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Hystrio


anno XIX, 2006, n. 1, pp. 131, euro 9,00

Il nuovo numero di "Hystrio", primo del 2006, si apre con lo speciale su Harold Pinter. L'omaggio al vincitore del Premio Nobel per la Letteratura comprende un articolo in cui si ripercorrono i contenuti dei testi teatrali più significativi, da Stanza a Anniversario, da Compleanno a Terra di Nessuno. Emerge il ritratto di uno scrittore fondamentale per la drammaturgia del secondo Novecento, anche autore di sceneggiature cinematografiche, poesie, drammi radiofonici e televisivi, come recentemente hanno dimostrato Roberto Canziani e Gianfranco Capitta in un prezioso volume, Harnold Pinter. Scene e potere (Milano, Garzanti, 2005, pp. 252, € 14,50).

L'articolo successivo segue la ricezione di Pinter sulla scena italiana si contano quasi 120 allestimenti, a partire da Una serata fuori firmata nel 1962 dal talent-scout Enzo Ferrieri, con Paola Borboni e Marisa Fabbri, per proseguire nel 1973 con Vecchi tempi di Luchino Visconti, interpretato da Umberto Orsini, Valentina Cortese e Adriana Asti, cui sono seguiti numerosi allestimenti di altri prestigiosi registi come Franco Enriquez, Mauro Bolognini, Carlo Cecchi e Juri Ferrini. Non meno rilevante risulta lo spessore degli attori. Basta qualche nome: Carla Gravina, Corrado Pani, Paolo Bonacelli, Massimo Dapporto, Mario Carotenuto. "Arte verità e politica" è il titolo della lezione di laurea tenuta da Pinter in video alcuni giorni prima dell'assegnazione del Premio Nobel. Il testo è riportato sotto forma di estratto e affronta tematiche care al suo impegno civile, quali la denuncia della politica di Bush e dell’imperialismo america, il disprezzo per Blair.

In "Vetrina" si incontrano argomenti piuttosto interessanti. Gary Brackett, regista e attore del Living Theatre, nel ricordare i vent'anni dalla scomparsa di Julian Beck (14 settembre 1985), analizza l'eredità lasciata dal più importante gruppo di neoavanguardia teatrale, oggi attivo con sede a Manhattan, dove ha realizzato spettacoli di ricerca come The Body of God con un gruppo di senza tetto, Utopia, Capital Changes, Anarchia. Legato ad un anniversario è l'articolo dedicato a Jirì Voskovec e Jan Werich, nati cento anni fa, fondatori e animatori del Teatro Liberato di Praga. La coppia propose uno scoppiettante repertorio caratterizzato da personaggi di ispirazione beckettiana, situazioni assurde e paradossali, improvvisazioni secondo lo stile della commedia dell'Arte, citazioni del teatro di rivista e pungente satira sociale.

In "Exit" si legge un breve e intenso profilo di Giuseppe Patroni Griffi. Spiccano le sue doti di drammaturgo (D'amore si muore, Persone naturali e strafottenti, Metti una sera a cena) e le qualità artistiche espresse nel cinema e nel lavoro di regista di commedie di Shakespeare, Goldoni, Cechov e Pirandello. La "Memoria" della rivista milanese è rivolta a Vladimir Ivanovic Nemirovic-Dancenko, più semplicemente Nemirovic, il fondatore, con Stanislavskij, del Teatro di Mosca. La recente pubblicazione di quattro monumentali volumi curati da Inna Solov’eva gli restituiscono il ruolo di protagonista, altrimenti adombrato dall'amico collega, nel rinnovamento della scena sovietica ed europea.

Nel "Dossier" Samuel Beckett, Luca Scarlini discute il problema dei diritti relativi all'opera del drammaturgo irlandese e ne illustra il successo sulla scena italiana ricordando, tra le altre, le regie di Strehler, Cecchi, Trionfo. L'intervento di Massimo Marino sposta il punto di osservazione sul versante del teatro di ricerca e ripercorre le tappe fondamentali dell'assimilazione della lezione beckettiana a partire da Aspettando Godot diretto da Carlo Quartucci nel 1964 con Leo Berardinis (Vladimiro) e Claudio Remondi (Pozzo), due attori che si sono rivelati decisivi per la lettura in senso sperimentale di altre opere. Un altro capolavoro, Giorni felici, è entrato nel repertorio dei grandi interpreti italiani come indica l'articolo di Laura Peja che ricorda Laura Adani in Minnie al Teatro Gobetti di Torino nel celebre debutto del 2 aprile 1965 diretto da Roger Blin, Giulia Lazzarini sotto la guida di Strehler, Adriana Asti nella performance rigorosa concepita da Mario Missiroli nel 1985, Anna Proclemer nel 1990 per la regia di Antonio Calenda e Marion d'Amburgo nello spettacolo firmato dai Krypton nel 1995.

Laura Caretti discute il problema della libertà interpretativa di un'opera sulla scorta della recente minaccia, poi ritirata, da parte degli eredi di Beckett di impedire alla Compagnia Laboratorio di Pontedera diretta da Roberto Bacci la rappresentazione di Aspettando Godot perché i ruoli maschili di Vladimiro e Estragone furono affidati a due attrici, Silvia e Luisa Pasello. Francesco Tei incontra Giancarlo Cauteruccio della compagnia Krypton, il regista italiano che vanta il maggior numero di allestimenti beckettiani, compreso Finale di partita tradotto in calabrese. Completa questo ricco dossier una selezione di brani di lettere e di interviste.

Il protagonista del quinto appuntamento con "ritratti di drammaturghi italiani" è Vittorio Franceschi, affermato drammaturgo e attore attivo da quasi cinquant'anni. Si inizia con le passioni giovanili, si passa alle esperienze milanesi con il cabaret e il trasferimento nel 1964 a Trieste, che segna l'avvio della produzione scritta di stampo politico (Gorizia), il ritorno nel capoluogo lombardo per fondare con Dario Fo e Franca Rame l'associazione Nuova Scena poi emigrata a Bologna. Gli anni successivi risultano ricchi di testi di successo (Jack lo sventratore, Le nuvole, L’uomo che mangiava i coriandoli allestito in Germania e non in Italia, fino al recente Il sorriso di Daphne che lo vede interprete con Laura Curino e Laura Gambarin.

"Nati ieri. I protagonisti della giovane scena" si occupa della Compagnia Teatrale Dionisi attiva a Milano dal 2000. Si tratta di un cast interamente femminile e di giovanissima età che recentemente si è fatto applaudire con Patate, una patate senza denti sulla guerra di Renata Ciaravino, l'anima del gruppo di soli sedici anni. Il viaggio del "Teatromondo" fa tappa a Buenos Aires, dove si è svolta la quinta edizione del Festival Internazionale di teatro dominata da testi di pura finzione, dai contenuti inverosimili ma attenti all'analisi di un mondo complesso e sfuggente. Tra gli spettacoli di rilievo si segnalano Afuera, creazione collettiva del Grupo Sanguineo di Gustavo Tarrio, La Estupidez scritta diretta e interpretata da Rafael Spregelburd e Un acto de comunion di Lautaro Villo.

Dall’'rgentina ci si trasferisce a San Pietroburgo, precisamente nel Baltinskij Dom (Casa del Baltico), il teatro in cui il Teatro Metastasio di Prato ha realizzato un ambizioso progetto culturale fondato su due spettacoli. Il primo è una rielaborazione dei Suppositi di Ludovico Ariosto intitolata La commedia dell’angelo nero a cura di Marcello Bartoli con sette giovani attori russi; il secondo, La moglie è moglie con la regia di Igor’ Konjaev e l'interpretazione di otto giovani attori italiani, consiste nella resa drammaturgica di alcune novelle di Cechov. In Polonia la terza edizione del festival "Dialog" di Wroclaw ha affrontato Il tema "Il teatro come specchio delle ansie dell'Europa", come recita il titolo del convegno posta in coda alla manifestazione. La rassegna ha ospitato allestimenti firmati da registi internazionali, quali Arpàd Schilling, Alvis Hermanis, Krystyan Lupa, Simon McBurney, Luk Perceval, Stefan Pucher e Christoph Marthaler.

Consensi di pubblico e di critica ha ottenuto il Festival d'Automne di Parigi, che ha segnato il trionfo della compagnia di Anversa Tg Stan presente con cinque spettacoli, compreso il geniale My Dinner with André tratto dalla sceneggiatura dell'omonimo film di Louis Malle. Altrettanto applauditi sono stati Quartett di Heiner Müller allestito da Matthias Langhoff e il Project Andersen ideato e interpretato da Robert Lepage. "Teatromondo" si conclude con le recensioni degli spettacoli inseriti nel cartellone del "Festival dei Teatri d’Europa" di Milano e Roma e "Vie. Scena Contemporanea Festival" di Modena.

Completano questo numero di "Hystrio" la "Biblioteca" con la segnalazione di saggi e testi di recente pubblicazione: il notiziario de "la società teatrale" con informazioni dall'Italia e dall'estero. Non manca il consueto appuntamento con le "Critiche", ampia rassegna di recensioni ordinate secondo criteri geografici e dedicate alle produzioni teatrali della prima parte della stagione. Il testo pubblicato è Kitsch Hamlet di Saverio La Ruina, segnalato al Premio Ugo Betti per la drammaturgia 2005.




Massimo Bertoldi


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