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Il Patalogo 32


Milano, Ubulibri, 2009, pp. 352, ill., € 55,00
ISBN 978-88-77483-20-1

Forte di oltre trecento pagine e ottocento illustrazioni in bianconero e a colori il Patalogo 32 raccoglie i fatti della stagione teatrale 2008-2009. Prezioso annuario di spessore enciclopedico, il volume si rivolge come consuetudine allo studioso e al lettore appassionato.

 

Apre la serie dei contributi il “Repertorio di un anno”, a cura di Damiano Pignedoli e Antonella Cagali con Giuseppe Tota Ballardini e Carlotta Tilli, che raccolgono l’elenco degli spettacoli realizzati in Italia nel corso della stagione appena conclusa, ordinati in senso alfabetico seguendo il nome dell’ente o dell’artista o del gruppo. Il referendum “Premi Ubu 2009” presenta le valutazioni di sessantuno fra studiosi e critici teatrali che così si sono espressi: spettacolo dell’anno I demoni da Fedör Dostoevskij, regia di Peter Stein; migliore regia Valter Malosti con Quattro atti profani; migliore scenografia di Daniela Dal Cin per Ma bisogna che il discorso si faccia!; miglior attore è Giuseppe Battiston (Orson Welles’ roast) e migliore attrice Ermanna Montanari (Rosvita). Il primo posto all’attore e attrice non protagonista è stato rispettivamente attribuito a Fausto Russo Alesi (I demoni e Sogno di una notte di mezza estate) e Francesca Ciocchetti (I pretendenti, La cimice, Sogno di una notte di mezza estate, Un altro Gabbiano). Silvia Calderoni è stata riconosciuta prima della categoria Nuovo attore o attrice (under 30), mentre Spiro Scimone si è aggiudicato il premio Nuovo testo italiano con Pali. A Der Dreigroschenoper (L’opera da tre soldi) di Bertolt Brecht per la regia di Robert Wilson con la Berliner Ensemle è stata attribuita la palma del miglior spettacolo straniero presentato in Italia. Altri premi speciali sono stati distribuiti al Festival Primavera dei Teatri, ai gruppi Santasangre, Teatro Sotterraneo e Muta Imago, a In equilibrio Festival creato e diretto da Massimo Paganelli e Castiglioncello. Le foto raccolte nella sezione I premiati sono dedotte dagli allestimenti e dagli attori vincitori.

 

Nella “Vetrina di una stagione”, curata da Alessandra Farneti e Cristina Ventrucci, sono raccolte le schede relative ai convegni, mostre e premi nazionali. La ricca sezione de I festival compete alle cure di Leonardo Mello per quanto riguarda l’Italia, la documentazione delle manifestazioni distribuite nel mondo è ordinata da Massimo Marino e Altre Velocità.

 

Nello “Speciale 2009. Altre idee di teatro” si incontrano personaggi dello spettacolo, o ad esso legati, scomparsi durante i mesi estivi,”che tanto hanno fatto per noi, e a tutto il mondo creativo che ci ha nutriti cambiando molte volte con le loro invenzioni il senso e l’espressività dell’arte che amiamo e che ci aiuta a vivere” (p. 243), come spiega Franco Quadri, cui spetta assieme a Renata M. Molinari la cura e la scelta di materiali che testimoniano l’attività creativa di questi “riformatori della cultura e del  teatro.”. Si incontra il nome di Pina Bausch, che in occasione del Premio Europa di Taormina 2002  si racconta soffermandosi sulle opere legate a specifiche città, quali Viktor (Roma), Palermo Palermo, Tanzabend II (Madrid), Masurca Tango (Barcellona). Preziose risultano le parole di Robert Wilson, attento a cogliere il senso del movimento nel teatro-danza dell’attrice tedesca, e di Franco Quadri, in qualità di osservatore di tanti spettacoli qui ricordati. Il personaggio successivo è Augusto Boal che racconta “I miei incontri teatrali” iniziati negli anni Sessanta con il Teatro Arena di San Paolo, rivolgendosi ad un pubblico contadino e terminati con il Teatro dell’Oppresso degli anni Ottanta con le sue finalità sociali e terapeutiche. Ad Alain Crombecque, del quale si riporta un intervento scritto con Pierre Richard per il XXXVII Festival d’Automne à Paris nel 2008, segue Merce Cunningham. Del celebre maestro si citano pensieri e riflessioni sulla danza, dai quali emergono il ruolo primario esercitato dalla musica di John Cage e il lavoro per video e cinema iniziato negli anni Sessanta fino al recente  rapporto con l’informatica. La relazione “Il teatro è l’attore. Ma l’attore dov’è?” tenuta da Leo de Berardinis ad un convegno del 1986 colpisce per la sua attualità in merito agli equivoci alimentati intorno al cosiddetto teatro di ricerca e alla necessità di riformulare il concetto di pedagogia teatrale. Tony D’Urso racconta il suo incontro con Eugenio Barba e l’Odin Teatret. Con Nico Garrone si affronta il rapporto tra linguaggio multimediale e arte teatrale: “La pelle dell’attore diventa piccola – sostiene Garrone –, il testo ‘palinsesto’, la scena trompe-l’oil virtuale, il sipario in uno spazio elettronico”. Luigi Gozzi offre un prezioso e illuminante estratto dal suo Annibale alle porte del 1983.

 

Una lunga conversazione di Franco Quadri con Klaus M. Grüber, realizzata a Berlino Ovest nel 1977 approfondisce lo spessore contenutistico e le implicazioni ideologiche di Winterreise di Hörderlin allestito dallo stesso in una fredda giornata di dicembre nello stadio Olimpico di Berlino, dove si svolsero le Olimpiadi del1936 in età nazista.  I film preferiti, frammenti di vita con celebri registi italiani, fulminanti visioni della situazione creativa contemporanea, emergono dall’intervista rilasciata da Tullio Kezisch, stimato studioso e critico cinematografico. Un estratto da Tristi tropici (Il Saggiatore, Milano, 1960) di Claude Lévi Strauss di straordinaria e delicata intensità descrive le fasi della giornata come metaforico svolgimento di uno strano e originale spettacolo: “Il levare del sole è un preludio, il suo tramonto una ouverture che precede la fine, invece che l’inizio come nelle vecchie opere”. Di Claudio Meldolesi “il Patalogo” riporta un passaggio fondamentale dal celebre Fra Totò e Gadda. Sei invenzioni sprecate del teatro italiano (Bulzoni, Roma, 1987), in cui lo studioso discute la mancanza di tradizione teatrale italiana e illustra il contributo, ritenuto decisivo, del Living Theatre per il rinnovamento della scena. Dopo le dichiarazioni poetiche di Alda Merini si leggono le riflessioni di Giancarlo Nanni sulla sua edizione teatrale di Alice del 1996, delicatezza e umanità, riconoscimento di un silenzioso e invisibile dolore, costituiscono i pilastri del racconto di Lisa Pancrazi, I mattini meravigliosi, dedicato ai sintomi dell’Alzheimer.

 

A ricordare la figura di Fernanda Pivano concorrono le riflessioni sulla violenza e sulla vecchiaia avanzate dalla stessa e una poesia, Milano, 15 febbraio 1965, scritta da Judith Malina. Ugo Ronfani – fondatore della rivista Hystrio, raffinato critico, scrittore e drammaturgo – mette in campo preoccupanti riflessioni, ricavate da Requiem per la morte (annunciata) del teatro italiano, Berrino Editore, Milano, 2003, sulla condizione del teatro italiano contemporaneo e sulle sue prospettive future. “Altre idee di teatro” non dimentica Nora Vinchi, che ricorda la sua lunga e proficua collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano a partire dalla sua fondazione nel 1947, poi incontra due registi tedeschi, Peter Zadek e Jürgen Gosch. Il primo è presentato attraverso un’intervista a Franco Quadri imperniata sulle tante edizioni di opere shakesperiane; il secondo è oggetto di un articolo di Davide Carnevali che ripercorre le tappe salienti della sua carriera e le linee artistiche.

 

di Massimo Bertoldi


copertina

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