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ADE Teatro, n. 129, marzo 2010
Revista de la Asociación de Directores de Escena en España

marzo 2010, pp. 286, euro 9,50
ISSN 1353-8576

Passato e presente, memoria storica e deformazione mediatica e demagogica sono alla base di un altro pezzo a firma di Luis de Tavira, che tratta il contesto che ha fatto da sfondo alle celebrazioni per i venti anni dalla caduta del muro di Berlino; partendo dall'amara considerazione che nuovi muri si stanno ancora oggi costruendo sul confine messicano o nei territori della Palestina, la riflessione dell'autore si sposta su alcune "premonizioni" di Brecht (contenute in alcuni poemi) sulla libertà e sul pericolo della deriva “economica” dello stato che il drammaturgo e regista espresse durante il periodo di ricostruzione culturale della nazione tedesca uscita dalla guerra, dopo l'esilio europeo e americano. Un estratto (che qui si riporta nella traduzione spagnola tratta dal pezzo di Tavira) è significativo: «La causa de la justicia no avanza hacia buen fin. La oscuridad aumenta. Las fuerzas disminuyen. Ahora, después de tantos años de lucha, estamos peor que cuando comenzamos...»

Segue una lunga sezione dedicata ai Premi ADE 2009, assegnati lo scorso dicembre. Medaglia d’oro ADE a René Andioc, studioso francese del XVIII secolo spagnolo (autore di saggi su Goya, Moratín), Oscar Torrado, premiato per la sua attività professionale nel campo della danza classica, Laura Hormigón, ballerina e coreografa. Un riconoscimento speciale per i 25 anni di appartenenza ad ADE è stato dato a Antonio Díaz Zamora e il Premio ADE de Dirección a Lluís Pasqual (la rivista contiene anche una lunga intervista fatta al regista da  José Gabriel López Antuñano). Tra gli altri, Premio alla scenografia a Paco Azorín per La casa di Bernarda Alba, premio Jóvenes Directores a Ángel Fernández Montesinos. Viene riportata poi la cronaca del XV Congresso di ADE tenutosi a Casa de Colón (Las Palmas de Gran Canarias), tra ottobre e dicembre del 2009 (vedi numero precedente)

Nella sezione “Vias de desarrollo del teatro público”, importante il progetto per la Compañía Nacional de Teatro del Messico con una rielaborazione scenica (Ser es ser visto) di testi di Goethe e Müller, realizzata da Luis de Tavira e Stefanie Weiss e il contributo di Ignacio Cabrera sull’importanza del teatro pubblico in Spagna ed in Europa. Il consueto contributo testuale è occupato in questo numero da El viaje del actor di Paco Plaza Díaz, opera in tre atti tratta da Cechov. Ancora lo scrittore e drammaturgo russo è presente nelle Notas de dirección, con alcune considerazioni sulla riscrittura drammaturgica che Etelvino Vázquez ha fatto di Zio Vania. «Realidad y deseo, juventud y vejez, amor y desamor, miedos y angustias», sono le sintetiche parole di presentazione del regista di una trasposizione scenica che fonda i nodi drammaturgicamente importanti su sentimenti e aspetti della vita antitetici. Interessanti anche le riflessioni di Julio Castronuovo, regista di un Esperando a Godot che unisce pantomima, sperimentali soluzioni scenografiche e gioco d'attore.

Da segnalare il completo rendiconto del VII Festival Internacional de Buenos Aires y Festival Mercosur e l'articolo La «rumanidad» de Ionesco di Javier Dámaso, dedicato alle origini del drammaturgo francese: in particolare vengono sottolineati quegli aspetti culturali, fortemente miscidati (tradizione secolare e influsso turco, slanci verso l'Europa e crescita delle spinte  nazionaliste) presenti a Bucarest tra le due guerre, città particolarmente importante per la formazione dell'autore.



di Giacomo Villa


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