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Ridotto


n. 3, novembre 2006, euro 10,00

La prima parte del nuovo numero della rivista è dedicata alla Rassegna di Nuovi Autori Italiani ed Europei, ideata e curata da Ennio Coltorti. L'Editoriale di Maricla Boggio ci informa che Coltorti, dopo vent'anni di pressoché ininterrotta gestione di un evento che ha rivelato al teatro nuovi talenti di autori e attori, ha deciso di concludere la manifestazione. La ventesima edizione, tenutasi al Teatro Valle di Roma dal 20 al 24 settembre 2006, è quindi da considerarsi come l'ultima. Anche quest'anno «Ridotto» si offre di pubblicare i testi vincitori, dovendo però rinunciare a Come fosse l'ultimo di Paolo Magris e Marcello Crea, che ha trionfato nella sezione "Rassegna per l'Italia", già dato alle stampe. Su questo numero viene pubblicato Il macchiato dell'argentino Ariel Barchilón, che si è aggiudicato il premio "Europa nel mondo" ed è stato interpretato da Carlo De Ruggieri, Pietro De Silva ed Evelina Meghnagi.

Nella sezione Testi vengono presentati due lavori drammatici di segno completamente opposto. Il primo è Confiteor – novem confessiones di Maricla Boggio, ricavato dalle Confessioni e dalle Lettere di Sant'Agostino, interpretato da Ennio Coltorti e dalla stessa autrice nel Duomo eporediese il 10 giugno 2006. Il secondo è L'ipocondriaco poeta di Luciana Luppi, testo vincitore del Premio Giovanni Calendoli, indetto dall'ENAP. Si tratta di un monologo satirico, interpretato da Marino Campanaro, che sfrutta i comportamenti nevrotici e compulsivi come meccanismi per attivare la comicità, trasformando l'ossessione delle malattie in un entusiasmo crescente e orgiastico per le farmacie e i medicinali.

La Ribalta d'Autore è dedicata alle ricerche svolte da Mario Prosperi in preparazione della regia di due tragedie, Ippanda di Giovan Battista Alberi e Aristodemo di Vincenzo Monti, e di una commedia di Menandro, L'arbitrato, tutte e tre inedite per le scene. Prosperi stesso ci fornisce un diffuso resoconto critico e interpretativo di Ippanda e di Aristodemo. La prima è una tragedia barocca in versi endecasillabi, scritta nel 1604 e ambientata in un'arcaica Asia Minore, con un intreccio paragonabile a quello di Giulietta e Romeo e azioni particolarmente cruente, declamate da cantastorie in quanto non rappresentabili secondo i canoni classici. La seconda è Aristodemo, scritta nel 1786 e letta lo stesso anno a Roma alla presenza di Goethe. Si tratta di una tragedia preromantica, che all'interno di un severo modello aristotelico cerca di aprire nuovi varchi per suggestioni shakespeariane. Pur rispettando le unità di tempo, luogo e azione, Monti fornisce l'opera di circostanziate informazioni storiche, le quali rispecchiano una lucida analisi della crudeltà del potere nelle morenti monarchie assolutiste del XVIII secolo. La regia di Prosperi ha posto particolare attenzione alla scelta di attori adatti alla declamazione dell'endecasillabo montiano, alla cui melodia hanno fatto da contrappunto le percussioni dei compositori ed esecutori giapponesi Stomu Yamash'ta e Toshimori Kondo.

Vengono inoltre segnalati alcuni libri. Musical – istruzioni per l'uso, un manuale di Sara Venturino in cui si traccia l'albero genealogico di un genere nato negli USA come fusione di elementi diversi e che nell’arco di poco più di un secolo ha dato vita a una pluralità di forme spettacolari. Un capitolo è dedicato agli italiani, dalla grande stagione della rivista degli anni Quaranta alle commedie musicali di Garinei e Giovannini, fino alle versioni nostrane di musical stranieri allestite dalla Compagnia della Rancia. Parte italiano e parte… nopeo di Paola Ossario è un'ironica guida all'apprendimento della lingua italiana per i napoletani, arricchita di scenette, spunti teatrali e divagazioni. In Una vita per il teatro Nathalie Jabalé ripercorre l'attività di Nuccio Messina, da più di mezzo secolo impegnato sui vari fronti dell'organizzazione teatrale (dall'esperienza con il Teatro Popolare Italiano di Vittorio Gassman alla direzione degli stabili di Torino e Trieste).


Lorenzo Colavecchia


copertina

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