La copertina del nuovo numero di «Duellanti», occupata dal primissimo piano dellattore Ewan McGregor, ci informa che la parola chiave del mese di aprile è “spettri”. I film analizzati in questo numero hanno in comune linconsistenza materica e la natura imperscrutabile dei loro personaggi. Il primo spettro preso in esame è il protagonista dellultimo lavoro di Roman Polanski: il Ghost Writer, letteralmente “scrittore fantasma”, interpretato da Ewan McGregor. Luomo nellombra (questo è il titolo italiano del film) copre lintera sezione “radiografie”. Il ricchissimo dossier si apre con unintervista allattore scozzese, curata da Alessandra Matella. Come tende a sottolineare la redattrice, il ghost writer non è il solo fantasma rappresentato da Polanski. A partire dal Primo Ministro inglese (Pierce Brosnan) che evoca inevitabilmente lo spettro di Tony Blair, fino ad arrivare al guardiano del bunker, ogni personaggio si mostra allo stesso tempo misterioso e conturbante, circondato da una fitta rete di intrighi, apparentemente oscuri e impenetrabili. Grazie alle risposte dellattore è possibile rilevare alcuni particolari riguardo le scelte registiche di Polanski: McGregor lamenta una certa insistenza da parte del regista nel tenere la macchina da presa perennemente vicina allattore, rendendo particolarmente impegnativo il lavoro degli interpreti. Dopo aver brevemente descritto la sequenza più significativa del film (la scena di seduzione tra il ghost writer e Ruth, la dark lady, moglie del Primo Ministro), McGregor pone laccento sugli impliciti rimandi alle vicende giudiziarie del regista presenti nel film.
Per Matella, tali riferimenti sono veri e propri fantasmi del passato che irrompono prepotentemente nel presente. Nellarticolo successivo, che approfondisce lanalisi de Luomo nellombra, Marco Toscano individua unimmagine in grado di condensare il senso dellintera vicenda. Questa scena è offerta dal custode del bunker colto nel vano atto di raggruppare alcune foglie secche, mentre un vento incessante interviene a spazzarle via. Lazione del giardiniere, fare pulizia in una giornata di vento, appare inutile così come lo è il tentare di “rincorrere indizi, ricomporre i pezzi” dellintricato mosaico, cercando di organizzare la realtà in una forma razionale. Toscano prosegue definendo lambiente messo in scena ne Luomo nellombra un vero e proprio territorio polanskiano, ovvero un luogo “impermeabile” allesterno, ossessivamente circoscritto, simile ad altri luoghi mostrati dal regista: come dabitudine, lo scenario presentato da Polanski “si predispone naturalmente alla forma privilegiata del Kammerspielfilm”. Lanalisi dellultimo lavoro del regista di origine polacca continua con Carlo Chatrian che definisce Luomo nellombra un “grande film di genere”, un classico, ovvero “unopera in cui il rapporto tra storia e forma è diretto e consequenziale.” Se la spy story a sfondo politico si basa principalmente sullatto del guardare (dellosservare e del leggere), per Chatrian “la risoluzione del mistero passa attraverso le parole scritte sui fogli bianchi”: quelli del manoscritto che volano via nella scena finale, come banconote di kubrickiana memoria.
Il punto di contatto tra lintervista a Ewan McGregor e i due articoli successivi è riscontrabile nel rapporto che i tre redattori rintracciano tra Luomo nellombra e le pellicole del maestro per eccellenza della suspance, Alfred Hitchcock. Per Matella, Toscano e Chatrian il personaggio principale del ghost writer richiamerebbe il ruolo interpretato da James Stewart o Cary Grant, ossia “luomo anonimo” coinvolto in intrighi più grandi di lui e manipolato dallironia dellautore. A chiusura dellampia sezione dedicata a Polanski, Matella riporta le testimonianze di Pierce Brosnan (nel ruolo del Primo Ministro inglese Adam Lang) e Robert Harris, autore del romanzo da cui è tratto Luomo nellombra. A proposito della sceneggiatura, co-firmata dallo scrittore inglese e dal regista, Harris sottolinea laderenza del film al romanzo soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei dialoghi, affermando di essersi ispirato proprio a unopera di Hitchcock, Intrigo internazionale (1959), per dar vita al suo best seller.
Ancora dei fantasmi, questa volta affatto pericolosi, ma provenienti dalla fantasia di uno scrittore, sono i protagonisti di Happy Family di Gabriele Salvatores, analizzato in “incontriepercorsi” grazie allintervista al regista italiano a cura di Massimo Rota.
Lo spazio dedicato a Happy Family è seguito da unaltra interessante intervista al regista americano Todd Solondz, curata da Matella. Il regista pone laccento sulle paure e la precarietà della società statunitense dopo l11 settembre, confidando alla sua intervistatrice che il forte isolamento provato sulla propria pelle si riverbera nel suo nuovo film Perdona e dimentica.
Un altro spettro occupa la sezione “incontriepercorsi”. Si tratta del cantautore Bad Black, protagonista di Crazy Heart di Scott Cooper.
A chiudere questa ricca sezione intervengono i quattro articoli dedicati a Alice in Wonderland di Tim Burton. Franco Marineo evidenzia linversione di rotta del “genio lunare” Burton. Sulla carta il progetto di trasposizione cinematografica del romanzo di Lewis Carroll si inscrive perfettamente nelluniverso poetico del regista. Tuttavia, secondo Marineo, Burton compie un errore nel denotare la giovane protagonista di un senso dellazione e di un coraggio che non rispecchiano i veri tratti caratteriali di Alice. Marco Toscano sviluppa un parallelismo tra Alice in Wonderland e Shutter Island di Martin Scorsese, individuando molti punti di contatto tra i due film, in quanto entrambi mettono in scena “una dimensione onirica labirintica e angosciosa”. Ambedue i protagonisti compiono un percorso di maturazione: Alice si appropria del suo destino, mentre Andrew tenta di superare il suo trauma, cercando delle risposte per gli inspiegabili sogni che lo tormentano. Larticolo successivo, firmato da Mario Serenellini, traccia un breve excursus sulle numerose trasposizioni cinematografiche del romanzo di Carroll, ponendo laccento sulla pellicola disneyana, dove la fauna che Alice incontra nel sottomondo è composta da “uno zoo arditamente dada e surrealista anziché quietamente antropomorfo”: un mutamento piuttosto significativo dellabituale universo disegnato dalla Disney.
Nella sezione “immaginemondo”, dedicata al Festival di Berlino, si torna ad analizzare lincubo mentale prodotto dallultimo lavoro di Scorsese. Shutter Island. È ancora una volta uno spettro, dunque, ad abitare il nuovo numero di «Duellanti». Resta da segnalare lestratto di un dialogo tra Tonino Guerra e Andrej Tarkovskij, di cui è possibile leggere il contenuto integrale nel nuovo libro del poeta romagnolo, La valle del Kamasutra, edito da Bompiani. In questa edificante intervista, Tarkovskij racconta con dovizia di particolari la nascita del suo Stalker (1979), soffermandosi sullindole del protagonista: un idealista, “un uomo onestissimo, pulito e, per così dire, intelligentemente innocente”. Un personaggio a cui il regista russo dichiara di sentirsi unito da un legame di sangue.
di Francesca Valeriani
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