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Theaterheute


dicembre 2008, n. 12, pp. 86, € 14,80
ISSN 0040 5507

Con la libera circolazione delle merci negli itinerari commerciali della globalizzazione e il rafforzamento finanziario delle banche, la struttura capitalistica della società si è consolidata e stabilizzata nella prospettiva di una lunga durata storica. In questo processo politico ed economico, lo Stato, almeno in Germania, ha recuperato una posizione centrale nella vita culturale e nel sistema teatrale attraverso l’elargizione di finanziamenti. Questi aspetti, con le connesse problematiche, sono al centro degli interventi raccolti in "Finanzmarket Spezial", special con il quale si apre il numero di "Theaterheute".

Per quanto riguarda lo spettacolo, l’attenzione della rivista cade su AEG (ArbeitsEnde: Gestern.), un progetto teatrale nato nel 2006 e voluto da un gruppo di operai per denunciare la condizione dei disoccupati a seguito della chiusura della fabbrica di elettrodomestici AEG di Norimberga fallita proprio in quell’anno. AEG si è radicato nel tessuto culturale della città, proponendo spettacoli-documento secondo lo stile Rimini-Protokoll. Ha mantenuto le caratteristiche del progetto autogestito, del tutto indipendente dalla logica dei contributi statali.

Seguono altre testimonianze di personaggi dello spettacolo. Roland Koberg (Deutsches Theater) parla del difficile rapporto con le banche, Andreas Beck (Schauspielhaus di Vienna) si sofferma sul rischio dell’impoverimento culturale nella società sempre più massificata, Joahim Lux (Burgtheater di Vienna) ripercorre i legami tra teatro e capitalismo attraverso le opere di George Bernard Shaw e Bertolt Brecht. Le tematiche del denaro e della ricchezza trattate da William Shakespeare in Timon of Athens diventano, nell’intervento di Rita Thiele (Schauspiel di Colonia), metafora dei rapporti attuali intercorrenti tra logica del profitto e produzione della cultura.

Il repertorio di Dea Loher è analizzato da Sonja Anders (Thalia Theater di Amburgo) come autorevole testimonianza del malessere del teatro contemporaneo. L’articolo conclusivo di questo special dimostra gli effetti della recessione nella scena di New York, assunta ad esempio del processo di crisi in corso, difficile e di lunga durata, che riguarda la geografia del teatro su scala internazionale.

Ricca di interessanti novità si presenta la sezione "Aufführungen", a partire da Marat/Sade di Peter Weiss allestito da Volker Lösch nello Schauspielhaus di Amburgo. Il regista affida all’Hartz-IV-Chor della città il compito di dare voce al disagio del precariato citando i nomi e gli indirizzi dei vent’otto amburghesi più ricchi della città e inseriti nel "Manager Magazin" dei trecento facoltosi di Germania. Alla produzione corrisponde la riflessione in chiave scenica del fallimento degli ideali borghesi connessi alla rivoluzione francese.

Kasimir und Karoline, dramma scritto da Ödön von Horváth dopo la crisi del 1929, nella versione firmata da Stephan Kimmig per il Thalia Theater di Amburgo attualizza il declino dei rapporti umani in una società fondata sul calcolo e sul profitto. Di rilievo è stata la prova degli attori, da Paula Dombrowski (Karoline) a Peter Moltzen (Kasimir), e con loro Hartmut Schories (Speer), Normann Hacker (Schützinger) e Stephan Schad (Rauch).

Ritorna sui palcoscenici il teatro di Bernard-Marie Koltès con due testi inediti per il pubblico tedesco. Per la precisione si tratta di lavori giovanili, meglio definibili come studi o esperimenti di drammaturgia. Procès Ivre (1971) è una rilettura radicale di Delitto e castigo di Fedor Dostojevski. La regia di Schirin Khodadian trasferisce il dramma su un palco-ring, dove si scontrano in modo tragicomico e con atteggiamenti provocatori e scurrili le psicologie turbate dei personaggi, affidati all’interpretazione di Nico Link, Thomas Sprekelsen, Birte Leest, Anke Stedingk.

Hamlet. The Day of Murders in the History of Hamlet deriva da Hamlet e prevede lo sviluppo di uno scontro generazionale che culmina nella morte di Claudio, Gertrude, Ofelia e Amleto. La versione firmata da Ernst Stötzner per il Kammertheater di Stoccarda segue le linee narrative di Koltès ed evidenzia gli aspetti comici e ridicoli dei personaggi, trasferiti in una generica contemporaneità. Nei ruoli principali si sono distinti Marchus Lerch (Claudio), Christoph Gawenda (Amleto), Anna Windmüller (Gertrude) e Nadja Stübiger (Ofelia). Samuel Finzi e Wolfram Koch sono gli interpreti principali di Pulverfass, commedia scritta da Dejan Dukovski nel 1994. La regia del bulgaro Dimiter Gotscheff approfondisce con crudo realismo le violenze della guerra nell'ex-Yugoslavia.

In apertura della sezione "Akteure" si legge un’intervista ad Ulrike Syha, autrice di apprezzati testi teatrali, l’ultimo dei quali, Privat Leben, recentemente allestito a Chemnitz da Dieter Boyer e pubblicato in questo numero di "Theaterheute", la scrittrice parla delle difficoltà che incontrano i giovani, lei compresa, per affermarsi, degli esigui oneri offerti dal "mercato dei drammaturghi", dove la concorrenza è sempre più spietata.

Altro personaggio di cui si parla in "Akteure" è Katie Mitchell, regista inglese che ha fatto parlare di sé a seguito dell’allestimento di Wunschkonzert di Franz Xavier Kroetz nello Schauspiel di Colonia. L’artista si è formata nel King Head Theatre di Londra. Ha collaborato con Paines Plough e La Royal Shakespeare Company, per poi diventare Associate Director del National Theatre, per il quale ha realizzato dodici allestimenti. In repertorio figurano, tra gli altri, i nomi di Martin Crimp (The Country, The City, Waves, A hempts on her Life) ed Euripide con Le Troiane.

Al profilo della regista segue il ritratto di un attore, Michael Wittenborn, che ha sorpreso pubblico e critica per l’interpretazione data a Peer Gynt di H. Ibsen. La regia di Karin Beier ha disegnato il personaggio del titolo con i colori della modernità, scovando sfumature comiche e ridicole nell’anima malinconica. Il connubio artistico dell’attore con la regista annovera altri spettacoli di pregio e di successo, tra i quali spiccano Gott des Gemetzels di Yasmina Rezas e Nibelungen.


Massimo Bertoldi


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