Cè un sapore antico, semplice, in Pittura su Legno. Qualcosa che evoca tempi passati, lontani. Forse per il gusto da medioevo gotico di una fiaba misteriosa, su cui pesa incombente la presenza della Morte. O forse, semplicemente, per il gusto incantatore di unattrice-folletto, che come il pifferaio di Hamelin sa guidare lo spettatore in un viaggio sorprendente.
Per nulla intimoriti dal confronto con un maestro come Bergman – qui non solo ingombrante autore, ma anche insuperabile direttore – Teatrino dei Fondi si appropria della storia che è alla base del Settimo sigillo e, con molta naturalezza e una giusta dose di ingenuità – quella necessaria per attraversare una tale selva di immagini e voci –, rende allo spettatore il piacere di un racconto. Un racconto che si fa italiano (per la prima volta, nella bella traduzione di Luciano Marrucci) e che sembra quasi – mi viene da dire – farsi più popolare, schietto, diretto. Non a caso, nelle note di regia, Andrea Mancini evoca più Cavazzoni e Fellini che non Bergman: perché la chiave è qui, proprio nel confondere la lugubre e simbolica visione bergmaniana con un gioco in cui potrebbero entrare anche Ariosto, Boiardo o messer Boccaccio.
Il gioco con la morte diventa una leggenda raccontata con sapido gusto: e la paura è quella ingenua dei bambini alle prese con un racconto di fantasmi. Merito, certo, di Roberta Geri, che non si risparmia, assumendo su di sé i mille risvolti della storia. Ma non siamo nei meandri dellormai esausto teatro di narrazione: qui si tratta di una bella prova dattrice, di uno spettacolo in divenire, di un cammino che termina con la magia dellincanto e di un sorriso.
|
|
|
|
|
|
Prossime rappresentazioni:
15, 17 settembre 2008
ore 21.30
Chiesa di San Rocco - CIGOLI (San Miniato, PI)
venerdì 19 settembre 2008 – ore 21.30, Bracciano (RM), Castello Odescalchi, Opere festival
sabato 14 marzo 2009 – ore 21.00, Verona, Teatro Filippini, Rassegna Atto III
|
|
|
|