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Theaterheute, n.3, 2010


Theaterheute, n.3, 2010, pp.64, Euro 14,80
ISSN 0040 5507

L’apertura di questo numero di «Theaterheute» spetta alla sezione “Aufführungen”, in cui si raccolgono le recensioni delle principali novità emerse dalla scena tedesca. A Colonia Laurent Chétouane ha allestito Dantons Tod di Georg Büchner in chiave moderna. Contaminato da illusioni alla politica attuale, la messinscena presenta una scena vuota, arricchita da un tavolo da cucina e da una televisione, intorno ai quali si muovono con maestria gli attori, David Striesow (Danton), Maik Solbach, Robert Gwisdek, Isabel Giebeler. Di rilievo si è rivelata la riduzione teatrale ricavata dal film di Ettore Scola Die Schmutzigen, die Hässlichen und die Gemeinen (Brutti, sporchi e cattivi) operata da Karin Beier, con Albert Kitrl, Karin Pfammater e Dagmar Sachse, applauditi interpreti dei personaggi che mantengono lo spessore interiore dell’originale cinematografico. Il costante successo di pubblico e di critica che accompagna gli allestimenti di commedie di Dea Loher si è puntualmente rinnovato con Diebe, opera prima della scrittrice pubblicata in questo numero di «Theaterheute», nell’edizione firmata da Andreas Kriegenburg per il Deutschen Theater di Berlino. Judith Hofmann si è distinta nella parte di Linda, donna turbata da visioni di uomini e bambini, ed al suo fianco hanno ben figurato Olivia Gräser, Susanne Wolff, Katrin Klein, Bernd Moos. Il Maxim Gorkij Theater della capitale ha ospitato Im Rücken die Stadt, novità di Thomas Freyer (regia di Nora Schlocker), che racconta gli scontri generazionali tra uomini alla ricerca della propria identità come metafora della crisi del capitalismo contemporaneo. Dal cast sono emerse le abilità di Britta Hammelstein e Ruth Reineke. Si prosegue con la messinscena del cechoviano Kirschgarten nel Central Theater di Lipsia ideata con spirito innovativo da Sebastian Hartmann, che trasforma il testo in una partitura rock’n’roll, imprimendo in questo modo alla drammaturgia dello spettacolo un ritmo molto sostenuto, a tratti frenetico, in grado di dare all’azione degli attori un marcato senso di coralità.

 

Diversa si presenta la versione dello stesso capolavoro russo nell’inquadramento della regia di Michael Thalheimer. Sul palco della Schauspielhaus di Stoccarda gli interpreti – tra i quali Anna Windmüller, Sohia Meyer, Christoph Gawenda, Marcus Lerch – risultano anime solitarie. Nello spazio della Schiffbau di Zurigo, Frank Castorf ha trasferito sulla scena il dramma Der Hofmeister di Jacob Michael Renhold Lenz, mantenendo l’ambientazione settecentesca per meglio evidenziare la personalità dell’inquietante cantante castrato (Niklas Kohrt) calata negli intrighi di corte. La riuscita della rappresentazione di Das Interview, adattamento teatrale firmato da Martin Kusej (anche regista) dell’omonimo film di Theo van Gogh, presso il Theater am Neumarkt poggia sulla bravura die due protagonisti, Sebastian Blomberg e Birgit Minichmayr, rispettivamente un giornalista un’attrice soap alle prese con una tormentata relazione sentimentale. La panoramica di “Aufführungen” si conclude nei Kammerspiele di Monaco per occuparsi di Endstation Sehnsucht di Tennesse Williams, che Sebastian Nübling ha curato mantenendo una rigorosa adesione al testo ed evidenziando i passaggi provocatori, soprattutto erotici. Tra gli attori è doveroso ricordare Kathia Bürkle, Lasse Myhr, Tabea Bettin, Steven Scharf, Tim Erny.

 

In “Akteure” si incontra Katharina Lorenz, attrice recentemente applaudita nel ruolo di Desdemona nell’Otello allestito da Jan Bosse nel Burgtheater di Vienna. La fortunata carriera inizia nello Staatschauspiel di Hannover con il debutto in Mamma Medea di Sebastian Nübling, cui segue Alice im Wunderland (regia di Michael Simon). Nel Deutschen Theater di Berlino è protagonista di molti spettacoli, tra cui Auf der Greifswalder Strasse di Roland Schimmelpfennig nel 2006. Dal 2008 la Lorenz è attiva nel principale teatro viennese, dove ha collezionato una serie di strepitosi successi dal Faust di Goethe (regia di Klaus Bachler) a Wer hat Angst von Virginia Wolf? (regia di Jan Bosse). Il secondo e ultimo contributo raccolto in “Akteure” è un’intervista di Thomas Assheuer a Michael Haneke, che illustra le caratteristiche del suo film Das Weiße Band. Si tratta di un estratto dal libro Michael Haneke: Nahaufnahme Michael Haneke (Berlin, Alexander Verlag, 2010.

C’è vera democrazia nella vita politica? E in che misura si riscontra nella vita teatrale? A queste domande rispondono, negli interventi contenuti nelle pagine dedicate a “Wagnis Demokratisierung?”, lo storico Herfried Münkler, l’intendente del Thalia Theater di Amburgo Joachim Lux e lattore Thomas Oberender.



di Massimo Bertoldi


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