Si apre con un lungo scritto di Giovanni Bottiroli (Imitando Charlot), il secondo numero dellanno di «Segnocinema». Nel saggio si intende arrivare a una definizione di ‘stile mutuando esempi e paradigmi da altre discipline come linguistica, filosofia e letteratura. Dopo una densa premessa e alla fine di un percorso non privo di asperità si giunge al rifiuto di quellaccezione che vuole lo stile come mera somma di stilemi.
Dal direttore Paolo Cherchi Usai invece Slow Look. Larte del guardare lento, una riflessione ricca di considerazioni sulle tante modalità di fruizione del cinema e su come la pratica sia cambiata grazie alle tecnologie che hanno portato il film fuori dalla sala.
A costituire il centro di questa uscita è però il Segnospeciale dedicato allanno 1960, millesimo particolarmente fecondo per Cinecittà e dintorni. Lapertura di questa sezione, Tre nel 1960 come in parte ci ricorda la copertina, è dedicata a tre film che a posteriori testimoniano lo stato di grazia del cinema italiano al tempo. Nel 1960 tra le molte pellicole di una produzione allora ricca anche quantitativamente hanno visto la luce La dolce vita, Rocco e i suoi fratelli e Lavventura.
A ricordare lanno dei capolavori continua Adriano Aprà nellintervista di Flavio de Bernardinis dal titolo Padri e figli in cui lo storico e critico romano osserva che in Italia a differenza di altri paesi è mancata la rottura con il cinema dei padri, poiché erano i padri stessi (Rossellini in primis) a segnare la via dellinnovazione.
Sempre nella medesima sezione Luca Bandirali e Enrico Terrone con le Maschere del nuovo sottolineano le diverse attitudini narrative dei tre capolavori legando la vocazione romanzesca a Rocco, quella diaristica alla Dolce vita e quella pittorica allAvventura.
Continua Marco Grossi con Visconti e i suoi fratelli ovvero Il cine romanzo nella società italiana e individua dopo il film di Visconti altri film che hanno risposto alla precisa istanza di narrare lItalia attraverso i suoi mutamenti e include titoli che vanno dal recente Baaria di Giuseppe Tornatore fino a Novecento di Bernardo Bertolucci passando per altri affreschi di storia patria come la Meglio gioventù di Marco Tullio Giordana.
Roberto Chiesi in Il cinema italiano a un bivio registra quali reazioni, quale accoglienza ricevettero La dolce vita e Lavventura, rimarcando le profonde differenze di due modi distanti di intendere il cinema e le filiazioni che possono aver prodotto.
In maestri e amanti (del cinema), di Adelina Preziosi si cercano altri anni film “propositivi” della memorabile annata. È inevitabile che tra tanti titoli qualcosa rimanga fuori. Ad esempio I delfini di Francesco Maselli che pure vede la luce nel 1960 sarebbe senza dubbio da includere nel numero.
Le voci di Antonioni, Fellini e Visconti trovano invece spazio in Pensieri e parole dove i tre autori in una raccolta di frammenti parlano dei film i questione.
A concludere la lunga sezione Flavio DeBernardinis con Immagini sullimmaginario, ovvero una ricerca iconografica su come le visioni dei tre maestri abbiano anticipato anni di cinema a venire.
Il numero prosegue con le recensioni, con lindice della rivista per lanno 2009, con i resoconti dai festival di Berlino e Trieste.
E nellultima parte le consuete sezioni, tra cui si ricordano Segno in Traslation, dedicato a trasposizioni e rivisitazioni e dove Nicola Dusi ricorda le numerose declinazioni cinematografiche di Pinocchio, ActorSegno, a cura di Cristina Jandelli, che attraverso Avatar (James Cameron) illustra proprietà, possibilità e limiti della teconologia legata alla performance capture (ovvero luso di sensori posizionati sul corpo dellattore per trasferire movimenti ed espressioni al computer) e SegnoSound dove Paola Valentini fa cadere la scelta su The Hurt Locker (Kathryn Bigelow) film che per le sue qualità “sonore” aveva già interessato i giurati dellAcademy Awards.
di Paolo Grassini
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