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Il Patalogo 31
Annuario del Teatro 2008. Speciale “Nueva Hispanidad”
A cura di Barbara Panzeri, Damiano Pignedoli, Antonella Cagali

Milano, Ubulibri, 2008, pp. 4447, € 59,00
ISBN 9788877483096

Volume corposo, curato e raffinato nella veste grafica, «Il Patalogo» si conferma miniera di informazioni e notizie che gli conferiscono il ruolo di basilare strumento di conoscenza per lo studioso e il lettore appassionato. Il libro si apre con il Repertorio di un anno a cura di Barbara Panzeri con Damiano Pignedoli e Antonella Cagali, che raccolgono l’elenco degli spettacoli prodotti in Italia nella stagione 2007/2008, ordinati in modo alfabetico in base al nome dell’ente o dell’artista o del gruppo, accompagnati dalla citazione di brevi recensioni, dichiarazioni di poetica o note di regia, e arricchiti da fotografie.

Il Referendum dei Premi Ubu 2008 presenta i risultati delle preferenze espresse da studiosi e critici teatrali in merito allo spettacolo dell’anno (Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, regia di Toni Servillo), alla regia (Massimiliano Civica in Il mercante di Venezia di William Shakespeare), scenografia (Marius Nekrosius per Anna Karenina da Lev Tolstoj), attore (Alessandro Bergonzoni in Ned), attrice (Mascia Musy (Anna Karenina), attore non protagonista (Paolo Pierobon in Anna Karenina), attrice non protagonista (Elena Ghiaurov in Itaca di Botho Strauss / L’antro delle ninfe da Omero e Porfirio), nuovo attore o attrice under 30 (ChiaraBaffi), nuovo teatro italiano (La badante di Cesare Lievi), nuovo testo straniero (Hamelin di Juan Mayorga), miglior spettacolo straniero presentato in Italia (Fragments di Samuel Beckett, regia di Peter Brook). Le foto pubblicate nella sezione I premiati sono dedicate agli allestimenti e agli attori vincitori. Nella Vetrina di una stagione Carlotta Tilli cura le schede relative ai Convegni, a Giuseppe Tota Ballardini e Carlotta Tilli compete la sezione Libri, le Mostre sono affidate a Letizia Giangualano, i Premi sono esposti da quest’ultima con Carlotta Till. I materiali raccolti da Leonardo Mello illustrano I festival in Italia, quelli organizzati da Massimo Marino riguardano I festival nel mondo.

Lo Speciale 2008 Nueva Hispanidad, si occupa di teatro iberico e sudamericano di lingua spagnola, compresi Cuba e il Messico. I curatori, Davide Carnevali e Manuela Cherubini, seguono la formula dell’ordine alfabetico e fanno corrispondere alla singola lettera l’iniziale di un nome legato allo spettacolo.

La lettera A corrisponde ad Animalario, nome della compagnia madrilena attiva dal 1996. L’itinerario artistico è segnato dal prezioso contatto con importanti drammaturghi quali Alberto San Juan, Juan Mayorga e Juan Cavestany, e da una costante attenzione verso tematiche politiche e sociali attuali, come dimostrano l’allestimento del Marat/Sade di Peter Weiss adattato da Alfonso Sartre (2007) e il recente Algerino servidor de dos amos, da Goldoni, che parla di immigrazione e lotta di classe. La lettera B sta per “Buenos Aires”, con le sue quattrocento sale, segno di tradizione radicata e di viva passione e soprattutto vitalità espressiva favorita da un sistema fluido grazie al quale un attore può collaborare con cinque, sei registi l’anno. Con la lettera C si ritorna in Spagna, in Catalogna, con un servizio che affronta il tema della drammaturgia contemporanea presentando Jordi Galceran (Il metodo Grönholm), Pau Mirò (Plou a Barcelona), Sergi Belbel (Mobil), l’enigmatica Luisa Cumille (Après moi, le dèluge) e Carles Batile (Suite). La delimitazione della lingua catalana in un’area geografica circoscritta limita fortemente la circuitazione degli spettacoli sul territorio nazionale.

La D appartiene a Javier Daulte, regista e drammaturgo argentino di spessore internazionale, che espone la sua nozione di teatro - in quanto gioco, è un luogo di scomodità - un atto di opposizione alla realtà. Euskadi (lettera E) segue lo sviluppo del teatro basco contemporaneo che si articola sul recupero della memoria storica collettiva a partire dal 1975, finalizzata alla creazione del senso di appartenenza e di identità, poi durante gli anni Novanta rivisitata e ripulita dalle componenti militanti. Si passa al teatro Fronterizo (lettera F) di José Sanchis Sinisterra, del quale Il Patalogo pubblica il Manifesto (latente) e un intervento del suo fondatore che discute il rapporto con lo spettatore e sostiene la ricerca di un nuovo pubblico come prodotto parallelo di una nuova drammaturgia. Le riflessioni di Juan Mayorga sulla globalizzazione (lettera G) partono dalla domanda se stia nascendo la “cultura globale” oppure la “globalizzazione di una sola cultura”, e denunciano il rischio del declino della critica e del dibattito intorno all’arte (“Senza critica, la cultura prepara alla barbarie. E’ essa stessa barbarie”).

La lettera H si coniuga con Hasta la victoria, siempre, ossia la situazione di Cuba. Il contributo di Abel Gonzàlez Melo, drammaturgo e saggista, presenta con particolare attenzione lo sviluppo, contraddittorio e paradossale, del teatro dalla Rivoluzione del 1959 ad oggi. I è Infante Manuela, regista e drammaturga di Santiago del Cile, enfant prodige della scena cilena salita alla ribalta nel 2002 con Prat, testo scandaloso in cui si insinua la presunta omosessualità dell’eroe nazionale Augustìn Arturo Prat Chacòn. Con la compagnia de Chile ha allestito le fatiche successive, Juana (2003), Navajo (2005), Rey Planta (2006) e il recente Cristo. Il profilo disegnato da Rodrigo Alvarado, giornalista e critico teatrale, ripercorre il lavoro creativo e la personalità intellettuale della Infante. Dopo Je suis pop (Lettera J) di Victoria Szpunberg, drammaturga e regista argentina trapiantata in Catalogna che presenta estratti da un testo metateatrale e metabiografico dedicato alla fragilità della memoria e alla difficoltà di trasferire in un testo teatrale eventi storici, un esilio e l’ultima dittatura argentina, si passa a Koinè di Carlos Gil Zamora, che analizza la situazione e le caratteristiche dello spettacolo all’interno delle diciassette Comunidades Autonomas della Spagna. Con la Lettera L si ritorna in Argentina per incontrare Federico Leòn, affermato scrittore e regista teatrale e cinematografico, del quale si leggono passi di un suo testo, Frammenti di poetica, in cui avanza riflessioni sulla formazione e l’identità dell’attore.  Tappa obbligatoria nel viaggio nella Nueva Hispanidad è l’incontro con Juan Mayorga, drammaturgo e docente universitario. I suoi testi si legano alle concezioni storiche di Walter Benjamin, attraversano l’opra di Bertolt Brecht e Josè Sanchis Sinisterra, per approdare ad un teatro storico fondato sull’obiettivo di superare le convinzioni e le convenzioni radicate dalle visioni dei vincitori, che di fatto hanno scritto la storia. E’ ancora protagonista il Cile con la lettera N, ossia, Neva, titolo della commedia di Guillermo Calderòn, anche attore e regista, che in un’intervista illustra le caratteristiche del teatro indipendente nazionale e il rapporto con le istituzioni, ed espone la sua concezione di teatro civile e politico.

Con la O di Opera musicale si entra nel mondo creativo di Carles Santos, compositore, performer, cineasta, fotografo, pittore, scultore, grande erede della tradizione surrealista spagnola. La lettera P introduce Passione della forma, titolo dell’intervento di Josè Sanchis Sinisterra dedicato a Sergi Belbel, il drammaturgo e regista protagonista della rinascita drammatica catalana e spagnola. Il contributo ne indaga la scrittura e avanza legami con la produzione dell’ultimo Beckett. Preziosi sono gli estratti di un’intervista allo stesso Belbel, in cui si sofferma, tra l’altro, sulla sua ultima commedia, A la Toscana (2007). La progressione alfabetica arriva alla Q di Que viva Mexico!, a cura di Antonella Camon, che offre interessanti materiali informativi sulla scena contemporanea messicana attraverso la presentazione dei suoi protagonisti, per iniziare con Hugo Salcedo e continuare con le drammaturghe attrici e registe Virginia Hernàndez, Barbara Colio, Elba Cortez Villapudua. La lettera R sviluppa il tema della Rinascita dell’autore, che si articola in una panoramica dedicata alla drammaturgia spagnola, da Juan Mayorga, Sergi Belbel a Luisa Cunillé.

A Rafael Spregelburd è indirizzata la lettera S, Il drammaturgo regista attore argentino, espone il contenuto e il linguaggio delle sue opere teatrali e si sofferma sui legami con la filosofia della scienza. Teatronovela (lettera T) ci riporta in Argentea, dove lo stesso Spregelburd ha scritto e diretto nel 2003 Bizzarra, una teatronovela in dieci puntate tradotte in venti ore di spettacolo, con cinquanta attori in scena. L’intervista a Claudia Barattini, addetto culturale dell’Ambasciata del Cile in Italia, che si legge in Underground, affronta problemi relativi alla condizione attuale del teatro cileno in rapporto alla situazione politica, all’università e ai circuiti della distribuzione. La lettera V appartiene all’argentino Daniel Veronese, prolifico autore di spessore internazionale, mentre la W è Western e si occupa della Compagnia Teatro La Marìa cofondata nel 1999 da Alexis Moreno. Il regista e drammaturgo parla del momento positivo della cultura teatrale cilena e ripercorre le sue principali produzioni (Trauma, La Tercera Obra). Questo lungo e coinvolgente viaggio nello spettacolo della Nuova Hispanidad termina con un servizio sulla danza catalana Xarxa de dansa e con Zeitgeist, che contiene il profilo di Alex Rigola e Calixto Bieito, registi spagnoli noti a livello europeo.

 

di Massimo Bertoldi


copertina del libro

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