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Maske und Kothurn. Internationale Beiträge zur Theater-, Film- und Medienwissenschaft
Beiträge zu Geschichte und Theorie

Wien-Köln-Weimar, Böhlau Verlag, Heft 2, 2006, pp. 160, € 23, 80
ISSN 0025-4606

I saggi raccolti nel volume della rivista viennese "Maske und Kothurn" si confrontano con la nozione di "Stage-play", intesa come rappresentazione drammatica di sé e come categoria propria della ricerca teatrale, secondo la definizione data da Roman Ingarden in The Literary Work of Art del 1931.

Il saggio di Ingrid Kapsamer, Alfred Roller zwischen Secession und Künstlerhaus, affronta aspetti della vita e dell'opera di questo importante artista austriaco, fondatore con Gustav Klimt della Secessione, redattore di "Ver Sacrum", scenografo e uomo di teatro, collaboratore di Gustav Mahler e di Max Reinhardt. Il recente ritrovamento dei progetti di Alfred Roller per le decorazioni della cappella della principessa Elisabetta, datati 1904, permette un confronto con quelli esistenti e curati da August Kirstein, e apre la verifica del rapporto tra avanguardia e conservazione nell'arte viennese dell'epoca, con frequenti richiami al campo dello spettacolo, dove Roller si distinse come scenografo innovatore nella Hofoper.

Dell'esperienza come rifugiato politico a Bucarest nel 1939 di Franz Theodor Csokov, narratore poeta e commediografo viennese (1885-1969), si occupa Lukas Marcel Vosicky in Flucht nach Bukarest. Franz Theodor Csokors Kriegsjahre in Rumänien. Drammaturgo e regista presso il Raismund Theater e il Volkstheater, salito alla ribalta con la messinscena di 3. November 1918 nel Burgtheater di Vienna, prima fu censurato dal nazismo, poi riabilitato, anche se preferì continuare il suo esilio europeo. Nel lungo soggiorno a Bucarest mutò l'indirizzo della propria ricerca teatrale, abbandonando le giovanili esperienze creative basate su un espressionismo giocato sui toni alterni dell'astrazione simbolica e del realismo grottesco, per approdare, nella fase della maturità, all'esaltazione della fratellanza e della pace universale. Il saggio ricostruisce le trame esistenziali dell'esilio e indaga il contatto di Csokor con il teatro di Bucarest, che si tradusse in allestimenti dei suoi testi teatrali e nell'assunzione in qualità di regista del Teatro Nazionale.

Al centro del saggio di Bernd Gallob, Ein Epiker auf Abwegen. "Theater und Film", si pone Hermann Broch, un personaggio importante per la cultura austriaca eppure ancora oggi lasciato in ombra. Lo studio si occupa del periodo 1932-1935, quando Broch si confrontò con il cinema e il teatro, e sviluppò una rappresentazione epica, in bilico tra naturalismo ed astrattismo, cercando di coniugare comuni e sperimentali tecniche nell'uso della luce e del tono, in un progetto creativo che condizionò e determinò lo stesso impianto narrativo delle opere, come illustra con chiarezza l'analisi di Die Entsühnung (L'espiazione) e di Aus der Luft gegriffen oder die Geschäfte des Baron Laborde (L'inventato di sana pianta ovvero gli affari del barone Laborde). Le parti sonore agevolano il cambio delle scene e contribuiscono a ottenere quel naturalismo stilizzato e astratto auspicato dall'autore.

Nei due saggi successivi, pur riferendosi a contesti politico-culturali assai diversi, la vita teatrale si cala nello scenario repressivo del regime politico. Nel contributo Eine Bühne verändert ihr Gesicht, Hansjörg Schneider punta l'attenzione sulla condizione del teatro tedesco a Praga nel periodo compreso tra il 1938 e il 1944. Definito dai nazisti "Jüdisches Inferno", subì gli effetti aggressivi del programma di Goebbels in materia di spettacolo. Infine le manifestazioni di protesta avvenute in Serbia nel 1989-1999, attraverso il recupero di linguaggi verbali e performativi anche della tradizione locale, trasformarono strade e piazze in effimeri palcoscenici urbani, come illustra, con il sostegno di attenta documentazione, Dragana Karakas, in Politische Strassengeschehnisse in Serbien 1989-1999 als theatralisches Phänomen.


Massimo Bertoldi


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