adottato nelle principali città europee.

 

Concludono il volume due saggi in cui si propongono interessanti esempi della fertile applicazione delle metodologie d’indagine proprie dell’analisi linguistica. Nicholas Brownlees prende in esame i Corantos e i Newspaper stampati tra il 1620 e il 1660 e ne analizza le strutture testuali. Egli assume la terminologia coniata da Teun A. van Dijk e applica i modelli di analisi da lui postulati nei suoi studi sul ventesimo secolo. Andrew Hardie, Tony McEnery e Scott Songlin Piao espongono le fasi della creazione del Lancaster Newsbook Corpus, il database da loro ideato contenente un milione di voci sul giornalismo nel XVII secolo e consultabile al sito http://www.lancs.ac.uk/fass/projects/newsbooks.

 

 

di Diego Passera


La copertina

cast indice del volume


 



 
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