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Francesca Fantappiè

«Per i teatri non è Bergamo sito». La società bergamasca e l’organizzazione dei teatri pubblici tra ‘600 e ‘700


Bergamo, Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo, 2010, pp. 512 + CD-Rom, euro 35
ISBN 978-88-86797-24-5

Il volume di Francesca Fantappiè è dedicato alla ricostruzione della «modalità e dei tempi attraverso cui tra il Seicento ed il Settecento si affermò a Bergamo un sistema teatrale pubblico destinato alla rappresentazione di spettacoli a pagamento, sia nel settore della prosa sia in quello musicale».

 

L’osservazione delle vicende storico-teatrali di Bergamo è introdotta da una panoramica sull’organizzazione della vita spettacolare nelle altre città sottoposte al dominio veneziano che rende evidenti le peculiarità della città oggi lombarda. Nella Terraferma veneta Bergamo, che si dotò di un edificio teatrale stabile solo in epoca molto tarda con la costruzione del Teatro Riccardi nel Settecento, costituì infatti un’eccezione. La volontà di comprendere le ragioni di questa difformità, la mancata costruzione di un edificio teatrale nel Seicento, spinge Francesca Fantappiè a “immergersi” nel tessuto delle istituzioni e dei movimenti culturali che animavano Bergamo, riportando alla luce gli intrecci tra cultura, politica e società.

 
Il predominio della cultura ecclesiale, la debolezza delle autorità municipali e i contrasti interni al ceto nobiliare locale concorsero a impedire l’edificazione di un teatro stabile per lungo tempo. La sua assenza non minacciò però lo sviluppo di attività spettacolari in strutture precarie e occasionali, e il consolidarsi di due distinte stagioni teatrali, il Carnevale e la fiera d’agosto, dislocate nelle zone in cui Bergamo è naturalmente bipartita, rispettivamente Città Alta e i Borghi.

 


Luoghi di spettacolo in Città Alta


Rispettando la morfologia del tessuto urbano, rivelatrice di più profonde tensioni sociali e politiche, Francesca Fantappiè separa l’indagine relativa alle iniziative teatrali in Città Alta da quella a proposito dei Borghi. Le notizie più antiche riguardano la prima, sede della nobiltà filo-veneziana. In Città Alta i primi spettacoli erano allestiti in palazzi pubblici, «opzione che permetteva alle autorità cittadine» che vi risiedevano «di esercitare un maggiore controllo». Nella parte alta della città si registra inoltre, tra il 1686 e il 1695, per l’iniziativa individuale del conte Giuseppe Secco Suardo, la significativa seppur breve esperienza di costruzione e gestione di un vero e proprio teatro privato.

 

Anche il sistema teatrale dei Borghi era basato sulla costruzione di edifici provvisori. Il periodo dedicato agli spettacoli in questa sede coincideva principalmente con la fiera d’agosto che, fin dal Medioevo, era occasione per ogni genere di commercio, tra cui quello teatrale: al teatro regolare si affiancavano le più svariate forme di intrattenimento dai burattini al circo, dalle esposizioni di animali esotici alle esibizioni dei ciarlatani. La vitalità della Città Bassa avrebbe battuto sul tempo l’immobilismo della Città Alta: il primo teatro stabile cittadino sarebbe sorto proprio sul prato di Sant’Alessandro anche stavolta per iniziativa di un singolo, estraneo però all’oligarchia cittadina, l’imprenditore Bortolo Riccardi.

 

Esibizione di animali esotici alla fiera
Esibizione di animali esotici alla fiera
 

Allo stato attuale delle conoscenze l’indagine di Francesca Fantappiè costituisce l’opera più completa e qualitativamente rilevante per la storia dello spettacolo di Bergamo tra Sei e Settecento. L’analisi della studiosa si fonda su un’ampia documentazione spesso reperita in fondi archivistici inesplorati, secondo accidentati percorsi di ricerca che denotano una rara passione per la disciplina e che a loro volta aprono la strada a possibili ricerche future. Ma il merito di Francesca Fantappiè va oltre il recupero di materiali di prima mano e risiede anche nella capacità di lettura delle tensioni e dei rapporti tra le componenti sociali e politiche cittadine. Tramite la storia “al negativo” di «un teatro che non si fa» l’autrice perviene a considerazioni che si rivelano «un’ottima chiave interpretativa della storia cittadina tout court», aggiungendo in questo modo un importante tassello non solo alla storia dello spettacolo cittadino, ma anche a quella complessiva di Bergamo.

 

La monumentale Cronologia degli eventi spettacolari fornita in appendice, insieme al ricco regesto di documenti di cui vengono prodotte le accurate trascrizioni nel CD-Rom allegato, rendono il volume un indispensabile strumento di partenza per ogni ricerca dedicata alla spettacolarità di Bergamo tra Sei e Settecento. L’apparato iconografico contiene riproduzioni inedite di frontespizi di libretti, avvisi di spettacoli, prospetti relativi ai teatri della Cittadella e Riccardi, e ancora  piantine e mappe catastali che consentono di visualizzare con immediatezza la collocazione fisica dei luoghi di spettacolo.

 

di Emanuela Agostini


copertina

cast indice del volume


 



 
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