drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Segnocinema 151
Rivista cinematografica bimestrale

anno XXVIII, n. 151, maggio-giugno 2008, € 6,00
ISSN 0393-3865
«Segnocinema 151» dedica al cinema italiano contemporaneo, e in particolare ai suoi aspetti produttivi, uno speciale dal titolo L’importanza di essere industria. Produrre film oggi in Italia. Lo speciale si articola su diverse interviste: a Riccardo Tozzi, amministratore delegato delle produzioni Cattleya; a Gianni Romolli, titolare della R&C Produzioni; a Francesca Cima e Nicola Giuliano della Indigo Film; a Volfango De Biasi, regista di un film marcatamente industriale, Come tu mi vuoi e a Carolina Crescentini, attrice interprete di film come Notte prima degli esami, anch’esso prodotto industriale. Lo spirito di queste interviste è quello di cercare di capire dall’interno il meccanismo industriale del cinema italiano attraverso le risposte di chi il cinema lo fa come piccolo o grande produttore oppure come regista e attore.

Se da un lato Riccardo Tozzi spiega bene quali siano stati i suoi investimenti per promuovere il cinema d’autore italiano agli interessi del mercato cinematografico: "Abbiamo usato gli autori per creare un cinema più commerciale. Ci sembrava che la ragione per cui il cinema italiano andava così male fosse che non raccontava più niente, non c’era più racconto. Abbiamo cercato di fare un’iniezione di narratività"; dall’altro si colgono meglio gli orientamenti più sperimentali e meno commerciali delle piccole produzioni come R&C Produzioni e Indigo Film, che dicono letteralmente di "navigare a vista", dove il futuro economico è sempre molto precario e dove non si ripropone, neppure in misura minore e differente, il panorama produttivo dell’Italia anni 60-70, in cui il cinema di genere guadagnava molto e permetteva di aiutare e riscattare il cinema d’autore. Gianni Romoli della R&C Produzioni ricorda che all’interno di un’industria cinematografica sana c’è sempre uno spazio di sperimentazione: "Senza prototipi a rischio non si nutre un’industria. È evidente che la sperimentazione è sempre segnale di un’industria che si intende sana. Oggi, in prevalenza, c’è la logica del "prendi i soldi e scappa". (…) E proprio il compito di produrre dei prototipi dovrebbe essere quello di produttori piccoli e indipendenti". Questo spazio di sperimentazione manca, come sostiene anche Flavio De Bernardinis. De Bernardinis sottolinea come l’appiattimento linguistico del film italiano sia ancora più forte che ad Hollywood, dove è consuetudine, anche all’interno di un film di genere, ritagliarsi lateralmente uno spazio per sperimentare nuove soluzioni. In questo senso in Italia, egli dice, "non solo i film non si fanno concorrenza fra loro, ma nemmeno il singolo film prova a fare concorrenza a se stesso. Ovvero non apre uno spazio dialettico al suo interno fra convenzione e sperimentazione. Tutto, ma proprio tutto, deve risultare rassicurante. E nulla, severamente, può essere messo in dubbio".

In questo panorama quale ruolo si ritaglia il regista e l’attore? Volfango De Biasi, cha ha esordito con il film Come tu mi vuoi, racconta di aver tentato con prodotti diversi di fare un film e di esserci riuscito solo seguendo un’operazione di tipo classico industriale: prendendo due attori come Cristiana Capotondi e Nicolas Vaporidis che avevano avuto grande successo al botteghino con il film precedente, Notte prima degli esami di Fausto Brizzi. È servendosi di questa strada aperta che De Biasi ha avuto la possibilità di girare un film. La logica dominante si rivela quindi quella della replica rassicurante, delle stesse storie con gli stessi attori, con conseguente omologazione dei personaggi, come lamenta anche Carolina Crescentini, interprete di Notte prima degli esami, Cemento armato di Marco Martani e Parlami d’amore di Silvio Muccino.

Nella sezione "Saggi e Interventi" Adriano D’Aloia racconta l’esperienza filmica nel mondo virtuale di Second Life, dove l’alter ego avatar fa esperienza di pratiche di produzione cinematografica, di promozione, con festival e prodotti di merchandising, di fruizione spettatoriale, attraverso riti collettivi che costruiscono pratiche sociali interessanti per interpretare il presente e il futuro del cinema.

Il  saggio di Paolo Cherchi Usai Bollywood! Bollywood!, è una guida al cinema commerciale indiano contemporaneo, che erroneamente gli occidentali denominano con un termine, per l'appunto Bollywood, che invece si riferisce alle sole pellicole prodotte a Bombay e girate in lingua hindi. Al di là delle tante lingue e specificità culturali, emergono alcuni tratti comuni: la fusione di generi diversi nello stesso film, la predilezione per vicende melodrammatiche fino all'inverosimile, l’obbligatorietà degli inserti musicali. L’autore, che parte da  una serie di dati sul numero di sale e di film prodotti (più di 800 all'anno), intende presentare l’unicità di un modo di fare e di fruire il cinema molto diverso da quello occidentale, e insieme invoglia il lettore ad apprezzarlo, fornendo anche una lista di titoli da cui iniziare.

Nella sezione "Festival e Rassegne", Carla Delmiglio fa un bilancio del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina 2008, svoltosi a Milano, con grande successo di pubblico. In questa edizione di particolare interesse sono stati: la retrospettiva dedicata al regista africano Sembène Ousmane, recentemente scomparso, attento osservatore della realtà africana, della sua particolare condizione politica, il cui impegno sociale e morale ha permesso di ripercorrere mezzo secolo di storia d’Africa; il film Buddah Collapsed Out of Shame di Hana Makhmalbaf, diciannovenne figlia del regista iraniano, che racconta la storia di una bambina di sei anni cocciuta, che vuole andare a scuola, come i suoi coetanei maschi e che è coinvolta in un gioco tra bambini in cui i piccoli fingono di fare i telebani, simbolo di una realtà senza favola dove la vita ha un valore relativo. Adelina Preziosi invece dà un resoconto del Bergamo Film Meeting, giunto alla sua 25esima edizione, nel corso del quale sono state presentate retrospettive dei registi Julio Medem, conosciuto in Italia per il film Lucia y el sexo, e René Clair, visionario maestro del cinema francese.

La rubrica "Actor Segno" di Cristina Jandelli è dedicata a Javier Bardem, killer privo di emozioni in Non è un paese per vecchi di Joel e Ethan Coen. Scelte di sceneggiatura (l’arma insolita del killer), di trucco (la pettinatura ridicola) e di fotografia (inquadrature dal basso e ombre) concorrono a definire un personaggio di assoluto nichilismo: ma è l’interpretazione di Bardem, il suo sguardo spento, a rendere davvero convincente la rappresentazione di una "morte dell'anima".

La rubrica "Segno Sound" di Paola Valentini indaga sull'uso del sonoro nei cartoon contemporanei, e in particolare in Ratatouille di Brad Bird. Le tecniche sofisticate del sound design non differiscono molto da quelle usate nel cinema con attori veri. In particolare efficace è l’uso di rumori veri e analogici associati a creature digitali: come lo struscio delle pellicce dei topi, il suono delle zampette sulle piastrelle.

Anna Gilardelli


Copertina

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013