drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Hystrio
Trimestrale di teatro e spettacolo

anno XIX, 2006, n. 2, pp. 131, euro 9,00

Il nuovo numero di "Hystrio" si apre con un’intervista a César Brie, rilasciata in occasione della sua venuta in Italia con il Teatro de Los Andes per presentare due nuovi spettacoli, Fragile e Otra Vez Marcelo. Il regista argentino si sofferma su quest’ultimo, dedicato a Marcelo Quiroga Santa Cruz intellettuale e parlamentare boliviano assassinato nel 1980 a seguito del colpo di stato di Garcìa Mesa, per analizzare la dimensione politica del suo lavoro anche alla luce della recente vittoria del fronte popolare. Oltre all’impegno civile, dichiara Brie, la sua ricerca teatrale intende ora orientarsi verso il repertorio dei classici, Cechov e Shakespeare.

Oltre che sull’artista sudamericano, la "Vetrina" della rivista milanese è incentrata sui vincitori della Decima Edizione del Premio Europa tenutasi a Torino, precisamente: Harold Pinter, al quale è stato dedicato il convegno Pinter: Passion, Poetry and Politics; il giovane regista lituano Oskaras Korsunovas, enfant prodige della scena teatrale dell’Europa centro-orientale che ha presentato gli allestimenti del Maestro e Margherita di Michail Bulgakov e di Playing the victim; infine Josef Nadj attore danzatore regista di origini ungheresi e autore di due spettacoli di successo, Journal d’un inconnu e Duo.

Di Pinter si parla anche in "La questione teatrale" a proposito del tema dell'impegno civile affrontato negli ultimi testi (Il bicchiere della staffa, Ceneri alle ceneri, Voices), dai quali affiora una sorprendente continuità tematica con il pacifismo integrale del recente allestimento di Madre Coraggio e i suoi figli di Bertolt Brecht (regia di Robert Carsen, produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa) - allestimento in cui si recuperano le  intuizioni di Strehler in merito al ‘teatro umano’  e se ne individua lo stretto legame con l'opera del drammaturgo tedesco .

"Retroscena" si proietta nel futuro prossimo del teatro italiano indagando, alla vigilia delle elezioni politiche 2006, le proposte politiche dei due opposti schieramenti. Dalla lettura dei programmi e dalle interviste agli esponenti dei vari partiti si profila la possibilità di un miglioramento. Le differenze si riconoscono nel ruolo maggiore o minore conferito all’intervento finanziario dello Stato. Si dà inoltre ampia notizia del "Premio Hystrio alla vocazione per giovani attori" con la pubblicazione del bando del concorso, delle modalità di iscrizione e dei testi scelti dalla giuria.

Il viaggio di "Teatromondo" inizia dalla Spagna con una ricognizione sulla scena di Barcellona, caratterizzata da un clima culturale assai vivace, animato dal Teatro Nacional de Catalunya, il principale stabile pubblico dedicato alla drammaturgia contemporanea e all’attualizzazione del repertorio classico, e del celebre Teatre Romea attivo sul versante degli autori nazionali. Importante è il ruolo svolto dalle sale alternative. Madrid ha ospitato il "Festival Escena Contemporanea", che si è svolto nei teatri cittadini e in luoghi effimeri come sexy shop e aerei. Tra le tante iniziative spicca il ciclo degli spettacoli dedicati alla drammaturgia di Heiner Müller. Dall’Inghilterra di segnalano due allestimenti di particolare interesse: The late Henry Moss di Sam Shepard proposto in prima europea all’Almeida Theatre di Londra per la regia di Michael Attenborough; e Anatol di Arthur Schnitzler trasferito sul palcoscenico dell’Arcola Theatre, ex-fabbrica di vestiti trasformata in teatro sperimentale, e affidato all’interpretazione di un cast giovane.

Da Parigi giungono notizie di innovative letture sceniche applicate al melodramma. Allo Chatelet Robert Wilson ha allestito Anello dei Nibelunghi di Richard Wagner seguendo una grammatica visiva e gestuale giocata sull’astrazione e sul rigore della forma calata in un clima mitico. Mozart ‘nostro contemporaneo’ costituisce il Leitmotiv degli allestimenti dei tre capolavori della trilogia depontiana all’Opéra ed affidati ad altrettanti registi. Patrice Chéreau dimostra la teatralità di Così fan tutte attraverso un uso creativo dei travestimenti e un approfondimento dello spessore psicologico dei personaggi che svela la tragica solitudine dell’uomo. Ha diviso i giudizi di pubblico e critica Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni messo in scena da  Michael Haneke che ambienta la vicenda di notte nei corridoi di un grattacielo dove si trova la sede della grande azienda guidata dal general manager Giovanni. La regia devia l’opera verso la tragedia, mentre un ritorno alla commedia si riconosce ne Le nozze di Figaro secondo Christoph Marthaler che sceglie, come luogo d’azione, lo spazio antistante gli uffici della Stato civile con negozi di orribili abiti da sposa.

Il "Dossier Henrik Ibsen", contributo della rivista milanese alle manifestazioni organizzate per ricordare i cento anni della morte del drammaturgo scandinavo, propone una serie di interventi di grande interesse e qualità, a partire dall’intervista allo storico del teatro Roberto Alonge che illustra le tappe della prima ricezione in Europa e in Italia, caratterizzata da malintesi e manomissioni dei testi come quella di Enrico Polese alla fine dell’800, per poi arrivare ad un graduale recupero dei contenuti con il teatro di regia del secondo dopoguerra. L’articolo successivo approfondisce l’approccio del teatro italiano al repertorio ibseniano. Si tratta di traduzioni e adattamenti modificati alle esigenze espressive dei ‘mattatori’. Tra gli esempi più illustri spiccano la riduzione a pochade francese dell’Anitra selvatica fatta dalla compagnia Novelli-Leigheb e le opposte letture sceniche di Oswald in  Spettri rispettivamente di  Ruggero Ruggeri e di Ermete Zacconi.

Con Eleonora Duse nasce un nuovo contatto con la drammaturgia dello scandinavo. La ‘Divina’ non adotta più le traduzioni di Polese ricavate da versioni tedesche e cerca di rapportarsi ai testi originali per poi trasferiti sulla scena (Casa di bambola, Hedda Gabler, Rosmersholm tradotto dalla stessa, La donna del mare, Spettri). La centralità degli allestimenti ibseniani nel repertorio dusiana è stata recentemente indagata da Francesca Simoncini nel libro Rosmerholm per Eleonora Duse (Pisa, Edizioni Ets, 2005). Franco Perrelli, docente di Storia del Teatro scandinavo al Dams di Torino, oltre a dare notizie del clamoroso interesse asiatico, analizza la fortuna e l’importanza del repertorio di Ibsen negli esponenti principali della riforma teatrale del secondo Novecento - Judith Malina, Julien Beck, Jerzy Grotowsky, Eugenio Barba - solitamente avversi al teatro naturalistico e borghese del quale lo scrittore scandinavo è considerato indiscusso punto di riferimento.

Gli interventi successivi affrontano il contatto del testo con il palcoscenico e presentano un gruppo di allestimenti ricavati dalla stessa opera, Casa di bambola. Si inizia con la messinscena ‘politica’ firmata nel 2002 da Thomas Ostermeier; si prosegue con la rappresentazione della casa-giocattolo secondo la versione di Mabou Mines, storico gruppo dell’avanguardia newyorkese attivo negli anni Sessanta e con la scena-ring, nella messinscena curata nel corso della stagione da Giuseppe Marini; si termina con Si prega di non dimenticare di Casa di bambola, un progetto del 1999 di Teatro Clandestino. Oggi Casa di bambola provoca ancora scandalo"? Come interpretare il finale del dramma con quella porta sbattuta e la conseguente fuga della protagonista per cercare una vita diversa? Sono le domande alle quali rispondono le attrici italiane interpreti di Nora, Fiorenza Manni del Teatro Clandestino, Giulia Lazzarini, Micaela Esdra. Chiude questo ricco ed interessante "Dossier Ibsen" la citazione di passi tratti dal volume di Massimo Castri, Ibsen protagonista (Milano, Ubulibri, 1981), seguito da brevi ma intense riflessioni di Ettore Capriolo sul lavoro drammaturgico e le tecniche della messinscena elaborate dal regista.

L’appuntamento con i "ritratti di drammaturghi italiani" è con Mariangela Gualtieri, poetessa (si ricorda almeno la recente raccolta Senza polvere e senza peso, Torino, Einaudi, 2006), attrice e drammaturga, che ha fondato negli anni Ottanta con il regista Cesare Ronconi il Teatro Valdoca di Cesena. La scrittura poetica aderisce ai meccanismi teatrali, si fa corpo scenico e proietta la parola in una dimensione visionaria e fantastica, sospesa tra oscenità e bellezza, dolore e serenità, in un mondo popolato da uomini e da animali. L’articolo segue gli sviluppi del percorso creativo fissando le tappe fondamentali, da Antenata e Ossicine, da Fuoco centrale e Nei leoni e nei lupi fino al capolavoro NON. Splendore Rock affidato alla recita della stessa Gualtieri, in attesa dell’imminente Misterioso Concerto.

"Nati ieri – i protagonisti della giovane scena" sono gli MK e Francesca Proia. I primi sono guidati da Michele Di Stefano e risultano attivi dal 1997 nel campo della danza con performances sperimentali basate sulla ricerca di commistioni tra gestualità e sonorità elettroniche: nel repertorio figurano Birdwatching, con i danzatori impegnati in un concerto anatomico sostenuto da musiche punk e Real Madrid realizzato con un gruppo di musicisti italiani, gli Esc, attivi a Parigi. Gli MK sono iscritti al Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, dove proporranno la prima assoluta di Tourism. Francesca Proia è interprete di un linguaggio essenziale e sensuale imbevuto di elementi yoga. La giovane coreografa ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, quali la menzione speciale al Concorso Iceberg 2005 con Buio luce buio (2004) e Qualcosa da Sala, creato in collaborazione con Danilo Conte e oggetto di segnalazione speciale da parte del Premio Scenario 2005.

In "Exit" trova posto il profilo artistico del prestigioso regista Benno Besson, seguito dalla menzione di altri personaggi recentemente scomparsi quali l’attore autore e regista Renzo Giovampietro, Jacques Felix, considerato uno dei fondatori del Teatro di Figura europeo, Raffaella De Vita, il soprano Birgit Nillson e la drammaturga Wendy Wasserstein. La sezione delle "Critiche", che raccoglie le recensioni degli spettacoli prodotti nella seconda parte della stagione raccolti seguendo il criterio dell’area geografica, si occupa con particolare attenzione del ciclo di spettacoli inclusi nel "Progetto Domani" curato da Luca Ronconi in occasione delle Olimpiadi di Torino. La "Biblioteca" offre utili segnalazioni relative alle più recenti novità editorialiIl testo scelto da "Hystrio" è Silenzio di Laura Buffoni, vincitore del Premio Riccione – Cgil 2005.



Massimo Bertoldi


copertina

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013