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Theaterheute


2007, n. 12, pp. 64, € 9,80
ISSN 0040 5507

"Theaterheute" si apre con il ciclo di manifestazioni (rappresentazioni teatrali, letture, discussioni, ecc.) organizzate dallo Schauspiel di Stoccarda per festeggiare i trent’anni di attività, e assimilate nel titolo "endstation stammheimer", chiaro riferimento all’azione della Raf nel 1977. Tra gli spettacoli proposti spiccano Peymannbeschimpfung di Rimini Protokoll del regista berlinese Hans–Werner Kroesinger, con sei attori chiamati a ricostruire lo svolgimento dei processi ai terroristi. Di qualità è stata la messinscena di 1977 ricavata da Hamletmachine di Heiner Müller a cura di Stefan Kimmig, con Silja Bächli e Katja Bürkle. E’ un collage di citazioni (drammaturgia di Frederik Zeugke) tratte da Albert Camus, Elvis Presley, Ulrike Meinhof, Georg Büchner, Adolf Hitler, Johann Wolfgang Goethe, Elvis lebt und Schmidt kann es beweisen allestito da Harald Schmidt e affidato a Thomas Eisen, Beniamin Grüter e Martin Leutgeb.

La quantità di spettacoli ricavati da testi nuovi, segno di salute e creatività della drammaturgia tedesca contemporanea, è l’argomento di un ricco Dossier proposto dalla rivista berlinese. Il primo servizio si occupa di Das Reich der Tiere di Roland Schimmelpfennig, opera centrale di Trilogie der Tiere, allestita nel Deutschen Theater della capitale, affidata alla regia di Jürgen Gosch che veste gli attori da animali postmoderni e con i corpi nudi imbrattati di colori per confezionare un Musical stile Disney. Diktatorengattinen di René Pollesch, opera rappresentata nella Volksbühne di Berlino per la regia dello stesso autore, analizza con comicità e sottile provocazione i meccanismi autoritari interni alla famiglia. Nel ruolo del protagonista si è distinto Volker Spengler e con lui Mira Partecke, Sophie Rois e Christine Gross.

Land ohne Worte di Dea Loher è un monologo applaudito nei Kammerspiele di Monaco per la regia di Andreas Kriegenburg e affidato a Wiebke Puls, interprete della parte di una pittrice di successo che perde il senso della realtà e la dinamica delle relazioni umane e professionali. Tratta il tema della globalizzazione Beißfrequenz der Kettenhunde di Andreas Marber, prodotto dal Thalia Theater di Amburgo, con Werner Wölbern, Peter Jordan e Maren Eggert, e la regia di Stefan Kimmig. Di rilievo è la novità di Tankred Dorst, Ich bin nur vorübergehend hier, presentata nello Schauspiel di Hannover dalla regista Julia Hölscher, che si è misurata con un dramma dedicato alle inquietudini della vecchiaia e memore del cechoviano Giardino dei ciliegi. Nello stesso teatro ha debuttato anche Schwarzes Tier Traurigkeit di Anja Hilling per la regia di Ingo Berk.

La seconda parte del Dossier presenta gli esiti di una discussione in merito allo spessore drammaturgico e contenutistico dei nuovi testi, e allo spazio loro concesso nei cartelloni dei teatri tedeschi. Frank Knoll, collaboratore della casa editrice Henschel, parla di stagnazione creativa mascherata dall’eccesso di novità, che sono state 454 nella stagione 2003/04 contro le 303 del 1990/91. Si tratta troppo spesso di opere superficiali, dettate dall’opportunità più che dalla vena creativa, che rischiano di compromettere con la loro invadenza la presenza dei classici nei repertori dei teatri. Opposta è la risposta data da John von Düffel, Dramaturg del Thalia Theater di Amburgo e autore di commedie, che vede nella proliferazione degli autori un beneficio anche per i registi, chiamati a confrontarsi con le scritture in evoluzione. Sostiene, inoltre, la necessità culturale che gli editori diffondano le novità attraverso la loro pubblicazione. Condivide queste posizioni Andreas Beck, direttore della Wienerspielhaus della capitale austriaca, il quale aggiunge l’opportunità di coinvolgere il pubblico giovane attirato dall’attualità delle tematiche e dalla pluralità dei linguaggi scenici, molto spesso contaminati dalla musica rock.

La sezione "Aufführungen", dedicata alle produzioni più recenti della scena tedesca, si occupa di Nächste Vorstellung, corrispondente allo scespiriano As you like it, commedia allestita nello Schauspielhaus di Düsseldorf da Jürgen Gosch che interpreta il testo in chiave moderna, con gli attori caratterizzati da movimenti frenetici e gesti aggressivi (Bernd Rademacher, Ilja Niederkirchner, Kathleen Morgeneyer). La stessa opera del Bardo è stata proposta da Elmar Goerden sul palco dello Schauspielhaus di Bochum. Il regista mette in luce gli aspetti lirici e sentimentali del testo e gli attori (Rainer Galke, Michael Abendroth, Kathleen Niederkirchner, Christoph Pütthoff) dimostrano coerente adesione all’idea di base. La versione di Woyzeck di Georg Büchner firmata da Volker Lösch e vista nello Staatsschauspiel di Dresda ha diviso pubblico e critica tra disappunto ed entusiasmo, perché la situazione del protagonista del titolo (Kai Roloff), senza parole e senza futuro, diventa provocatoria metafora della politica tedesca attuale.

In "Akteure" si legge un’intervista a Matthias Matschke, attore salito alla ribalta in occasione di spettacoli allestiti da Frank Castorf e Christoph Marthaler, in cui parla delle difficoltà di coinvolgere lo spettatore nel linguaggio comico e delle sue nuove esperienze televisive. Un altro comico, Kurt Krömer, proviene dalla commedia televisiva ed ora è diventato interprete di punta per le regie berlinesi di Thomas Ostermeier. Il ritratto di Lena Schwarz, da sei anni iscritta nella compagnia dello Schauspielhaus di Bochum, ripercorre le tappe della carriera dell’attrice, che si è rivelata nella parte di Mefisto nel progetto Faust / Das verlorene Paradies per la regia di Martin Fendrich e in Penthesilea di Heinrich von Kleist, testo allestito da Lisa Nielebock.


La sezione "Theatergeschichte" è occupata da una lunga recensione del libro di Günther Rühle, Theater in Deutschland 1887 – 1945. Seine Ereignisse – seine Menschen, Frankfurt am Main, S. Fischer Verlag, 2007, pp. 1283.




Massimo Bertoldi


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