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Theaterheute, n. 7, luglio 2010


n. 7, luglio 2010, pp. 64 € 14,80
ISSN 0040 5507

Il peso e la ricaduta della crisi finanziaria nel mondo teatrale tedesco costituiscono gli argomenti di Report, che offre al lettore la cronaca di un dettagliato viaggio compiuto nelle città del Land Nord Reno-Westfalen. L’itinerario prende avvio dal teatro di Oberhause amministrato dal 2008 da Peter Carp, che racconta il difficile rapporto con pubblico e critica, ma tale da non compromettere un bilancio generalmente positivo per quanto riguarda la precedente stagione. A Wuppertal l’intendente Arno Wünstenhöfer dello Schauspielhaus lamenta un calo di presenze poiché molti appassionati emigrano nella vicina Essen, dove i segni della crisi si fanno comunque sentire con bilanci tendenti al rosso. La situazione di Bochum, come emerge dalle parole di Anselm Weber intendente dello Schauspiel, non si presenta molto diversa malgrado le produzioni ad alto livello che hanno caratterizzato anche il cartellone dello Schauspiel di Düsseldorf, alle quali il pubblico non ha sempre corrisposto con adeguato calore e partecipazione. Il funzionamento dei rapporti intercorrenti tra amministrazione pubblica e teatro è l’argomento dell’intervista rilasciata da Jörg Stüdenmann, responsabile delle attività culturali del Comune di Dortmund.

 

In Dibatte si legge la cronaca di una tavola rotonda tenuta a Friburgo e dedicata alle relazioni tra arte contemporanea e spettacolo. Vi hanno partecipato autorevoli personaggi, da Barbara Mundel con un contributo sul rapporto tra musica pubblico e critica a Jürgen Flimm (intendente della Berliner Staatopern) che ha offerto un’analisi dettagliata sul ruolo e i limiti del teatro nella società, a Klaus Zehelein (presidente delle Bühneverein e chef presso l’Opera di Stoccarda), le cui parole hanno disegnato uno scenario dalle prospettive negative per quanto riguarda i contributi degli enti governativi elargiti al mondo dello spettacolo.

 

La messinscena di Intolleranza II di Christoph Schlingsief apre la serie di recensioni raccolte in Aufführungen. Ispirata ad Intolleranza 1960 di Luigi Nono, la rielaborazione approfondisce i temi del colonialismo e del razzismo e intreccia musiche e movimenti su un piano di plastica armonia. Originale nella veste coreografica e crudele per lo spessore inquietante dei messaggi, lo spettacolo è stato interpretato con maestria da attori africani (Adamo Komi, Isabelle Tassembedo, Ahmed Soura, Issouf Kienoa, Kandy Mamonnata). Di rilievo sono risultate le tre produzioni del Gorki Theater di Berlino. We are blood di Fritz Kater, testo pubblicato in versione integrale in Das Stück di «Theaterheute», si basa sul conflitto tra ragioni della politica e sfera privata individuale nella cornice della Germania del 1985, quando si dibatteva sull'introduzione del nucleare come nuova fonte energetica. La regia di Armin Petras mantiene vivi i risvolti inquietanti del dramma e li sviluppa in una prospettiva contemporanea. Tra gli attori si sono distinti Julischka Eichel, Regine Zimmermann, Carlo Ljnbek, Hilke Altefrohne, Matty Krause nella parte del protagonista. Nello stesso teatro berlinese Anna Bergmann ha curato l'allestimento di Fieber di Juliane Kann, malinconica storia di incontri e abbandoni sentimentali affrontati con riflessioni sociologiche e consegnate alle abilità espressive di Johann Jürgens, Ruth Reinecke, Anne Müller, Sina Kiessling. Anche l'impianto narrativo di Die Überflissigen, novità di Philipp Löhle è fondato sul ricorso a lezioni sociologiche per meglio inquadrare i personaggi confusi tra spleen metropolitano e alienazioni quotidiane. L'allestimento promosso dal teatro di Wittenberg è stato realizzato da Heinz Bude e interpretato, tra gli altri, da Robert Kuchenbach, Gunnar Teube, Dominic Friedel, Horst Kotterb.

 

Ausland, sezione dedicata alla scena internazionale, indirizza l'attenzione a Parigi. Spicca nell'Odéon Théâtre Un Tramway nommé desìr di Tennesse Williams con la regia di Krzystof Warliowski ed Isabelle Huppert nei panni di Blanche Du Bois. L’attrice disegna con abilità creativa un personaggio in bilico tra malinconia e depressione, reso contemporaneo da frequenti inserti di musiche punk. Altro spettacolo di spessore è stato Les Naufragés de Fol Espoir, novità coreografica di Ariane Mnouchkine presentata nel Théâtre du Soleil, ricavata dal romanzo di Jules Verne.

 

In Akteure si legge il profilo artistico di Carlo Ljubek, giovane attore della compagnia dello Schauspiel di Colonia che si è affermato in allestimenti realizzati da Karin Beier, tra i quali Nibelungen di Hebbel e Goldenen Vliers di Franz Grillparzer. Annovera inoltre partecipazioni cinematografiche, tra le quali Jedem der Seite di Stefan Schaller e Shahada di Burhan Qurbani. Il recente rapporto artistico con il regista Johan Simon ha definitivamente consacrato il talento di Ljubek, in modo particolare in Kasimir und Karoline di Ödön von Horváth. Il secondo contributo di Akteure è un estratto da Die Wanderjahre 1980-2009 di Peter Zadek recentemente pubblicato da Kiepenheuer & Witsch di Colonia.

 

 

 

di Massimo Bertoldi


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