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Ariel
Quadrimestrale di drammaturgia dell’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Italiano Contemporaneo

anno XX, n. 2, maggio-agosto 2005, euro 22
ISSN 1125-3967
Tra i contributi di questo numero del quadrimestrale dell’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Italiano Contemporaneo diretto da Alfredo Barbina segnaliamo l’articolo di Franca Angelini Edipo dall’Argentina all’India, costituito da tre sezioni: un’intervista a Mario Martone, realizzata nel marzo del 2000, sulla messa in scena di Edipo re al Teatro Argentina di Roma; un’analisi dello spettacolo Edipo a Colono allestito da Martone al Teatro India con particolare attenzione all’uso dello spazio; una riflessione sulle "ricadute" dell’incontro di Martone con i grandi testi del teatro classico sulle successive opere cinematografiche del regista.

La rubrica La danza e la scena ospita un saggio di Paola Martinuzzi dedicato alle sperimentazioni che anticiparono il grande sviluppo dell’arte pantomimica che caratterizzò il teatro francese nel corso del Settecento: le pièces par écriteaux, rappresentate nei primi decenni del secolo dai teatri della Foire di Parigi, in cui il dialogo era sostituito da cartelli riportanti il testo che veniva cantato dal pubblico nella forma del vaudeville, e altre forme di divertissements forains attestate alla fine del XVII secolo e nella prima metà del XVIII. In questi anni i progressivi divieti di utilizzare i mezzi espressivi del teatro musciale (che avevano lo scopo di garantire un monopolio assoluto all’Opéra) favorirono l’invenzione di una recitazione muta in cui grande spazio ebbe la danza e che trovò fertile terreno nella tradizionale attitudine corporea dell’arte foraine.

Nella sezione Saggi Luigi Quattrocchi prende in esame l’ultimo dramma composto da Shiller (prima della sua scomparsa a soli 45 anni), il Wilhelm Tell, rappresentato il 17 marzo 1804 al teatro ducale di Weimar sotto la direzione di Goethe. Quattrocchi, dopo aver illustrato la genesi e la fortuna dell’opera, propone un’approfondita analisi del monologo di Tell che apre la terza scena del IV atto. Sandra Pietrini porta avanti la sua ricerca sulle testimonianze del lavoro degli attori rintracciabili nelle opere narrative dell’Ottocento che hanno per protagonisti attori, proseguendo l’indagine iniziata con il volume Fuori scena. Il Teatro dietro le quinte nell’Ottocento (Roma, Bulzoni, 2004). La storiografia sullo spettacolo e gli studi sulle teorie della recitazione tendono a trascurare questo tipo di fonti poiché in esse prevale in genere la descrizione bozzettistica dell’ambiente teatrale e della corruzione che lo caratterizza. Non mancano però alcune eccezioni, e fra queste il romanzo La Faustin di Edmond de Goncourt che, sostiene Sandra Pietrini, «ha avuto poca fortuna letteraria ma possiede un valore documentario non comune. Goncourt pone infatti un nodo irrisolto di questioni relative alla preparazione dell’attore, che si inseriscono nel dibattito fra i fautori della concezione di Diderot e i sostenitori della sensibilità dell’immedesimazione, ovvero fra antiemozionalisti ed emozionalisti».

La rubrica Lontane visioni, curata e introdotta come di consueto da Renzo Guardenti, propone in questo numero un articolo di Gianluca Stefani sulle caricature realizzate da Anton Maria Zanetti e Pier Leone Ghezzi tra gli anni Venti e Quaranta del XVIII secolo raffiguranti alcuni tra i più importanti cantori castrati dell’epoca. Segue un intervento sull’iconografia di Maria Callas in cui Anne-Laetitia Garcia «cerca di definire le problematiche connesse all’analisi delle foto di scena, la cui particolare complessità si accresce a dismisura nel caso in cui questa documentazione si riferisca ad artisti, come i cantanti, per i quali la dimensione corporea tende, almeno agli occhi della critica, ad essere lasciata in secondo piano».

In Occasioni pirandelliane trovano spazio la terza "puntata" del saggio di Alfredo Barbina Palermo in quegli anni (incentrato sui rapporti tra Pirandello e il mondo culturale palermitano tra i 1881 e il 1887) e la prima parte di un articolo di Olga Ragusa sulle più significative messe in scena di testi pirandelliani avvenute sui palcoscenici statunitensi.

Completa il volume un’ampia rassegna bibliografica: sul teatro medievale o umanistico (a cura di Massimo Oldoni), sul teatro rinascimentale e barocco (a cura di Luca Frassineti), sul Settecento (a cura di Franca Angeli), sull’Ottocento (a cura di Carmelo Alberti), sul Novecento (a cura di Anna Barsotti).

Tommaso Assennato


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