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Il Cristallo
Rassegna di varia umanità

anno XLVIII, n. 1 e n. 2 ottobre 2006

Del numero di ottobre 2006 della rivista ĞIl Cristalloğ, a cura del Centro di Cultura dell'Alto Adige, segnaliamo due saggi dedicati al teatro di August Strindberg.

L'intervento di Massimo Bertoldi enuclea le tappe della diffusione delle opere del drammaturgo svedese in Italia. Il punto di partenza è fissato nel 1890 quando Strindberg individuò in Giuseppe Giacosa il tramite per approdare sulla scena italiana. Due anni dopo Benedetto Croce avviava le prime riflessioni critiche italiane sul teatro di Strindberg. I primi testi rappresentati in Italia (Il padre affidato alla Compagnia Paladini-Talli, cui seguì nel 1995 una ripresa della Compagnia Zacconi-Pilotto, e La contessina Julie allestito nel 1997 ancora una volta da Zacconi) non ebbero molto successo, per cui su Strindberg calò un silenzio destinato a essere interrotto solo negli anni Venti per merito di Tatiana Pavlova, interprete di Contessina o signorina Giulia, e degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia che allestirono Fantasmi. La piena valorizzazione di Strindberg in Italia si realizzò soltanto nel dopoguerra quando Cesare Meano allestì Danza di morte (o Danza macabra) la cui stesura risaliva addirittura al 1900. La diffusione presso un pubblico più vasto di questo testo si deve però allo spettacolo di Luigi Squarzina del 1963, a seguito del quale la drammaturgia di Strindberg è entrata nel repertorio dei maggiori registi e attori.

Franco Perrelli descrive la gestazione e le prime rappresentazioni di Danza macabra.  Dopo aver rievocato gli incontri che possono aver stimolato Strindberg a scrivere quest'opera attraverso un metodo che prevedeva la rielaborazione di modelli tratti dall'esperienza, Perrelli si sofferma sul primo allestimento del dittico all'Intima Teatern di Stoccolma, l'8 settembre e il I ottobre 1909. Le indicazioni del drammaturgo agli attori, le scelte scenografiche, le reazioni della critica permettono di cogliere ulteriori aspetti del capolavoro di Strindberg, Ğuna farsa metafisica che, partendo dall'ostentazione del sensibile e perfino del triviale, mirerebbe a far intuire il nocciolo mistico della vitağ.



Emanuela Agostini

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