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Theaterheute, n. 6, giugno 2010


n. 6, giugno 2010, pp. 64, € 14,80
ISSN 0040 5507

La stretta collaborazione di gruppi della cosiddetta scena libera con istituzioni pubbliche, come Rimini Protokoll, significa perdita di indipendenza artistica e graduale assorbimento della ricerca sperimentale nei codici teatrali ‘istituzionalizzati’? A questa domanda rispondono gli interventi del dossier “Freie Szene” con il quale si apre il numero di «Theaterheute». L’indagine inizia con la scena off di Vienna rappresentata dall’israeliano Yosi Wanunu e l’attrice Anna Mendelsshon, autori di celebri allestimenti come Titus Andronicus, Die Milosevics, Vanja. Da un paio d’anni ricevono significativi contributi dal Comune della città, che finanzia anche altri artisti tra i quali il coreografo Cezary Tomaczewski, prima figura del tutto marginale, che ha potuto allestire una sfarzosa e costosa operetta, Lustige Witwe di Franz Lehàr. La recente apertura di uno spazio indipendente, Garage X in Petersplatz, ha dato nuovi impulsi al movimento e offerto l’opportunità a qualificati ballerini, da Schorsch Kamerun ad Angela Richter, da Andrei Andrianow a Jörg Ratjen. Un altro analogo teatro, il Rabenhof, è diventato il ritrovo principale per il cabaret e la commedia. I profili artistici della formazione svizzera Far a Day Cage e del collettivo andcompany&Co. permettono di inquadrare metodi e obiettivi di questi attori indipendenti.

L’intervista rilasciata da Aenne Quinones e Matthias Lilienthal è un prezioso contributo al dibattito in quanto ribadisce le possibilità della pratica della ricerca teatrale anche all’interno di istituzioni pubbliche, come esposto dal racconto delle loro personali esperienze. Diametralmente opposta si presenta la posizione di Tamer Yigit e Branka Prlic. Città campione della Germania è Amburgo, dove una fabbrica dimessa è stata recentemente trasformata in moderno e funzionale ambiente teatrale affidato alla direzione di Amelie Deufhard, che ha organizzato l’“Hamburger Theater Festival” invitando, tra i tanti, la compagnia Das Nature Theater of Oklahoma con Life and Times, Monika Gintersdorfer e Knut Klassen con Othello c’ést qui, il duo Thomas Plischke e Katrin Deufert.

Dominano i temi della politica e della morale negli spettacoli recensiti in “Aufführungen”, lo spazio riservato alle principali novità prodotte dalla scena tedesca. Lo schilleriano Don Carlos allestito dal regista Roger Vontobel presso la Schauspielhaus di Dresda coniuga nella figura del protagonista (Burghart Klaussner) la metafora dell’ascesa al potere in chiave contemporanea. Lo stesso discorso vale per Sommergäste/Nachtasyl di Maxim Gorki, applaudito nei Kammerspiele di Monaco nella versione curata da Karin Henkel e affidato all’interpretazione di Nico Holonics, Walter Hess, René Domount e Oliver Mallison nei ruoli principali. Nella Schaubühne di Berlino Friedrich Heller ha firmato la regia del brechtiano Das gute Mensch von Sezuan mettendo in luce le critiche al capitalismo e alla religione con evidenti e provocatorie allusioni al nostro tempo. Supportata da installazioni video, la rappresentazione di Dantons Tod di Georg Büchner, prodotta nel Maxim Gorki Theater della capitale da Thilo Reuter, è una cupa e inquietante riflessione sul fallimento delle rivoluzioni. Di rilievo è stata la prova degli attori, tra i quali si sono distinti Philipp Hauss, Johann Jürgens, Ursula Werner, Michael Klemmer e Wilhelm Eilers nella parte del titolo. Nuovi testi hanno impreziosito il cartellone dello Schauspielhaus di Düsseldorf. Si tratta di Good Morning, Boys and Girls di Juli Zeh interpretato da Denis Geyersbach per la regia di Stefan Rottkamp e di Hier kommen wir nicht Lebendig raus. Versuch eine Heldin di Martin Heckmann, commedia ironica sulla crisi della famiglia affidata all’interpretazione di Cornelia Kempers, Xenia Snagowski, Daniel Christensen. La regia è firmata da Hermann Schmidt-Rahmer.

Di seguito ad un articolo dedicato alle produzioni della Schauspielhaus di Magdeburgo, si legge la terza parte del dibattito sul rapporto tra democrazia e teatro con il contributo di Thomas Oberender.

Infine Manfred Beilharz e Yvonne Büdenhölzer presentano le caratteristiche artistiche e le compagnie inserite nel festival “Neue Stücke Europa” in programma a Wiesbaden e Magonza. Spicca Hässliches Menschlein di Ceren Ercan, Elif Ürse, Yelda Baskın e Gülce Uğurlu. Il testo è pubblicato da «Theaterheute» nella sezione “Das Stück”.




di Massimo Bertoldi


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