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Theaterheute


n. 4, aprile 2008, € 9,80
ISSN 0040-5507

Sollecitata dagli esiti positivi della candidatura di Barack Obama alle presidenziali americane, la rivista tedesca si occupa della condizione della drammaturgia multietnica, firmata da autori di colore attivi negli States. In "Reportage Obams Dramatiker" si incontrano molti scrittori contemporanei, come Lynn Nottage, autrice di testi di successo come Intimate Apparel ambientato a New York nel 1905 e di denuncia razziale. Suzan-Lori Parks indaga i principi della discriminazione sul piano etnico e approfondisce i campi della sessualità e degli stili di vita ‘diversi’ in opere di forte impatto sperimentale (The Death of the Last Black Man del 1990 e Top/Underdog del 2001).

Altro personaggio di spicco è Tanya Barfield, che nella saga drammatica Blue Door, allestita nel 2006 nell’Off-Broadway di New York, tratta il tema dell’odio generazionale raccontando la storia di una famiglia afro-americana. Il recupero del folclore e della tradizione musicale si mescolano nel tessuto narrativo di The Brothers Size di Tarell McCrancy, mentre Thomas Bradshaw in Prophet (2007) propone una satira aggressiva e pungente, per illustrare lo sfruttamento sessuale nei ghetti da parte dei bianchi. In Cleased (2005) echeggia il ricordo del Ku-Klux-Klan. Il ricco reportage di "Theaterheute" si completa con la pubblicazione della breve pièce comica Purity del ventottenne Thomas Bradshaw, e con un’intervista a Werner Sollors, studioso di cultura africana e afroamericana.

La sezione "Aufführungen", spazio dedicato alle recensioni delle novità prodotte dalla scena tedesca, si apre con Schnee che Lars-Ole Walburg ha ricavato dall’omonimo romanzo di Orhan Pamuk, affidando a Bernd Moss la parte del protagonista. La messinscena, caratterizzata dall’uso abbondante di video, è stata allestita nei Kammerspiele di Monaco. Lo stesso teatro ha ospitato Hass di Sebastian Nübling. Il regista presenta la riduzione drammaturgia del film La Haine di Mathieu Kassovitz (1995), e si avvale del contributo attorale di Bernd Moss, Sebastian Weber, Katia Bürkle, Katharina Schubert e Brigitte Hobmeier.

A Berlino domina l’opera lirica. Tosca di Puccini, vista nella sala della Volksbühne e firmata da Sebastian Baumgarten, è letta in chiave moderna nell’ambientazione scenografica e nei movimenti degli interpreti, molto applauditi e in modo particolare Thorsten Merten (Scarpia) e Kathrin Angerer (Tosca). Il limite dello spettacolo sta nell’acustica inadatta della sala principale. In un piccolo ambiente dello stesso impianto teatrale ubicato al terzo piano si è tenuta la messinscena di Wozzeck di Alban Berg firmata da David Marton con musiche jazz e con il sostegno di una band elettronica berlinese, Tarwater. Tra i protagonisti si sono distinti Sir Henry (il pianista), Max Hopp (Wozzeck) e Mjlena Kulijc (Maria). Deludente è risultato il verdiano Ballo in maschera allestito da Jossi Wieler negli ambienti della Lindenoper, per via di un’ambientazione inadatta ai contenuti dell’opera, che si presenta calata in America nei primi anni ’60 al tempo dei Kennedy.

Dalla Germania ci si trasferisce in Svizzera, nello Schauspielhaus di Zurigo per seguire lo scespiriano The Merchant of Venice secondo la regia di Stefan Pucher. L’interpretazione del testo si basa sull’analisi del presunto antisemitismo, con allusioni al presente, che converge nella morale del denaro fino a condizionare i principi dell’amore. Vicino a Robert Hunger-Bühler (Shylock) si incontrano, tra gli altri, Oliver Masucci (Bassanio), Karin Pfammatter (Porzia) e Jean-Pierre Cornu. L’idiota, ricavato da Alvis Hermanis dall’omonimo romanzo di Dostoevskij, è calato nella Russia dell’Ottocento. Si tratta di un’indagine rivolta agli aspetti psicologici dei personaggi, affidati alle competenze di Jörg Pohl nel ruolo del titolo, e poi Franziska Machens, Patrizia Wapinska, Yohanna Schwertfeger e Nina Petri.

Il ritratto del mese ("Porträt") è dedicato a Sarah Viktoria Frick, giovane interprete salita alla ribalta nel 2005 quando interpretò il ruolo di Puck in A Midsummer Night’s Dream nella messinscena curata da David Bösch, dopo il successo ottenuto con la parte di Lena in Leonce e Lena di Georg Buchner nel 2003 per la cura scenica dello stesso regista, che l’attrice considera figura fondamentale per la sua crescita artistica, come dimostrato dalla recente e applaudita prova offerta in Lilion di Ferenc Molnàr.

Nel servizio "Akteure Berlinale" si parla di alcuni film in programma nella recente rassegna cinematografica tenuta nella capitale, che condividono come tema centrale la biografia di attori. Si tratta di Jesus Christus Erlöser di Peter Geyer che contestualizza la vita di Klaus Kinski negli anni ’70 per raccontare le tensioni politiche e culturali tra Berlino Est e Ovest, Darling! di Julian Shaw ripercorre l’impegno civile contro la catastrofe dell’Aids e l’apartheid vissuto da Pietre Dirk Uys, cabarettista, attore e drammaturgo sudafricano. Infine z. B. Otto Spalt è una satira di René Perraudin in cui, seguendo le vicende artistiche di Otto Sander, ripercorre la condizione di crisi del cinema tedesco negli anni tra il 1978 e il 1987.

L’articolo "Akteure Gespräch" è un’intervista a Sophie Rois, che illustra le caratteristiche del suo personaggio nel film Der letzte macht das Licht aus di Clemens Schönborn e spiega i motivi del suo abbandono del teatro, dopo essere stata per molti anni attrice importante della Volksbühne di Berlino.

"Neue Stücke" presenta le novità di drammaturghi di spicco della scena tedesca, a partire da Calypso di Roland Schimmelpfenning, recentemente allestita da Jürgen Gosch nel Deutsches Schauspielhaus di Amburgo. La dissacrante versione della Dea greca in chiave moderna è affidata a Klaus Rodewald, Marion Breckwoldt, Ute Hannig, Markus John e Marie Leuenberger. Si prosegue con Künstler di Tankred Dorst. Si tratta del racconto della vita degli artisti al tempo della seconda Guerra Mondiale nella Russia stalinista, che diventa luogo di utopie, rivoluzioni e frustrazioni. Il dramma è stato recentemente allestito nello Schauspielhaus di Brema da Cristian Pade e interpretato da Sebastian Dominik, Daniel Fries, Siegfried W. Maschek, Tobias Beyer e Maximilian Grill.

Anche Jan Neumann sviluppa in Kredit una cornice storica che si evolve dal secondo dopoguerra d oggi nel racconto della vita di un padre, un nonno e un bisnonno, da cui prende corpo il crollo delle ideologie in Germania. Sono trentenni i protagonisti di wohnen, underglas di Ewald Palmetshofer, che si confrontano sui temi dell’amicizia e dell’amore. Affidato alla maestria di giovani attori (Katja Jung, Bettina Kerl e Thiemo Strutzenberg), lo spettacolo allestito da Sebastian Schug ha debuttato presso lo Schauspielhaus di Graz. Chiude la rassegna Morgen in Katar di Theresia Walzer, testo recentemente trasferito sulla scena da Shirin Khodadadian a Kassel.



Massimo Bertoldi

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