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Theaterheute


n. 5, maggio 2008, € 9,80
ISSN 0040-5507

«Theaterheute» propone uno Special dedicato a "Theatertreffen", l’annuale e prestigiosa manifestazione berlinese che premia i dieci migliori spettacoli della stagione teatrale emersi dal panorama delle produzioni in lingua tedesca. Il primo servizio è un ritratto di Hildegard Schmahl, protagonista nel ruolo di Prospero in The Tempest di Shakespeare allestita da Stefan Pucher. Attiva da cinquant’anni, l’attrice vive esperienze formative ad Amburgo, Berna e Bochum, per poi stabilirsi a Berlino nel 1969, dove avvia proficui contatti artistici con il regista Niels-Peter Rudolph (è Sonja in Djadja Vanja di Anton Cechov, Elvsted in Hedda Gabler di Henrik Ibsen e Antigone), e con Barbara Bilabel (Medea, 1982). Tra le interpretazioni più recenti spiccano Ulrike Maria Stuart di Elfriede Jelinek, dramma allestito da Jossi Wieler nei Kammerspiele di Monaco, Nibelungen di Andreas Kriegenburg.

Il servizio successivo è un’analisi dei criteri adottati dalla giuria per selezionare dieci tra 673 spettacoli. Emerge una velata polemica nell’assegnazione dei premi, che non sempre aderirebbe ad obiettivi artistici e istanze innovative visto che mancano all’appello spettacoli di indiscussa qualità. La lista degli esclusi si presenta ricca e piuttosto interessante: lo scespiriano As you like it allestito da Jürgen Gosch nello Schauspielhaus di Düsseldorf; Kitchen (You’re Never Had it so Good) di God Squad prodotto dalla Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino; Frühlings Erwachen! ricavato da Frank Wedekind e curato da Nuran Calis per lo Schauspiel di Hannover; HEAVEN (nach tristan) di Armin Petras realizzato dallo Schauspiel di Francoforte e dal Maxim Gorki Theater di Berlino; la messinscena di Spuren der Verirrten elaborata da Friederike Heller Handke per l’Akademietheater di Vienna; e poi Woyzeck di Georg Büchner nella versione data da Volker Lösch a Dresda e da David Bösch ad Essen, Wallenstein di Friedrich Schiller firmato da Peter Stein a Berlino.

Un’intervista a Signa Soerensen e Arthur Koestler, autori della performance Bleak dalla durata complessiva di 192 ore, apre il discorso sulla struttura drammaturgica ed estetica dell’installazione teatrale, e sui procedimenti artistici ideati nei precedenti lavori, come il fortunato The Dorine Chaikin. La sezione "Aufführungen", spazio dedicato alle recensioni delle novità prodotte dalla scena tedesca, si apre con Faust I di Johann Wolfgang Goethe allestito nello Staattheater di Cottbus da Christoph Schroth in versione moderna con un Mefisto nero (Thomas Harms), che dimostra a Faust (Kai Börner) la debolezza del sapere enciclopedico nell’età globale di Google.

Lo stesso capolavoro goethiano è stato materia scenica anche per Tilmann Köhler nella produzione realizzata per il Nationaltheater di Weimar. Il regista approfondisce il tema dell’anima doppia nel protagonista che diventa metafora della volontà di crescita spirituale oltre le conoscenze della ragione, come allude l’impianto scenografico, una doppia e imponente scalinata piramidale su cui agiscono giovani attori, Thomas Baungardt (Mefisto), Matthias Reichwald (Faust), Ina Piotek e Antje Trautmann che si sdoppiano nel ruolo di Gretchen.

Die Maßnahme di Brecht, nella trasposizione scenica di Frank Castorf per la Volksbühne di Berlino, è un allestimento curato e imponente, con video e la partecipazione del Volksbühnen-Chor, e attento alle pieghe del testo dal quale emergono visioni patetiche e ironiche verso la rivoluzione cullata dalla classe operaia. Tra gli interpreti si sono distinti Jeanette Spassova e Trystan Pütter. Lo stesso regista ha curato la messinscena di Mauser di Heiner Müller, sorta di parafrasi di Die Maßnahme brechtiano che sentenzia la morte della rivoluzione proletaria. Il monologo compete ad Hermann Beyer. "Aufführungen" termina con lo scespiriano Hamlet trasferito da Michael Thalheimer sul palco del Thalia Theater di Amburgo. La tragedia è ambientata nella nostra contemporaneità per evidenziare la continuità storica dei conflitti psicologici che lacerano i personaggi, Ofelia (Paula Dombrowski), Claudio (Felix Knopp), Gertrude (Victoria Trauttmansdorff), Amleto (Hans Löw), Polonio (Norman Hacker) e Larte (Jörg Koslowsky).

Nella sezione "Akteure" si legge il profilo artistico di Jonas Hassen Khemiri, giovane attore salito alla ribalta nel 2006 con Invasion, allestito nei Kammerspiele di Monaco e interpretato assieme a Bernd Moss, Sandra Hüller, Jochen Noch e Oliver Malison. L’attore è anche autore di romanzi. Il primo, Das Kamel ohne Höcker, è stato pubblicato nel 2003 ed ha venduto 120.000 copie.


Massimo Bertoldi


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