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Lo strascino da Siena e la sua opera poetica e teatrale


Pisa, Edizioni ETS, 2010, pp. 304, euro 20,00
ISBN 9788846724960

Il libro di Marzia Pieri, terzo volume della collana Biblioteca senese. Studi e testi, segna un punto fermo negli studi su Nicolò Campani detto lo Strascino. La pubblicazione dei componimenti del «comico artigiano» senese – per usare una felice definizione di Cristina Valenti – offre l’occasione per riflettere sulla complessità di un’esperienza artistica cruciale, vissuta tra Siena, Roma e le corti padane nel primo ventennio del XVI secolo. La sua vicenda di uomo e di artista consente inoltre di mettere a fuoco decisive questioni metodologiche: si pensi ai rapporti tra letteratura e spettacolo o alla storia degli attori e del pubblico.   

Campani fu un poeta, un musico e un performer, abile nel padroneggiare le tecniche dell’oralità, quanto nello sfruttare le potenzialità offerte dall’arte della stampa. Lo dimostrano i testi qui riproposti in edizione critica. Non solo i tre noti componimenti recitativi Strascino (1511), Magrino (1514), Coltellino (1520) e il Lamento sopra el male incognito (1521), ma anche una raccolta di Rime tra cui alcune inedite. È il caso delle due versioni del Capitolo dello Strascino, del Capitolo Rozzo, della Canzone di Strascino o ancora dell’Orazione per un villano a tutti gli Dei per la sua Togna che era ammalata. Ciascun componimento è preceduto da un’accurata nota in cui vengono indagati i caratteri storici e performativi, nonché la fortuna critica del testo.

Punto di partenza della ricerca è però la ricostruzione della storia privata e professionale di Campani. Nell’introduzione al volume Pieri pone a confronto le notizie tramandate dall’erudizione ottocentesca con i documenti d’archivio: ne emerge l’immagine di un poeta-attore che, nella sua breve vita, segnata dalla malattia, fu abile nell’adattarsi con tempestività e lungimiranza a contesti e destinatari differenti. Le relazioni instaurate di volta in volta con l’ambiente senese ricco di stimoli letterari e spettacolari, con l’aristocratica cerchia romana del Chigi, con il pubblico delle città del nord quali Mantova, Milano e Venezia, dimostrano la trasversalità sociale e culturale di cui Campani fu capace, anche grazie alla maschera di Strascino con cui presto si identificò. Una rilettura biografica, quella qui riproposta, che si arricchisce del costante riferimento a eventi e personaggi con cui il senese dovette confrontarsi. Si pensi, per citare un solo esempio, ai costanti raffronti che Pieri instaura tra le strategie spettacolari di Strascino, Cherea e Ruzante.

Integra tale ricostruzione un’utile cronologia (1478-1603) dove vengono riunite notizie biografiche e bibliografiche su Strascino, riferimenti alla realtà storica e culturale a lui contemporanea, nonché l’indicazione delle stampe di opere di teatro e musica dei cosiddetti pre-Rozzi di cui Campani fece parte. Una raccolta di dati che – a detta della stessa autrice – va ritenuta provvisoria perché, ad esempio, manca un’indicazione delle numerose stampe dei testi di Campani prive di indicazioni tipografiche. 

 

di Lorena Vallieri


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