drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Revue d’Histoire du Théâtre


a. LX , n. 1 (237), gennaio-marzo 2008, € 15,00
ISSN 1291-2530

Il numero è dedicato interamente al tema Mémoires de l’éphémère: quel patrimoine pour les arts vivants? Questione particolarmente cara agli storici del teatro ma, laddove esista una vera cultura della professione scenica, assai sentita anche dagli artisti impegnati nel vivo della creazione.

Sappiamo quanto i francesi coltivino, con uno zelo degno di ammirazione, questo patrimonio, al pari degli inglesi e dei russi (su questi ultimi – ma non solo -  si intrattiene con la consueta competenza in questo fascicolo Béatrice Picon Vallin). In Italia sappiamo bene che di tante istituzioni destinate allo scopo nessuna funziona a dovere. Sfrattato dalla sua sede il genovese Museo dell’Attore, creato dalla generosità di Alessandro d’Amico e dall’intraprendenza di Luigi Squarzina e Ivo Chiesa, adesso in cerca di una nuova visibilità ma carente di adeguate strutture. Piena di documenti straordinari, ma mal catalogati, la Biblioteca del Burcardo (Siae), di non facile consultazione anche per gli orari. Praticamente inaccessibile al pubblico, per carenza di personale e ubicazione, la bella biblioteca Alfonso Spadoni del Teatro della Pergola di Firenze. Sono solo esempi che fronteggiano peraltro una fioritura sempre più dissennata di Fondazioni che ogni artista della scena di un qualche valore, in limine mortis, pensa di donare alla propria città. Incentivando praticamente la dispersione della memoria e moltiplicando anche i costi di gestione della conservazione del patrimonio.

Le pagine della rivista francese ricostruiscono con molti particolari questioni relative alle più significative istituzioni d’oltralpe. Si segnalano gli interventi puntuali di Joël Huthwohl (sul patrimonio di memorie della Comédie Française) e di Colette Scherer per anni bibliotecaria dell’Institut d’Etudes Théâtrales di Paris III (sugli altri archivi teatrali francesi).

La seconda parte del fascicolo (La trame de la mémoire: textes, images, vidéo) entra più decisamente all’interno delle diverse circonvoluzioni della memoria dello spettacolo.  Martine de Rougemont ripropone la sua ben nota competenza nella lettura dell’iconografia teatrale del secolo XVIII come archivio basilare per la conoscenza e interpretazione di quella drammaturgia; l’affianca il lavoro di Guy Spielmann sui fontespizi del Théâtre de la foire, mentre un bel saggio di Catherine Guillot si sofferma sull’analisi dei ritratti d’attore, sulla scia di quanto già fatto in Italia da studiosi quale Cesare Molinari, Renzo Guardenti, Sara Mamone, Ines Aliverti.

Un’osservazione ci pare doverosa. Anche in Francia quasi sempre l’attenzione museale è concentrata sui reperti (macro o micro che siano) materiali: frammenti di scene, costumi, lettere, copioni, appunti di regia, fotografie, ritratti. Si tratta di un materiale disperso che – secondo quanto ha scritto in altra sede George Banu – difficilmente restituisce l’oggettiva materialità dello spettacolo nel suo insieme. E’ vero, ma è compito dello storico oltrepassare questi limiti. Possono servire allo scopo le ricostruzioni in 3D degli spazi teatrali adesso distrutti (in aggiunta alle maquettes lignee qua e là ricostruite) oppure, per quanto riguarda gli attori, una ricostruzione delle vite e dell’arte concreta degli attori, sul modello di quanto stiamo facendo da qualche tempo con il nostro Archivio multimediale dell’attore italiano. Le risorse dell’elettronica, lungi dal sostituire il teatro vivente, possono ridurre l’approssimazione della nostra fantasia erudita e fornire qualche stimolo in più anche a coloro che vogliano rileggere i copioni del passato tenendo conto di chi li recitò in corpore vili.

Il fascicolo ha il grande merito di riaprire un dibattito che, mai sopito in Francia (si veda la bella mostra in atto presso la Bibliothèque Nationale Acteurs en scène, regards de photographes), pare languire del tutto in Italia.

Siro Ferrone


Copertina

cast indice del volume


 

Il sito web della rivista

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013