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Hystrio, a. XXIII, n.2, 2010
trimestrale di teatro e spettacolo

a. XXIII, 2010, n.2, pp. 128, euro 9, 00

Si presenta ricca di oggetti preziosi la Vetrina che apre il nuovo numero di «Hystrio». Franco Malcovati ricorda la partecipazione di Mosca alle celebrazioni dei centocinquanta anni della nascita di Anton Cechov con un mese di spettacoli e ripercorre assieme ad Anatolij Smeljanskij la fortuna delle commedie del drammaturgo nel Teatro dell’Arte a lui dedicato. È cronaca recente il trasferimento dell’Elfo nel nuovo Teatro Puccini, ribattezzato Elfo-Puccini, moderna e funzionale struttura dotata di tre sale. Del centenario della nascita di Ennio Flaiano si occupa Fabrizio Sebastian Caleffi e pare questa essere operazione solitaria visto il silenzio calato sull’autore del Marziano a Roma. Gianni Clementi, spiega Pino Tierno nel suo contributo, è un autore-attore romano di testi di successo (tra questi i recenti Ben Hur e Le belle notti prossimi a diventare film, senza dimenticare L’ebreo interpretato da Ornella Muti).

 

Il lungo viaggio di Teatromondo inizia a Vilnius, città forte di una ricca tradizione di spettacolo, oggi sede di importanti teatri stabili come il Teatro Drammatico Nazionale attivo dal 1940, il Teatro Stabile della Gioventù, la prestigiosa Accademia di Musica e il Teatro della Lituania, reso celebre da Eimuntas Nekrosius. Figure di riferimento dell’attuale rinnovamento artistico sono i giovani registi Rimas Tuminas e Oskaras Korsunovas. La ricognizione della scena francese assume a campione le produzioni invernali viste a Parigi. Emerge il Théâtre du Châtelet che si è distinto per il celebre  musical A Little Night Music di Stephen Sondheim per la regia di Lee Blakeley. L’ibseniana Maison du poupée (Casa di bambola) vista nel Théâtre de la Madeleine e affidata alla cura scenica di Michel Fau presenta gli attori che recitano con toni esagerati e trucchi espressionisti, a partire da Andrey Tautou (Nora). Isabelle Huppert è splendida protagonista di Un Tramway, adattamento e regia di Krsysztof Warlikowski di A Streetcar Named Desire di Tennesse William (Produzione Odéon Theatre de l’Europe). Si mescolano realismo e utopia in Les Naufragés du fol Espoir (Aurores), brillante novità di Hélène Cixous  prodotta da Theatre du Soleil e liberamente ispirata a Les Naufragés du Joanathan di Jules Verne che la regia di Ariane Mnouchkine affronta con soluzioni di originale leggerezza. Teatromondo si sposta in Germania per incontrare Andreas Kriegenburg, nuovo regista del Deutsches Theater di Berlino, che si è subito segnalato per tre allestimenti di qualità, Cuore di tenebra da Josef Conrad, il kleistiano Principe di Homburg, con una scena tutta rossa dove agiscono attori-spettri, e il molièriano Misantropo con due grandi schermi posizionati sul palco e un inquietante Jörg Pose nella parte del titolo.

 

La Gran Bretagna commemora i cinquanta anni dell’indipendenza delle colonie africane con una serie di iniziative legate anche allo spettacolo. La giovane e impegnata scrittrice Bola Agbaje tratta il tema delle diversità in Off The Endz (Produzione Royal Court Theatre), mentre il nigeriano Inua Ellams ha consegnato The 14th Tale al National Theatre. Interpretato dallo stesso racconta con piglio autobiografico le avventure vissute nel luogo di nascita e a Londra. Infine il nuovo lavoro di Peter Brook, 11 and 12, ha debuttato al Barbican Theatre con un cast multirazziale. Di rilievo è risultato il London International Mime Festival, grazie alla presenza di artisti internazionali di valore, quali il duo svizzero Zimmermann & de Pierrot con esibizioni molto vicine al linguaggio circense, Joao Paulo Dos Santos. Si è fatto applaudire anche il gruppo italiano di Daniel Blanda Gubbay e Paola Villani con la performance La timidezza delle ossa.

 

Compete a Laura Bevione e Albarosa Camaldo la cura del ricco ed interessante dossier Mattatori & divine, ieri e oggi. Laura Mariani Meldolesi raccoglie dagli scritti di Claudio Meldolesi una serie di citazioni che formano un utile ed essenziale glossario per addentrarsi nel mondo dell’attore italiano dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Segue il contributo di Cristina Jandelli che indaga il processo di avvicinamento poi di assimilazione delle attrici di teatro al cinema, del quale diventarono rapidamente dive come dimostrato dai percorsi, pur diversificati, seguiti da Cecchina Bertini, Lyda Borelli e Pina Menichelli. È figura complessa, contraddittoria e di solitaria grandezza la diva e antidiva Eleonora Duse, come si legge nell’intenso quadro di Mirella Schino, attenta a cogliere il difficile rapporto con pubblico e colleghi. La Divina, Giacinta Pezzana e Adelaide Ristori sono personaggi centrali nello scritto della Mariani Meldolesi come esempi di attrici battagliere sul versante dell’emancipazione femminile nella seconda metà dell’Ottocento, poi proseguita sulla spinta delle lotte del’68 con la diffusione di associazioni d’artiste.

 

Mario Maramotti, storico ‘patron’ del Teatro San Babila di Milano, diventa vero e proprio archivio vivente quando racconta aneddoti e ricordi degli attori di grido della scena italiana del secondo Novecento, da Albertazzi a Zacconi, Benassi, Borboni, Morconi, Randone e Ruggeri, solo per citare alcuni esempi. L’importanza del varietà è illustrata da Vito Molinari con una sintetica carrellata dei maggiori interpreti, da Petrolini a Wanda Osiris fino a Fiorello. A Paola Trivero, Simone Soriani e Diego Vincenti competono rispettivamente le voci di tre attori capaci di catalizzare l’attenzione di un pubblico di massa raccolto in teatri e palasport, quali Vittorio Gassman con il suo spirito da mattatore raffinato, Dario Fo e il suo impegno politico, e il dissacratore di testi classici Carmelo Bene. Con Domenico Rigotti si entra nel campo della danza per incontrare le protagoniste più geniali ed innovative a partire da Loie Füller e Isadora Duncan e concludere con Carla Fracci. Analogo schema informativo è seguito da Giuseppe Montemagno a proposito di mattatori e dive nella lirica in un breve ed incisivo excursus occupato da Giuditta Pasta, Maria Malibran Garcia e poi, via via, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, fino alla “stupenda” Maria Callas.

 

Il fenomeno dell’oneman (o woman) show, secondo la ricostruzione di Maurizio Porro, segue due strade distinte: l’una deriva dalla tradizione del varietà e dell’avanspettacolo si allinea alla comicità dei vari Proietti, Rascel, Chiari, Bramieri, Dapporto, l’altra appartiene al filone dell’impegno politico del teatro civile secondo i contributi di Paolini, Celestini, Curino. Quali siano gli ingredienti performativi delle star teatrali in versione XXI secolo è il tema assunto da Andrea Porcheddu e svolto seguendo gli esempi, tra gli altri, negli stili di Lombardi e Popolizio, Paiato e Musy. Chiude questo interessante dossier una serie di domande che riguardano il cambiamento del mattatore e della divina negli ultimi cinquanta anni, la possibile convivenza con la regia, il bisogno del teatro contemporaneo di simili figure. Rispondono, tra i tanti, Adriana Asti, Franco Branciaroli, Maddalena Crippa, Dario Fo, Glauco Mauri, Mariangela Melato, Paolo Poli, Gigi Proietti, Gianrico Tedeschi.

 

Nella sezione Nati ieri. I protagonisti della giovane scena/35 Andrea Nanni indirizza l’attenzione a Teatro Sotterraneo, collettivo fiorentino salito alla ribalta pochi mesi fa con Dies irae, ed ora scritturati dal Teatro Metastasio di Prato che produce l’ultimo lavoro, L’origine della specie ispirato a Darwin. Nella Biblioteca curata da Albarosa Camaldo si leggono le schede delle novità editoriali legate alla cultura dello spettacolo. Ricca, come sempre, è la sezione riservata alle Critiche degli spettacoli teatrali prodotti in Italia e ordinati secondo criteri geografici. Due sono i testi pubblicati da «Hystrio»: Sequestro all’italiana di Michele Santeramo (finalista Premio Riccione 2009) e Teatro Dubrovska di Mosca 23-26 ottobre 2002 Cardo Rosso di Maddalena Mazzocut-Mis.

 

di Massimo Bertoldi


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