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Il lungo respiro di Brunello Rondi

A cura di Stefania Parigi e Alberto Pezzotta

Cantalupo in Sabina, Ed. Sabinae, 2010, pp.370, Euro 20
ISBN 978-88-96105-74-0

Arriva oggi, a ventuno anni dalla scomparsa, un volume dedicato alla figura di Brunello Rondi, intellettuale versatile ed eclettico, capace di muoversi tra filosofia, poesia, teatro, musica e cinema.

Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia,  il volume collettaneo Il lungo respiro di Brunello Rondi, esce per conto delle edizioni Sabinae ed è curato da Stefania Parigi e Alberto Pezzotta.

Attraverso i numerosi interventi raccolti si tenta di ricomporre una figura di primaria importanza per la cultura italiana della seconda metà del Novecento, cercando di non trascurare nessuna delle tante inclinazioni seguite da Rondi. Se la storia ce lo consegna soprattutto come sceneggiatore e sodale prima di Rossellini e poi di Fellini (aspetto quest’ultimo, analizzato nel contributo di Pezzotta) non sono certo da tralasciare gli scritti critici, su tutti Il neorealismo italiano (1956) di cui parla Parigi, e Il cinema di Fellini (1965). Oppure, in un altro campo a lui assai congeniale, quello della musicologia, i precoci scritti su Bartók (1948) e sulla musica contemporanea (1952). 


 


Brunello Rondi

 

Ma per comprendere perché la lezione di Rondi ci è arrivata come la lezione di un grande incompreso è anche utile leggere gli altri interventi dedicati alla sua attività di regista cinematografico (Pierpaolo De Sanctis, Sergio Grmek Germani) e scoprire come spesso le sue opere siano state anche mortificate dai dissensi con i produttori, dalle scelte forzate (a partire dai boccaceschi titoli imposti) e dagli insistiti tentativi di spegnere richiami verso una cultura più‘alta’ e forme espressive più complesse. A tutto ciò vanno poi sommate le tribolazioni con la censura di cui parla Alessio di Rocco.

A restituire un sunto del rapporto di Rondi con il teatro ci pensa Paola Pedrazzini che analizza appunto la sua attività di drammaturgo, regista e teorico, parlando di una scrittura spesso piena di simboli,  talvolta intellettualistica ma in grado di seminare ambiguità cogliendo bene le dinamiche della vita di coppia in ambienti borghesi. Mentre La musica di un “tempo di crisi” di Enrico Duranti e “Prova d’orchestra: dirige Brunello Rondi di Giovanni Guanti sono gli interventi che riguardano i suoi legami con la musica.  Del suo interesse verso la filosofia, tenuto acceso fino alla morte, ci informa invece Emiliano Morreale con Tempo, relazione e neorealismo. Dal cinema alla filosofia.

Ma, ritenendo la figura di Brunello Rondi meritoria di altri studi approfonditi, il volume si pone senz’altro come un fondamentale strumento di lavoro da cui cominciare. L’ultima parte infatti, oltre alle testimonianze di chi ci ha lavorato (tra le varie riportate quelle di Giorgio Albertazzi e Lino Capolicchio) contiene una dettagliata filmografia e una bibliografia di tutti gli articoli, i saggi e i volumi divisi secondo le diverse discipline di cui Rondi si è occupato. Lui che, come disse Fellini in occasione della sua morte creando un estemporaneo epitaffio, “…era tutto cinema, teatro, musica, filosofia, poesia.”  

di Paolo Grassini


cover

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