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Theaterheute


2008, n. 1, pp. 64 € 9,80
ISSN 0040 5507

"Theaterheute" si apre con un lungo servizio dedicato a Christian Stückl, attore e regista da cinque anni apprezzato direttore del Volkstheater di Monaco. Gli spettacoli prodotti, a partire dallo scespiriano Titus Andronicus del 2002, si basano sul recupero del filone del teatro popolare tedesco e internazionale - recupero filtrato dall’innesto di elementi innovativi nello stile della recitazione e nell’impianto scenografico. Di rilievo sono risultati gli allestimenti di Fegefeuer in Ingolstadt di Marieluise Fleißer (2005), Don Carlos di Schiller, Brandner Kaspar. Definito "ein bayerischkatolischer Theatermissionar" ("un missionario teatrale bavarese e cattolico"), Stückl, che in passato ha allestito in modo provocatorio cicli di passioni pasquali, nel 2006 ha fondato una compagnia a Rio de Janeiro formata da giovani attori locali.

Piuttosto interessanti di presentano gli spettacoli presenti in "Aufführungen", la sezione della rivista dedicata alle recenti novità della scena tedesca. Dalla rassegna berlinese "Spielzeit Europa", ricca di concerti musicali, spiccano Stifters Dinge (The Piano Piece) di Heiner Goebbeles e The Sound of Silence - ein Konzert von Simon & Garfunkel in Riga 1968, das nie stattgefunden hat di Alvis Hermanis e Monica Pormale. I due spettacoli condividono la centralità drammaturgica del pianoforte con il segno connotativo delle avanguardie storiche. Nel primo, il compositore e musicista, che si ispira alla figura del boemo Adalbert Stifter, presenta una rappresentazione senza attori, basata sull’uso creativo di luci e suoni. All’opposto il secondo, curato dal regista proveniente dalla Lettonia, propone sul palcoscenico un gruppo di agitati attori che raccontano gli effetti immaginati della contestazione del ’68 nella repubblica baltica con la memoria che rispolvera Blow Up di Michelangelo Antonioni.

The Tempest, commedia allestita da Stefan Pucher nei Kammerspielen di Monaco, presenta i tratti della favola postcoloniale condita di riferimenti alla civilizzazione delle popolazioni indigene. Questa interpretazione, che ha alterato la natura del testo, ha suscitato non poche perplessità, non la prova artistica degli attori, Wolfgang Pregler (Ariel), Hildegard Schmahl (Prospero), Walter Hess (Alonzo), Stefan Merki, Bernard Moss, Peter Brombacher, Katharina Schubert. Da Anatomie Titus Fall of Rome – Ein Shakespeare Kommentar, che Heiner Müller scrisse nel 1984 per lo Schauspiel di Bochum, il regista Dimiter Gotscheff ricava una messinscena cruda, sottolinea sentimenti di odio e crudeltà nelle relazioni tra i personaggi, affidati alle competenze di Wolfram Koch (Titus Andronicus), Jule Böwe (Lavinia), Sebastian Blomberg (Marco), che si sono fatti applaudire dagli spettatori del Deutschen Theater di Berlino.

Affidato alla direzione della giovane Karin Beier, lo Schauspiel di Colonia ha inaugurato nel migliore dei modi la nuova stagione, come si legge in "Saisonstart Köln", e si sta rilanciando nella scena teatrale tedesca dopo un periodo di crisi. La stessa Beier ha curato la regia della saga dei Nibelungen, evidenziando il furore e la passione delle donne protagoniste, Crimilde (Patricia Ziolkowka, attrice che proviene dal cinema) e Brunilde (Maja Schöne), e con loro Carlo Kjubek (Sigfrido). Tra gli altri spettacoli prodotti emergono Fliessbandproduktion e Fordlandia di Jürgen Kuttner, incentrato sul tema di uomini lavoro e macchina e rappresentato con soluzioni espressive vicine al cabaret e al teatro dei burattini, e Die Erscheinungen der Martha Rubin, performance di danza di Signa Sörenson.

In "Akteure" si legge il profilo artistico di Friederike Kammer, attrice presente da sei anni nella compagnia dello Schauspiel di Francoforte, dove si è distinta in ruoli importanti quali Clitemnestra nell’Oreste di Euripide curata da Karin Neuhäuser e in precedenza in Elettra per la regia di Simon Blatter nella parte del titolo, in Medea euripidea nella versione scenica di Urs Troller, per non dimenticare la partecipazione a Quartett di Heiner Müller. Da un’attrice si passa ad uno scrittore emergente, Philipp Löhle, autore di Genant Gospodin, novità che sviluppa una critica feroce al capitalismo moderno. Il testo è stato recentemente allestito negli ambienti del Residenztherater di Monaco con Shenja Lacher e Franziska Rieck, e prima nello Schauspiel di Bochum con Michael Lippold e Jele Brückner.

La sezione "Freie Szene" della rivista tedesca traccia un bilancio artistico del recente festival "Impulse", edizione curata da Matthias von Hartz e Tom Stromberg. Sono emersi attori e gruppi innovativi che coniugano e rielaborano con estro creativo diversi registri espressivi, come Ivana Müller nella performance di danza While we were holding it together, e poi Relevanz Show del gruppo She She Pop con musiche live, o ancora Rashomon: Truth lies next door, installazione scenica di Bernhard Miseska.


Massimo Bertoldi


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